6. The jacket

57 16 212
                                    

Con la sua giacca di pelle ancora sottobraccio mi avviai verso gli armadietti, contrariata.

Chi si credeva di essere per potermi dare ordini in quel modo?

Se avessi potuto, la sua preziosa giacca, invece di lavargliela gliel’avrei bruciata, pensai.

Ma mentre che rimuginavo tra me e me arrivarono le mie nuove amiche, Anita, Penelope e Julia.

Mi sorrisero e si fermarono a salutarmi.

«Come va?» mi stava chiedendo Penelope.

Ma prima che potessi rispondere Anita e Julia iniziarono a guardarmi stranite, mi indicavano e parlottavano tra loro sorridendo.

«Perché hai la giacca di pelle di James Teller?» urlò Anita, non riuscendo a trattenersi.

«La giacca di James? Dove? Oh, mio dio!» rispose Penelope, che ancora non si era accorta di nulla.

«Volete stare calme? Non è niente di che» perché si comportavano in quel modo? Mi stavano mettendo in imbarazzo, iniziavano a fissarci tutti.

«Niente di che? Ma sei impazzita!» esclamò Julia.

«Ma tu lo sai almeno cosa rappresenta quella giacca?» chiese Penelope, sempre urlando.

«Ma certo che lo sa, non può essere così stupida. Secondo me esce con lui, non gli avrebbe mai dato la sua giacca sennò. Avresti potuto dircelo però, che razza di amica sei?» ribatté Anita, e sembrava davvero infastidita.

Adesso sì che ero davvero confusa, era una semplice giacca di pelle, perché sembrava così importante per tutti?

«Scusatemi, fermatevi un attimo, non sto capendo più nulla. James mi ha dato la sua giacca per pulirgliela, visto che gli ho rovesciato il cappuccino addosso. Per me è più una seccatura che altro, fidatevi che non sto con lui, anzi, è soltanto la sua ennesima bravata da maschilista. Non mi sarei mai abbassata a tanto, ma ammetto che mi ha spaventato un po’, così non sono riuscita a dire di no. È soltanto una stupida giacca di pelle» constatai, ma mentre che raccontavo la vicenda le loro espressioni erano sempre più stranite.

Si guardarono tra loro, per capire sé stessi dicendo la verità, poi annuirono.

«Tu non hai idea di che giacca sia quella non è vero?» mi chiese Penelope, questa volta con gentilezza.

Io scossi la testa, loro mi fecero segno di prenderla e di aprirla per poterla osservare bene.

«Mettiamoci in cerchio davanti a lei, così gli altri non la vedranno, se la gente di questa scuola sapesse che James ti ha dato questa giacca scoppierebbe uno scandalo» disse Anita, tutto quello che stava succedendo mi sembrava troppo surreale, così risi ma feci come mi era stato chiesto.

Con le ragazze che mi coprivano da sguardi indiscreti, presi la giacca e la osservai nella sua interezza.

La macchia che gli avevo lasciato era ben visibile, le ragazze la osservarono, certe che non stavo mentendo.

All’apparenza poteva sembrare una normalissima giacca di pelle nera, ma osservando bene erano state apportate delle modifiche, a mano, vicino al petto erano state appiccicate e cucite delle toppe.

Erano due, una più in alto dove c’era scritto: Anarchist e l’altra più in basso che recitava: Presidente.

Vedendolo adesso mi sembrava assurdo che non me ne fossi mai accorta prima, ma evidentemente essendo sempre presa a difendermi dai suoi insulti non ci avevo mai fatto caso.

«Ma questa è…» sussurrai, ma non sapevo bene come continuare.

«Questa è la giacca del suo club di motociclisti, era di suo padre. È una delle cose a cui tiene di più probabilmente. Ogni membro del club ne ha una, tutti hanno la toppa con su scritto Anarchist, la seconda toppa invece ce l’ha solo Alexander che al posto di Presidente come James ha scritto Vicepresidente. Invece Gavetta ancora ha una giacca normale, in quanto è in prova» mi spiegò Anita.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 08 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Kiss me, love meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora