La felicità dello scrittore

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Gocce di colore nel grigio di un apatico appagamento.

Il dolore di essere un estraneo per la mia famiglia; la gioia di cavarmela da solo in un piccolo appartamento seppur mantenuto da mio padre.
Seppure debba ricordarglielo perché è suo dovere.
Sono il tassello del mosaico della mia famiglia divorziata e rifattasi con nuovi, luminosi pezzi, rimasto nel sacchetto che non puoi dimenticare perchè scritto nelle norme sociali.
Più scrivo, più trovo conforto nel mio mondo, più mi isolo dalla realtà.
"Ritratto di un perfetto hikikomori" questo il titolo del libro della mia vita.

Oh, solitaria beatitudine di chi ha chiuso la porta con un chiavistello d'avorio e sta bene così.

Un nuovo file, le parole aumentano senza quasi seguire nessun filo logico tranne quello di un'elementare fantasia.
Ah, l'euforia di picchiettare sulla tastiera sfrenate fiumane di parole nell'obbligo quotidiano che mi ha reso un mito da seguire ma non imitare.
La qualità non è nella mia indole.
La qualità non vende ma ti può dare una fama duttile nel tempio dell'equilibrio dei libri rossi: stile mediocre, trama misera e ripetitiva, quintali di difetti e buchi di trama ma che lettura appagante!
Perle colorate di plastica su un filo di cotone color rosa scurito dalla polvere del tempo e dal sudore delle dita di mani che lo trattengono per infilare un nuovo colore di una nuova emozione dello schema rodato per avere successo: rosso sangue, nero, giallo tanto giallo pure senza senso* e un tocco di blu.
Aver trovato la via tra seicentosessantamiladiciasette idee; riuscire a soddisfare lettori ammirati (e paganti); finire un progetto tirato a lungo da tempo finché la corda non si rivela cordicella è cuore che sbatte in petto, emozione che riempe di euforia e sicurezza in sè seppure per poco tempo.
È questa la gioia o semplice estasi come quando l'acqua fresca scorre dal lavandino sulle mani roventi dalle dita sudaticce di smartphone tenuto troppo a lungo per rispondere ai commenti sotto a un mio nuovo capitolo postato su Zhongdian o a promuovere la mia novel e scrivere post sovraeccittati su Weibo o su un account Twitter riunito tra i miei fratelli e sorelle di vpn?
La scrittura è il mio essere.
Lavoro per la vostra felicità.
Vivere sul filo del rasoio, una costante nella vita di uno scrittore.
Fatica e divertimento eppure temo di aver sbagliato tattica.
Manco della giusta empatia per leggere tra le righe, allora invento scuse per questo vomitare parole su schermo quasi senza pensare con dita tremanti e cuore palpitante.
Quando torno alla realtà mi sento come se fossi riemerso dall'essermi gettato in mare aperto, i raggi del sole a scaldarmi e la sensazione di toccare come confortante sensazione di rileggere per migliorare dopo e apprezzare così com'è o lasciar perdere.
Indovinate quale via scelgo?
In fondo, il mio osceno pseudonimo non è famoso nei circoli letterari del web per dei capolavori letterari.
È un piacere, mentre lavoro a tre nuovi capitoli da ottomila/diecimila parole l'uno girare sui forum di novel e spargere in giro stupidaggini così come godere delle reazioni altrui.
Bearsi del sapore del ramen dai mille gusti diversi eppure forgiato su una ricetta unica come le mie storie.
Un divertimento nato per caso, scovando le parole di un ID conosciuto: Ineguagliabile Cetriolo.
Quel topic in un famoso forum di novel nato da un'aspra recensione sul mio romanzo marcio di coltivazione di maggior successo e seguito da critiche e lodi in egual misura avrebbe dovuto abbattere il mio ego invece accrebbe la mia curiosità e la minuziosa ricerca di ogni parola di quel cetriolo di ferro.
Poteva sputare veleno nelle recensioni come criticare con toni pacati, gli abbonamenti così come le sue richieste di aggiornamento non finivano mai.
"Un masochista!"
Bastò quello scoppiettante schiamazzare, uno schiaffo sulla scrivania perché il calore della tazza di ramen tra le mie mani si tramutasse in gelido terrore e a cosa, per riaccendere il portatile sperando di salvare il mio lavoro mi portò a sperimentare sul mio corpo la potenza di un tuono divino del nono cielo.
Mani sudaticce, sorriso remissivo, spirito pavido.
Questo sono io.
Sono il dio di questo mondo eppure sono rinato nel personaggio minore dell'infida spia Shang QingHua.
Quale felicità, ricominciare tutto daccapo nel corpo e nel cervello da bebè di colui di cui scrissi poche righe.
Inseguito da un Sistema che mi dice cosa fare per guadagnare punti.
Quale gioia, diventare un discepolo del picco An Ding e farsi umiliare dai discepoli più grandi.
Che piacere sarebbe scappare e poi, sei apparso tu: le mie diciannove parole del mio uomo ideale e del mio ideale di uomo.

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