È in questo momento che Manuel, con un gesto deciso, allunga una mano per afferrare quella del corvino tentando di sedersi di nuovo sul materasso accanto a sé. “Vieni qui, perfavore" dice, la voce un mix di comando e supplica come un gesto che lo invita a liberarsi del peso del mondo là fuori.

“Non c'è bisogno,” mormora Simone, la voce così roca da essere quasi irriconoscibile. “Sto bene, non devi far nulla, è tutto okay.”

Ma l'altro cuote la testa, sente una rabbia dentro che quasi gli fa aggrovigliare lo stomaco “Vieni qui, Simone,” dice ancora, con voce ferma ma gentile, spostandosi ancor più verso il muro e accarezzando il letto con l'altra mano.

Non è una richiesta, è un bisogno, un'offerta di aiuto che il corvino non ha la forza di rifiutare. Ormai incapace di opporre resistenza, accetta l'invito silenzioso, muovendosi con cautela verso il letto con passi incerti, lasciando che il corpo dolorante decida per lui.

Si siede tra le gambe di Manuel, che quest'ultimo ha leggermente divaricato per permettere all'amico di sistemarvici in mezzo, schiena contro petto.

Le braccia di Manuel sono forti e sicure, un contrasto rassicurante con il tumulto interiore che sente imperversare dentro di sé. Lo stringe a sé, e Simone può sentire il calore che emana dal corpo dell'amico, un calore che sembra voler scacciare il freddo di quella partita, il freddo dei lividi, il freddo di tutti quei pensieri che gli frullano in testa da un po.

Le mani di Manuel si muovono con cura, tracciando percorsi consolatori lungo la sua schiena. Ogni carezza sembra disegnare linee di forza e conforto, ricordandogli che non è solo.

Simone si lascia andare, la testa che trova posto nell'incavo del collo del maggiore, dove può sentire il battito regolare del suo cuore, un ritmo che gli ricorda casa, che c'è di più oltre al suo dolore.

La mano di Manuel si solleva, i polpastrelli delicati tracciano le linee del viso del più piccolo, asciugando con dolcezza una lacrima che ha trovato la via di scappare. Poi, con un gesto così delicato, come se questi potesse spezzarsi e fosse fatto di cristallo, deposita un bacio leggero sulla sua guancia, poi sullo zigomo, sulla mascella delineata, seguendo la linea del suo viso fino a raggiungere le sue labbra. Anche lì, dove il dolore è più acuto, vi è un taglio rosso dovuto probabilmente ad un colpo troppo forte ricevuto durante la partita ma il bacio che vi posa è così leggero che non può far male, che in quel momento piangerebbe anche lui.

Il suo Simone, da quanto tempo desiderava baciarlo.

“Io non credo di meritare...” inizia Simone, la voce soffocata dall'emozione e dal bisogno disperato di essere tenuto così, di sentirsi così amato.

“Meriti tutto e di più, Simo" interrompe Manuel con voce bassa e sicura, “Non c'è niente che tu possa fare o dire che mi farà cambiare idea, il mio amore.” Posa un altro bacio, stavolta un po più bisognoso sulle sue labbra, come a voler chiedere scusa per averci messo così tanto ad accettare le cose tra di loro.

La sua voce è un po impastata e le guance sono tinte di rosso caldo. "Mi sento così stupido. Ho perso così tanto tempo... Mi dispiace per averti fatto aspettare, per non essermi fatto avanti prima. Avevo... avevo paura, paura di me stesso, di chi ero e di quanto mi sarebbe costato ammettere i miei sentimenti."

Il minore si volta verso di lui, il volto segnato dalla fatica e dal dolore, ma nei suoi occhi non c'è un minimo di timore. Sposta le mani dal suo volto e vi intreccia le dita.

"Manu, non importa quanto tempo è passato o quanto tempo sarebbe ancora passato... Io ti avrei aspettato sempre. Perché non importa quanto scuro sembra tutto intorno, tu sei sempre stato la luce intorno a me."

Le parole del corvino colpiscono più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

L'accettazione verso se stesso è ancora difficile ma l'amore incondizionato che riceve gli fa abbattere gli ultimi muri che aveva costruito con tanta fatica e per tanta paura.

Si piega un po in avanti, i suoi occhi chiusi per un attimo mentre cerca di regolare la marea di emozioni che lo travolge e forse fermare il cuore che è pronto a danzare ovunque nella sua cassa toracica.

Quando riapre gli occhi, Simone è sempre lì, tra le sue braccia, non è più fatto di cristallo ma sorride anche se si sente un po stupido. È felice e pensa che il dolore che sente forse potrebbe sparire, se solo lo guardasse così ogni giorno, non esisterebbe nemmeno più.

In quel piccolo letto singolo, con la pioggia che continua a cadere fuori, trovano un porto sicuro nelle braccia l'uno dell'altro, promettendo di non lasciarsi mai più andare, di superare insieme le tempeste, qualunque esse siano.

"Non sei solo, Simone. Siamo insieme anche in questo, okay? Non devi sopportare tutto da solo. Lasciami essere il tuo sostegno, lasciami aiutarti a reggere questo peso .. E so che ultimamente tutto sembra troppo pesante. Questa pressione di dover sempre essere il migliore, di non deludere nessuno..."

"Mi sta schiacciando, Manuel."

"Quando ti guardo, quando vedo tutto quello che fai per me, vedo il ragazzo stupendo che sei. Non puoi vederti con i miei occhi ma almeno per un po, puoi provarci?"

Simone si aggrappa a lui, le mani che si stringono nei suoi vestiti, "Posso provarci." ammette anche se ancora un po scosso.

Nella quiete della loro stanza, mentre i respiri di Simone iniziano a calmarsi, Manuel si sente leggere come se Simone sdraiato su di lui in quel momento fosse la cosa più bella del mondo.

"Adesso dormi, per favore," dice accarezzando dolcemente i ricci del minore e incastrandovi le dita.
"Lasciati andare tra le mie braccia, ascolta il mio respiro e lascia che io ascolti il tuo."

Simone chiude gli occhi, lasciandosi cullare dalla presenza rassicurante di Manuel, dal calore del suo corpo che lo avvolge come una coperta. Il suono dei loro respiri, sincronizzati ora, diventa l'unico suono nella stanza, oltre al ticchettio delle gocce contro il vetro.

Si lascia andare completamente, la tensione che abbandona il suo corpo e i muscoli che quasi si sciolgono mentre si affida al conforto offerto dalle braccia del maggiore. Il mondo esterno, con tutte le sue sfide e incertezze, si allontana per un momento, lasciandoli lì, che tanto esistono soltanto loro in quella stanza.

Scivola nel sonno, guidato dal pensiero che nonostante tutto, è esattamente dove dovrebbe essere. E Manuel, osservandolo addormentarsi, con un ultimo bacio sulla fronte chiude anch'esso gli occhi. Il cuore pieno di amore, la mente tranquilla.

Abbracci Nel Buio - Simuel Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu