19 - Dentifricio e sapone - 🧼

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«È una cosa che sto facendo con Beth, un progetto per una mostra.» Apro un cassetto del comò e tiro fuori una maglietta a maniche lunghe bianca, me la infilo in fretta.

«Hai visto Blake?»

Mi volto verso di lui, si tira su appena, mi scruta, come se volesse scoprire qualcosa dall'espressione del mio viso.

«Credevo fosse con te.» Taglio corto.

«Maggie mi si è incollata e l'ho persa di vista.»

«Magari sta facendo quello che facciamo noi.» Mi infilo un maglione grigio e attenuo la pelle d'oca che mi sta ricoprendo. «Magari anche a lei va di farsi una scopata.» so che gli fa male, ma non posso evitare di dirlo.

L'espressione di Victor si storce. Le sopracciglia si aggrottano. Glielo leggo negli occhi quello che sta vedendo. L'allucinazione della sua divinità venerata dalla lingua di un altro.

«Joh?»

Con un cenno del capo gli chiedo di continuare.

«Dovremmo finirla con questa idiozia.» Lo sguardo di Victor si abbassa.

Sbuffo e soffoco una risata. «Quale, delle tante?»

«Blake.» Pronuncia il suo nome che diventa amaro più del rabarbaro.

«Quindi, che succede?» Pronunciare quella domanda mi fa male alla gola, che continua a chiudersi.

Le sue dita si stringono attorno al lenzuolo e una serie di grinze tese si espandono dalle sue mani. La voce gli esce a fatica: «Lei ti ama.» Deglutisce. «Non vedo perchè non dovresti stare con lei, né il motivo per cui lei dovrebbe stare con un qualsiasi altro stronzo.» Alza gli occhi e cerca i miei. Non l'ho mai visto così Victor, così nudo e fragile. Senza pelle. Con le lacrime agli occhi. Le sue labbra sono una linea retta tremolante. I suoi lineamenti si sforzano di non mostrare emozioni, diventano tesi, cercano di non esplodere.

«Non posso stare con lei.» Deglutisco, ma la gola si è prosciugata del tutto. Mando giù il vuoto.

«Perché, no?»

«Per tanti motivi, Vic.»

Il primo è che non riuscirei a metterle un dito addosso senza che il senso di disgusto mi mangi vivo. Perché, no, io la tua Dea non ho la minima intenzione di scoparmela.

«Quali?»

«Non sono cazzi tuoi.»

Victor si morde le labbra, gli diventano così rosse che ho paura di vederlo sanguinare, come in quei film di vampiri. «Non sei innamorato di lei?»

Mi appoggio al comò, abbasso le spalle e mando indietro a testa, fino a sentire il collo che tira. Ho solo il soffitto davanti, lo sfavillio delle gocce di cristallo del lampadario antico. Piccoli arcobaleni che si schiantano sul bianco.

«Due persone che si amano non devono per forza stare insieme.»

«Quindi, la ami.» La sua risata nervosa riempie la stanza. «Se io avessi mezza possibilità con lei non me lo farei ripetere due volte.»

La mia testa torna dritta al suo posto, i miei occhi lo squadrano, scuoto il capo in negazioni continue. Quello che sto per fare, lei non me lo perdonerà mai.

Do le spalle a Victor, apro il primo cassetto e prendo la lettera. L'ho letta così tante volte che il testo lo conosco a memoria. Passo le dita sulla carta bianca ricoperta di stelle argentate dipinte con il pennarello acrilico. Deglutisco. Mi volto verso di lui e allungo la mano.

«Leggila.»

Nella mia testa risuona ogni parola.

"Sai che non sono brava in queste cose, dico sempre che mi piacerebbe scrivere canzoni, però la verità è che non ho alcun talento con le parole e la chitarra la strimpello a malapena, ho solo la voce e anche se dici che sono sfacciata, ora mi vergogno come un cane all'idea di dirti questo.

La mia calligrafia fa schifo, ma tu sei tra le poche persone che capiscono quello che scrivo, perciò ho deciso che avrei usato una lettera, invece di parlarti.

La verità è che ho il terrore che tu possa spezzarmi il cuore e non sono per niente sicura di riuscire ad arrivare fino in fondo. Nei corridoi la gente si scambia baci e dichiarazioni d'amore come se fossero strette di mano, io invece non sono mai stata con nessuno. Non è perché non mi sia mai innamorata, è l'esatto contrario.

Come fanno a vivere così?

Sostituiscono una persona con un'altra e il loro gioco funziona lo stesso.

Se immagino di baciare qualcuno che non sei tu mi sembra di affogare.

Ora che l'ho scritto, a rileggere quella stupida frase, sta per esplodermi il cuore."

I sentimenti imbevuti nella lettera mi sono entrati dentro. Ho assorbito qualcosa, una sorta di desiderio morboso, che non ha nulla a che fare col sesso. Quell'amore disperato. La simbiosi perfetta. Il dolore purissimo di una penna rossa.

Victor alza lo sguardo sbigottito. Le parole di Blake lo hanno fulminato. «Quando te l'ha data?»

Abbasso la testa, mi mordo le labbra. «Non l'ha mai fatto.»

Restiamo in uno stallo di gesti e di parole. Quel pezzo di carta rimane nelle sue mani e lui non smette di esaminarlo, come se potesse trovarci la verità. Ma quella posso dirgliela soltanto io e alla fine lo faccio: «L'ho raccolta dal cestino, nel 1995.»

Eravamo al secondo anno e Blake non aveva occhi che per te.


SPAZIO AUTRICE: La reazione di Jonas a quello che è accaduto con Catherine è stata un po' strana, lo so. Vi ha confuso?

So che amate Vic, ma io ho un debole per Joh, spero riusciate ad apprezzarlo anche voi nelle sue infinite contraddizioni e debolezze.

Veniamo alla lettera ^^ che ne pensate? Blake aveva degli atteggiamenti strani verso Vic, ora che sapete quello che gli ha scritto, che cosa ne pensate?  

E Joh, perché l'ha tenuta nascosta quattro lunghi anni?

Io sono ancora distrutta nell'intimo dalla conversazione tra i miei due ragazzi e al pensiero di quello che verrà dopo mi maledico da sola.

Restate pronte

Baci

Will


BURNINGWhere stories live. Discover now