Capitolo 2.

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Oggi miracolosamente non piove.
La notte non riesco a dormire, il pensiero di quel ragazzo continua a tormentarmi la mente.
Chi è ? Perché non lo ho mai visto? Va nella mia stessa scuola?
Era così scontroso. Avesse avuto una brutta giornata?
Ma perché poi dovrebbe importarmi, nemmeno lo conosco.
Eppure proprio per questa ragione sono ancora più curiosa di scoprire chi è.
Scendo le scale che da camera mia portano in soggiorno, poi mi dirigo in cucina.
-Buongiorno Winny-
-Giorno.-
-Che c'è? Ti vedo stanca-
Effettivamente per colpa di quel ragazzo misterioso non ho dormito una niente.
Ma mica potevo dirgli questo.
-Stanotte non ho dormito tanto bene-
Apro l'armadio dei dolci e prendo la mia solita brioche. Mio padre finisce con un "va bene, stasera vai a letto presto, tesoro" e si gira di nuovo.
Da oggi in poi si ricomincia con il solito ciclo.
Mangio, mi vesto, mi trucco e vado a scuola.
Torno da scuola, faccio i compiti, ceno, e vado a letto.
La mia vita non dispiacerebbe a nessuno, ma io sento come un buco dentro di me, che si ostina a farmi sentire vuota.
Sono la classica ragazza popolare di terza liceo, ho 16 anni, la vita apparentemente perfetta, ma io sono solo una delle tante.
Non posso dire che non ce ne è nessuna come me.
-Vuoi un passaggio per scuola?-
-No grazie papà, voglio godermi questa bella giornata.-
-Va bene. Ciao tesoro, buona scuola!-
-Ciao-
Esco di casa con lo zaino alle spalle e tutta agghindata, tra capelli, trucco e orecchini.
Chissà se oggi incontrerò di nuovo Ethan.
Ma perché mi faccio ste domande? Era pure antipatico quando lo ho conosciuto.
Tuttavia aveva qualcosa che attraeva.
Qualcosa che nemmeno io ancora ho capito.
M'incammino guardando il cellulare.
Ad un certo punto la mia scarpa colpisce un sasso, e inciampo colpendo qualcuno.
Ovviamente non poteva che essere lui.
-Fai attenzione!-
Esclama, prendendomi i fianchi con le mani calde, per non permettermi di scivolare a terra.
-Di nuovo tu?-
Quella domanda detta in modo così acido mi spiazza.
-Lasciami.-
Tolgo i suoi palmi dal mio corpo e incrocio le braccia sotto il seno.
-Ti ho salvato, almeno un grazie sarebbe gradito.-
-Avrei preferito cadere che farmi prendere da te-
Alza gli occhi al cielo e mette una mano in tasca, prendendo il telefono.
-Vedi di non inciamparmi più addosso.-
-Piuttosto mi sparo.-
Ricomincio a camminare e lui fa lo stesso.
Manco lo avessi fatto di proposito.
Non so perché mi viene l'istinto di girarmi.
I nostri occhi si incrociano, i suoi blu e accesi, e i miei di un verde vivido.
Ma tra quelle due pupille vedo solo odio e noia.
O forse...
-Che cazzo guardi?-
"O forse" niente.
-Come se tu non mi stessi guardando.-
A quel punto mi giro di nuovo e questa volta proseguo per la mia strada.
Che ragazzo strano.
Eppure con qualcosa di attraente.
Ma cosa?
                                         ***
-Winter? Winter!-
Sento qualcuno che mi richiama sulla terra.
-Eh? Cosa?-
-Ti sto chiamando da due ore!-
È la mia amica Leslie, nonché mia compagna di banco in matematica, che mi chiama.
-Scusa, scusa, ci sono.-
-Stavo dicendo... oggi andiamo tutti al Bridge. Vuoi venire?-
Il Bridge è uno dei locali più famosi della città, chiamato così perché vicino ad un ponte.
-Non so... e poi tutti chi?-
-Io, Ginger, Austin, Lora, Agata...-
-Vedo se riesco a convincere mio padre, ma credo proprio che dirà di si; in questi giorni non esco molto.-
-Okay!-
Come aspettato, mio papà accetta subito di farmi uscire, e quindi corro in camera a preparami.
Scelgo una minigonna nera abbinata a un top azzurro, con sopra una giacca di jeans.
Dopo essermi finita di truccare ricevo un messaggio da Leslie.
Ti aspettiamo giù, vieni!
Scendo le scale e mi infilo gli stivali a tacco, salutando mio padre.
-Ciao ragazzi!-
-Ciao Winter!-
Entro nel retro della macchina, vicino a Lora e Ginger. Davanti ci sono Leslie, alla guida, e vicino c'è Austin.
Penso che lei abbia una cotta per quest'ultimo, è sempre gentile con lui e arrossisce quando gli sta vicino.
Ma io non sono gelosa. Dopotutto, noi due non siamo fidanzati, anche se mezza scuola pensa il contrario.
-E Agata?-
-Ci aspetta lì.- mi risponde Lora.
Dopo che siamo entrati nel locale e raggiunta Agata, inizio a sentire un caldo fastidioso, quindi mi tolgo la giacca di jeans e me la lego a vita.
-Si muore qui, eh?-
Un ragazzo si avvicina a me e inizia a parlarmi.
-Già.-
Non so perché ma mi comporto freddamente, senza prosperare parola.
Dopo un po' lui si annoia della mia reazione e se ne va via.
Perché lo ho trattato tanto male? Stava solo provando a chiacchierare.
Eppure qualcosa di lui non mi convinceva.
Mi siedo su uno sgabello cigolante davanti al bar, e ordino un cocktail.
-Non sei troppo piccola per bere?-
Mi giro stupita. Ethan.
-Ho sedici anni, non cinque.-
-Ma nemmeno diciotto.-
Trattiene una risata.
Perché non lo sto mandando via?
-Dov'è finito il tuo atteggiamento da "odio tutto e tutti"?-
Alza gli occhi al cielo sempre sorridendo e si siede.
-E poi tu quanti anni avresti?-
-Diciassette.-
-Neanche tu sei maggiorenne allora.-
Ethan alza le spalle e chiama un barista per ordinare qualcosa da bere.
-Perché sei stato così scontroso?-
-Cazzi miei.-
Il suo atteggiamento diventa scontroso, ed evita il mio sguardo.
Fa sul serio? È arrabbiato? Cosa ho detto di male?
-Che hai adesso?-
-Nulla. Non ti conosco nemmeno, perché mi parli? Non so neppure il tuo nome.-
-Sei tu quello che è venuto da me, non io.-
Si alza dalla sedia prendendo la bevanda, incamminandosi verso l'altra parte del locale.
-Winter.-
Si gira con sguardo interrogativo.
-Mi chiamo Winter.-
Senza spiccicare parola si volta e se ne va.
Che problemi ha questo ragazzo?

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 07 ⏰

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