Io e i miei amici rimanemmo nella villa fino a sera e quando la festa era ormai degenerata e la gente faceva il bagno in piscina me ne tornai a casa con il primo bus, da sola, ormai non correvo pericoli sul mondo terrestre.
Mentre sonnecchiavo sul mio sedile ascoltai distrattamente il discorso di due ragazzi dietro di me.
"Ieri sono andato al parco di spacciatori. Era pieno di spacciatori!" L'amico di quello che aveva parlato disse "oh ma davvero?" Forse erano andati insieme a quel parco perchè erano decisamente fatti, nessun essere umano poteva essere così tardo.

Finalmente hai capito il livello della tua razza. Bofonchiò Brisingr, dimenticavo le belle ore passate senza che sentissi la sua voce.

Mi girai a guardarli stralunata, fingendo di non aver sentito Brisimgr e loro ricambiarono lo sguardo curiosi, scesi alla mia fermata ed entrai in casa.
Mio padre era addormentato sul divano, la testa appoggiata sul bracciolo, un braccio che pendeva e le gambe piegate.
Gli diedi un buffetto sulla guancia e lui si svegliò di soprassalto, mi osservò e sorrise "non dovevi aspettarmi!" Gli dissi "ti viene mal di schiena poi".
Lui borbottò una frase "non sono così vecchio".

Dopo aver dato la buona notte a mio padre, che a differenza di mia madre non si era preoccupata affatto del mio rientro, salii in camera, superai i letti dei due miei ragazzi di casa. Rimboccai le coperte a Miles che respirava risucchiando l'aria circostante, sentii la sua mano poggiarsi sulla gamba.
"Panna montata" borbottò sonnecchiando, quel ragazzo andava a dormire affamato a quanto pareva, spostai la gamba e salii sul mio letto.
Bevvi un sorso della Potz che il gatto dai grandi occhioni mi porgeva e mi addormentai, collegandomi a Pandora esattamente cinque minuti dopo.

Aprirono le porte della sala del discorso quando tutti e duecento i partecipanti rimanenti si radunarono all'esterno di esse. Il principe violento Roy, e pensando a quello mi venne in mente Xanxus, ci aspettava sull'enorme scalinata alla nostra destra, in ordine sparso si posizionammo davanti ai gradini pronti all'ascolto, tutti e nove a guardare quel biondo schizzofrenico, ebbene si, uno del Campo se n'era andato. Sua sorella minore, giovane dodicenne, lavorava in una locanda che era stata presa di mira da alcuni teppisti della città e lei aveva rischiato di perdere il lavoro. Poiché la famiglia di Matthew Clint aveva difficoltà economiche lui era dovuto andare in soccorso alla sua famiglia. Nulla gli aveva fatto cambiare idea.

"Benvenuti giovani Cavalieri e Guerrieri, congratulazioni per aver resistito." Lo sguardo di Roy si poggiò su di me, gli feci una linguaccia. Alla faccia sua che sperava me ne andassi, aveva provato in molti modi a farmi andare.
Spesso mi ero ritrovata sola in corridoi, circondata da brutti ceffi, alcuni sicari avevano anche attaccato il campo, le nostre provviste erano state avvelenate -e la povera Savannah aveva dovuto passare una settimana in infermeria-, nella nostra tenda erano anche stati buttati degli Scrimplix -ignobili esserini grandi come delle mele e dalle facce raggrinzite come prugne il cui scopo era distuggere le cose, sia materiali che non, come la mia pazienza. Per non contare le visite del principe in cui mi degnava dei suoi macabri discorsi.
Vidi le labbra di Roy piegarsi in un involontario sorriso.

"Come alcuni di voi ricorderanno le gare di Abilità erano solite essere cruente e sanguinose, ma per rendere questi giochi accessibili a tutte le fasce di età abbiamo deciso di rendere il tutto più tranquillo. Dovrete seguire una tabella di marcia, la mattina ci saranno gli allenamenti liberi, poi il pranzo con le proprie squadre e il pomeriggio alcuni luoghi verranno adibiti per i giochi. Potrebbero anche esserci gare al mattino ma non è assicurato." Sembrava deluso che non ci sarebbe stato un bagno di sangue.

Io mi rilassai, l'idea di fare delle innocenti gare non era poi così male.
"Il tutto verrà registrato e mandato in via ologramma a tutti i Nembus e dispositivi elfici, tutti potranno vedere ciò che fate sia sul Campo che dietro le quinte, grazie alle nostre Loubel", una graziosa libellula dalle dimensioni fuori dal normale, si poggiò leggiadra sul palmo della mano -rivolto al cielo- di Roy.
"I fine settimana però i bambini non dovrebbero stare davanti ai Nembus e così in quei giorni ci dedicheremo a sfide un po' meno pacifiche fra le squadre, per un pubblico più esigente." Un ghigno si dipinse su quel volto angelico.

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