Capitolo 15

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"E così adesso lo sanno tutti" - disse Mia mentre posava la tazza di thè che aveva appena sorseggiato 
"Cazzo,si hanno sentito quel figlio di puttana mentre parlava di noi due con Diego nello spogliatoio"- dissi io in preda a tutte le furie
"Dai Valerio ,tranquillo. Si può risolvere,ok?"-disse Mia alzandosi d'un tratto e avvicinandosi
"Come?? Sono rovinato,Mia...lo capisci??? Devo dire addio a tutto. I giornalisti mi bombarderanno,sono nell'occhio del ciclone..."
"No,vedremo che troveremo la soluzione,insieme"- disse Mia dandomi un bacio sulla guancia:

Improvvisamente entrò David 
"Ciao amore,ciao Valerio ...oggi giornataccia a lavoro. Il mio capo mi ha fatto fare un supplemento di lavoro,sono esausto..."- disse David mentre baciava Mia. 
"Ehi amore...dopo dobbiamo parlare di una cosa...anzi adesso,ok??"- disse Mia con la testa abbassata e con lo sguardo preoccupato
"Certo,amore...cosa succede?? Puoi dirlo anche qui,tanto Valerio è di casa "- chiese David preoccupato
Mia esitò allo stesso modo in cui fece con me ma alla fine ruppe gli indugi e disse:"David sono incinta...di te"

David rimase sbalordito,si mise le mani nei capelli,posò la borsa per terra e si inginocchiò. 
Io corsi ad abbracciarlo per congratularmi con lui mentre lui mi spinse,urlando: "Com'è possibile????Non può essere successo,il test ha sbagliato,è una stronzata"
David reagì malissimo era su tutte le furie mentre Mia era spaventata. 
David le prese le mani con violenza e gliele strinse: "Mia che cazzo stai dicendo? Quello non è mio figlio"
Non potetti farne a meno di intervenire...guai chi toccava Mia,guai. 
Mi avvicinai: "David che cazzo stai facendo,lasciala stare" 
David mi sferrò un pugno che mi fece cadere a terra: "Stanne fuori tu"- disse rosso di rabbia
Io stordito dal colpo e con un rossore sulla guancia,vidi David che urlava verso Mia che continuava a piangere
Allora presi una bottiglia di vetro e senza farmi scoprire gliela tirai in testa a David che svenì 
Mia pianse e si indirizzò subito verso di lui mentre i cocci e il sangue si mischiavano sul pavimento : " Che cosa hai fatto?" 
"Ti stava facendo del male,era su tutte le furie...ho dovuto farlo,Mia..."
Mia continuò a piangere poi smise: "Dobbiamo subito portarlo all'ospedale..."
Presi la macchina dopo aver trascinato il corpo di David svenuto e corremmo al Policlinico di Torino

Di urgenza lo scendemmo e ci indirizzammo subito in sala dove un'infermiera appena disse:
"Una barella presto"
David fu portato su una barelIa e Mia seguimmo l'infermiera c fino a quando l'infermiera entrò in una sala e disse: "Voi aspettate qui,vi faremo sapere noi"
Io e mia ci sedemmo. Lì vicino c'era un distributore,presi dell'acqua a Mia per calmarla
"Mi dispiace Mia,non ci ho visto più e di istinto ho reagito,hai visto com'era David?? Era diverso...tu ne sai qualcosa?"-chiesi io sbalordito a Mia mentre lei beveva
Mia con il volto travagliato dalle lacrime piangeva ancora,come se volesse nascondere qualcosa
"Mia,tu sai qualcosa ma non vuoi dirmelo...che succede a David? Mia dimmelo per piacere,sono il tuo migliore amico,voglio aiutarti"-dissi io disperatamente
Mia posò la bottiglia su una sedia vuota e cominciò a dire timidamente: "Da un po di tempo David è cambiato,non so cosa gli sia successo...pensavo che era per via del lavoro e allora non gli ho mai chiesto nulla..."
"Ma ti ha mai messo le mani addosso?"- chiesi io preoccupato mentre mi sedevo vicino a lei
"Si...una volta l'ha fatto,era ubriaco tornava da una serata dove sicuramente sarà stato con qualche altra donna"- disse Mia con una voce franta
Io a quelle parole tirai un calcio al cestino fino a farlo cadere e rovesciare il suo contenuto: "Mia dovevi dirmelo,cazzo...che vigliacco di merda,mettere la mani addosso ad una donna...DOVEVI DENUNCIARLO"- le urlai addosso
"Ma io lo amo,Valerio ...lo amo"_ disse Mia continuando a piangere.
Io l'abbracciai forte e le diedi un bacio sulla guancia.
Mentre parlavamo il medico uscì dalla stanza. Noi subito ci alzammo di botto 
"Allora come sta??" -chiesi io preoccupato
"Sta bene,sta bene è convalescente. Fortunatamente non ha avuto nessun trauma cranico. Voi chi siete??"
"Io sono l'amico e lei è la sua ragazza..."-gli dissi indicando Mia-" ha cominciato a urlarle e a picchiarla e non ci ho visto più e gli ho tirato quella bottiglia addosso. E' stato più forte di me"
Il medico sentì e si toccò la barba:" Non so se lo sapevate ma nel sangue del paziente è stato trovato della droga..."

