Fare Luce

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Capitolo 7 (parte 1)

《Dove stai andando?》 Chiese Cam, abbassandosi appena gli occhiali di plastica rossa.

Era apparso all'entrata della struttura dove si tenevano le lezioni, così all'improvviso che Gio quasi gli andò a sbattere addosso. O forse era già lì e lui non se n'era accorto, nella fretta di arrivare in classe. In ogni caso, il cuore cominciò a battergli forte e le mani presero a sudargli.

《Ehm, a lezione?》 Rispose. Aveva forse l'aria di andare da qualche altra parte? Teneva tra le braccia due voluminosi libri di matematica e un compito di religione finito a metà.

Quello sarebbe stato un buon momento per scusarsi di essersene andato così all'improvviso la sera prima. Ma non riuscì a farlo. Era già in ritardo, perché non c'era acqua calda nelle docce dello spogliatoio, e così era stato costretto a tornare nella sua stanza. E poi, in qualche modo, quello che era successo dopo la festa non sembrava più così importante. Non voleva attirare l'attenzione sulla sua assenza, soprattutto non adesso, dopo che Andrea lo aveva fatto sentire così patetico. E non voleva nemmeno che Cam pensasse che era maleducato. Voleva solo continuare per la sua strada, starsene per conto proprio e buttarsi alle spalle tutta quella serie di momenti imbarazzanti.

Peccato che più Cam lo guardava, meno Giovanni sentiva l'urgenza di andarsene. E meno si sentiva ferito da Andrea. Com'era possibile che uno sguardo di Cam potesse avere un simile effetto su di lui?

Con quella pelle ambrata e i capelli nerissimi, Cam era diverso da qualunque altro ragazzo avesse conosciuto mai. Trasudava sicurezza, e non solo perché aveva conosciuto tutti, e sapeva come procurarsi tutto, mentre Giovanni era ancora impegnato a capire dove si tenessero le lezioni. In quel momento, fuori da quell'edificio grigiastro, Cam sembrava una foto d'artista in bianco e nero, con gli 9cchiali come unico elemento di colore.

《A lezione, eh?》 Cam sbadigliò in modo teatrale. Stava bloccando l'entrata e qualcosa nell'espressione divertita dalle sue labbra fece venire voglia a Gio di sapere che cosa stesse pensando. Aveva una borsa di tela in spalla, e una tazza di caffè in mano. Cam premette stop sull'iPod. Una parte di Gio avrebbe voluto sapere che canzone stesse ascoltando e dove avesse preso quel caffè da mercato nero. Il sorriso divertito che intravedeva negli occhi grigi di lui pareva proprio sfidarlo a chiederlo.

Cam bevve un sorso, alzò l'indice e disse: 《Se permetti, il mio motto sulle lezioni in questa scuola è "meglio mai che tardi".》

Gio si lasciò scappare una piccola risata e cam si risistemò gli occhiali sul naso. Le lenti erano così scure che era impossibile vederli gli occhi.

《E poi》 fece un sorriso smagliante 《è quasi ora di pranzo e io sto andando a un picnic.》

Pranzo? Gio non aveva ancora nemmeno fatto colazione. Lo stomaco gli brontolava e l'idea di essere sgridato da Mr. Cole per essere riuscito a seguire solo gli ultimi venti minuti di lezione era sempre meno allettante.

Indicò la borsa di Cam con un cenno. 《Ne hai abbastanza per due?》

Tenendoli un braccio intorno alla vita, Cam guidò Giovanni attraverso il prato, oltre la biblioteca e il lugubre dormitorio. Davanti ai cancelli del cimitero di fermò.

《So che è un posto bizzarro per un picnic》 Spiegò, 《ma è il migliore che conosca per sparire dalla circolazione per un po'. Dentro il campus, almeno. A volte mi manca davvero il respiro.》 Indicò l'edificio.

Gio era perfettamente d'accordo. In quel posto, si sentiva quasi ogni istante soffocato e messo a nudo allo stesso tempo. Cam, invece, sembrava l'ultimo al mondo a poter soffrire della sindrome da novellino. Era così...padrone di sé. A giudicare dalla festa che aveva organizzato, e dalla tazza di caffè proibita, Gio non avrebbe mai immaginato che anche lui potesse sentirsi soffocare. O che potesse decidere di confidarsi con lui.

Alle spalle di Cam si sbagliava il resto del campus. Da quella posizione, non c'era molta differenza tra ciò che stava davanti o dietro i cancelli del cimitero.

Gio decise di osare. 《Promettimi che mi salverai se crollerà qualche statua.》
《No.》 Ribatté Cam con una serietà che cancellò lo scherzo. 《Non succederà un'altra volta.》

Lo sguardo di Gio cadde sove pochi giorni prima lui e Andrea avevano rischiato di finire davvero al cimitero. L'angelo di marmo non c'era più, il piedistallo era nudo.

《Andiamo》 disse Cam invitandolo a seguirlo. Costeggiarono grandi macchie di erbacce; Cam si voltava per aiutarlo a superare mucchi di terra scavati da chissà chi.

A un certo punto, Gio quasi perse l'equilibrio e si aggrappò ad una lapide per non cadere. Era una grande lastra di marmo lucido con un lato grezzo.

《Questa mi è sempre piaciuta》 disse Cam, indicando la pietra rosata sotto le dita di Giovanni che girò attorno alla lapide per leggere l'iscrizione.

Fallen (Camperkiller ITA AU)Where stories live. Discover now