Capitolo 1

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Oggi ritornerò a scuola, ho paura di quello che potrebbero fare i miei compagni di classe; da quando ho litigato con Jane, la "reginetta" della scuola, non mi rivolgono la parola.

Quando Jane si è presentata con la sua scagnozza davanti la nostra classe i miei amici avrebbero preferito scomparire, infilare la testa sotto terra come gli struzzi; nessuno mi è venuto in soccorso quando ha cominciato ad aggredirmi e da quel giorno ho capito che non avrei più dovuto fidarmi di nessuno.

Ora, mentre il paesaggio scorre sotto i miei occhi dietro il finestrino come faceva prima di quel bruttissimo accaduto, penso di non dovermi preoccupare così tanto, magari i miei amici faranno finta di nulla e continueremo la nostra amicizia.

Il tram si sta avvicinando alla fermata di Arthur St. e io mi preparo a scendere, prendo lo zaino, mi alzo in piedi aspettando la fermata ma l'autista ferma bruscamente il tram e io cado a terra sbattendo la testa.

Nessuno si ferma a soccorrermi, proprio come quando il pugno di Jane mi aveva mandato per terra quel maledettissimo giorno, il silenzio regnava, proprio come la paura.

Adesso che sono tutti scesi mi rialzo, la testa mi fa male e devo essermi procurato un bel bernoccolo in pieno volto ma d'altronde non mi importa del mio aspetto fisico, è l'ultima cosa che mi interessa in questo momento, ho altre cose di cui preoccuparmi.

Mentre mi avvio verso la "Nottingham High School" intravedo dei capelli biondi lucenti, proprio come quelli di Jane, il mio cuore comincia a battere velocemente, sento di non riuscire a respirare, faccio retro-front per fuggire da lei e mi scontro con qualcuno... non avrei dovuto girarmi con così poco preavviso, la persona che ho travolto è Jane, i suoi occhi mi fulminano, la sua maglia color viola pastello è sporca di caffè, il solito caffè freddo che era solita prendere ogni mattina al bar vicino la scuola; ho fatto di tutto per non incontrarla, l'avevo anche scambiata per una ragazza dai capelli biondi e stavo scappando da lei ma ecco che mi ripiomba davanti come un macigno pericoloso che cade da una montagna.

Butta con rabbia il bicchiere ormai vuoto per terra e mi dice con rabbia e violenza «Brutto stronzo io ti rovino la vita, disgraziato tu per me sei morto!» e con forza mi spinge contro il muro allontanandosi velocemente.

Ho combinato un bel casino, comme al solito d'altronde; quando Jane dice una cosa la fa, non spreca fiato per sciocchezze, è una condanna a morte, un invito al patibolo e infatti sono sicuro che farà di tutto per rendermi l'esistenza un inferno, mi riavvio verso scuola ma faccio una breve pausa presso lo shop adiacente ad essa.

Entro ed esclamo a gran voce «c'è nessuno?» e da dietro uno scaffale sento una voce che mi risponde «no», accenno un sorriso e mi affaccio per salutare Mr. James,un uomo sulla sessantina, alto e molto magro che era il proprietario dello shop ma per me era un vero e proprio psicanalista infatti era solito ascoltare tutti i miei problemi ma in primis era colui che mi preparava la merenda da quando ero all'asilo.

«Ma quindi cosa è successo la settimana scorsa, ho sentito parlare di te e non erano cose positive» mi disse, io abbasso gli occhi e rispondo «nulla di che», lui scoppia a ridere e dopo ben tre minuti riprende fiato e dice con aria seria «è scoppiata una rissa e non hai avuto la meglio, se questo è nulla di che potrei dirti che i cinnamon rolls che ti preparo da 13 anni sono discreti» mi guarda con un'aria scherzosa e appoggia la busta con i miei cinnamon rolls sul bancone.

Gli rispondo con una smorfia e afferro la busta con la mia merenda, lascio le mie monete e faccio per andarmene ma lui mi ferma e infila le monete nella tasca della mia divisa e mi dice «oggi per Mr. Joe offre la casa», lo guardai sorridendo e lo salutai.

Non mi chiamo davvero Joe, il mio nome è Joseph Hawkins, abito a Nottingham fin da quando sono nato, ho dei capelli neri, degli occhi verdi, degli occhiali e la voglia di vivere sotto i piedi, perlomeno adesso perchè prima ero felicissimo, avevo tanti amici e andavo a molte feste, poi ho litigato con Jane, avevo espresso dei pareri su di lei e questi pareri sono finiti direttamente a lei esposti su un piatto d'argento, quando si è presentata davnti a me con quella maglia rosa con tanto di dedica "FUCK YOU FROM THE BOTTOM OF MY HEART" ho subito capito che l'avevo combinata grossa ma alla fine non è andata molto male, alla fine solo due pugni e un "vaffanculo".

Ora sto entrando a scuola, tutti sono davanti ai loro armadietti, cerco i miei amici ma non li vedo, intravedo dei capelli rosa ma non sono sicuro siano quelli di Chantal, accellero il passo e mi rendo conto che era proprio lei, felice la chiamo «Hey Chant", lei si gira, mi guarda sembra quasi pietrificata, guardo i suoi occhi color nocciola riempirsi di rabbia, io rimango stupito, lei getta i libri che teneva in mano per terra e comincia una scenata «hai anche il coraggio di salutarmi Joseph, ma non ti fai schifo, no perchè a me fai proprio pietà, non osare rivolgermi la parola e stai lontano da me!».

Non capisco cosa stia succedendo, i miei occhi si stanno riempiendo di lacrime ma mi trattengo perchè sta per passare Jane, Chantal raccoglie i libri, Jane passa facendo roteare le chiavi della sua macchina con l'indice e poi fa qualcosa di inaspettato, mette un braccio sulle spalle di Chantal e comincia ad avviarsi verso il bagno con lei, mi guarda e sorride perfidamente.

Comincio a sentire una sensazione strana, una sorta di nausea, un qualcosa di fastidioso, una voglia di urlare e spaccare qualcosa (possibilmente la faccia di qualcuno), corro in bagno, mi chiudo a chiave e comincio a tirare dei calci alla porta, mi faccio sfuggire un grido, sento il suono della campanella.

Sento le lacrime scendere lungo le guance, Jane non si era accontentata della figuraccia che mi aveva fatto fare ma mi aveva messo contro anche la mia migliore amica,vorrei sotterrarla ma non posso, ho davanti a me una scelta: rovinarmi per sempre facendo del male a Jane o tacere per vendicarmi in seguito.

Dopo dieci minuti mi decido di uscire dal bagno, mi guardo allo specchio, ho un aspetto mostruoso, mi lavo la faccia e vado in classe, entro e auguro il buongiorno, a quanto pare però non è un buongiorno, Mrs. Campbell esordisce con «oh, Joseph, ti sei accorto che la scuola non è un optional, finalmente hai deciso di tornare", mi sento per l'ennesima volta preso in giro ma rispondo educatamente «Mrs. Campbell, non sono stato per niente bene, i miei soliti problemi di...», cerco di finire la frase ma vengo interrotto dalla professoressa «di stomaco o di invidia?».

Guardo Mrs. Campbell con disapprovazione, scuoto la testa e corro via.

Sembra di stare in un film, corro per il corridoio della scuola, la professoressa non si scomoda neppure ad impedirmi di andare via, varco la soglia, non si torna più indietro o come disse Cesare varcando il Rubicone "Alea Iacta Est".

Odio tutti.
Odio Nottingham.
Odio quella puttana di Jane.

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⏰ Last updated: May 05 ⏰

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