"Droga??"-dissi io sbalordito
Mia a quelle parole non voleva crederci. 
"Mia,mi dispiace ma il bambino che porti in grembo non può crescere con un padre così"- le dissi io accarezzandole la pancia
Mia in lacrime,mi sorrise e chiese al dottore: "Possiamo vederlo?"
"Si ma solo per 5 minuti,poi dobbiamo procedere con gli accertamenti"-disse il medico aprendo la porta
"Ok,grazie mille" -gli risposi

Io e Mia entrammo in quella sala dove c'era David disteso sul letto con una flebo attaccata. Ci avvicinammo a lui
"David...mi dispiace,eri fuori controllo ho dovuto farlo."- gli dissi 
"Basta...smettila e andatevene"-disse David arrabbiato mentre stringeva le mani sul lenzuolo.
Mia che lo guardava si avvicino a lui e lo baciò: "David ti ho amata con tutta me stessa,sei stato un ragazzo fantastico ma purtroppo non puoi essere il padre di mio figlio. Ti droghi,bevi,esci con altre donne...non sei maturo per una responsabilità così grande. Me la baderò da sola,non voglio nulla da te."
David si girò e cominciò a piangere: "Andatevene vi ho detto"
"Pensavo fossi più uomo David,sei proprio un vigliacco...andiamocene Mia,lascialo perdere a sto coglione...neanche all'ospedale meriti di essere portavo"- dissi mentre prendevo Mia e abbracciandola mi diressi verso l'uscita 
"Potete andare"-disse il medico rivolgendosi a noi e chiudendo la porta.
"E adesso?? Dove andrà a vivere??"-disse Mia disperata
"A te non importa,Mia...David è diventato un mostro non è più l'uomo che amavi un tempo. La droga l'ha distrutto,lascialo perdere..."
"Cosa farò io adesso???"- chiese Mia mettendosi le mani nei capelli
"Senti adesso non ci pensare ok?? Domenica ho la trasferta a Napoli,perchè non vieni con me??? Stiamo un po a casa mia...così ti riprendi un po,ok??"
Mia a quelle parole riprese il sorriso e disse: "La partita a Napoli per te è importantissima...giochi da avversario contro la squadra che hai sempre amato...non so se posso"
"Mia figurati,cosa stai dicendo?? E poi devi venire a sostenermi al San Paolo ok???Devi fare il tifo per me...cioè non esultare in modo veemente perchè sono della Juve ma in cuor tuo,esulta per me se faccio qualche bella parata ok,?"-le dissi sorridendole
"Valerio ,hai sempre la capacità di farmi sorridere,ti adoro"- mi disse Mia sorridendomi
Io abbracciai Mia e insieme abbandonammo l'ospedale lasciando David al suo destino 


Sabato mattina decisi di non partire con la squadra sia per non vedere la faccia di Alex ma anche per stare un po con Mia,presi il mio aereo privato insieme a lei. 
"Ehi come stai?"- chiesi a Mia
"Bene,grazie...ho saputo che David sta bene ed è stato dimesso"-disse Mia abbozzando un sorriso
"Bene...sono felice"-dissi fingendo. Non lo ero per niente,anzi tra Alex e David non so a chi avrei più ucciso di pugni.
In circa 2 ore arrivammo a Positano. 
Io e Mia ci dirigemmo a casa Mia prendendo un taxi. Quando arrivammo i miei genitori in lacrime corsero e mi abbracciarono
"Valerio ,siamo felicissimi di rivederti"-disse mia madre con un sorriso smagliante.
"Mia sei venuta anche tu,mi fa piacere"- disse papà sorridendo e dandole un bacio
"E David??Dove sta?"-chiese mamma guardandoci 
"Ehm...è una lunga storia poi ti spieghiamo"- dissi io mentre entravamo e posavamo le valigie.

Si fecero le 13, mamma preparò un pranzetto con i fiocchi: gnocchi alla sorrentina (il mio piatto preferito)
Raccontammo tutta la storia ai miei genitori
"Non ci posso credere...David??Un così bravo ragazzo,si drogava...hai fatto benissimo Mia a lasciarlo stare"-disse mamma mentre sparecchiava-"sono felicissima per il pargoletto,da quanti mesi?"
"2 mesi"- dissi Mia toccandosi la pancia-"se non era per Valerio non so come avrei fatto"- disse Mia sorridendomi e io ricambiai
"Adesso cosa farai?? Crescerai da solo il bambino o la bambina?"-chiese mio padre
"Non lo so,per adesso rimango a Torino poi vedrò"-disse Mia mentre si alzò per aiutare mia madre
"Nono,siediti. Non devi fare sforzi"- ammonì mia madre
"E tu campione,domani hai la partita contro il Napoli...mamma mia non ci voglio credere,mio figlio tifoso napoletano che giocherà contro il Napoli... da avversario juventino"-disse mio padre compiacendosi-"mi raccomando fai qualche papera per noi"-continuò mio padre facendomi un occhiolino
"Se papà,già ho gli occhi dei media su di me,ci manca solo che faccia qualche errore e sto apposto"- dissi io mentre finivo il mio piatto
"Ma quell'Alex che vuole??Come ha osato metterti le mani addosso"- disse mia madre impugnando il mestolo
"Mamma non voglio parlarne,so badare a me stesso ok?"-dissi io sorvolando l'argomento. Neanche volevo sentire il suo nome. 
"Vabbè mamma io e Mia andiamo a dormire siamo stanchi per il viaggio e un po scossi ancora da ieri,ci sentiamo stasera o domani mattina,ciao"
"Buon sonnellino"-disse mia madre mentre lavava i piatti

Io e Mia ci dirigemmo verso la mia stanza. Presi il divano-letto che avevo e lo montai per far riposare Mia. Lo misi affianco a me,così Mia non si sentiva più sola. 
Entrambi ci stendemmo,sentivo ancora Mia piangere di nascosto. Volli intervenire ma preferii non farlo per non colpirla ulteriormente. Dopo un po di minuti Mia riuscì ad addormentarsi e successivamente la seguì anche io mentre ritornavo a vedere dopo un sacco di tempo il sole che illuminava Posillipo. 

La solitudine dei numeri unoWhere stories live. Discover now