CAPITOLO 45 - LUNGA NOTTE

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Si ritrovò in una costruzione di legno, abbandonata da tempo, completamente chiusa sui quattro lati, molto simile a una rudimentale casetta sugli alberi. In un angolo il tetto era sfondato e il pavimento coperto di foglie e rami secchi. A intervalli regolari sulle pareti, piene di antiche incisioni, segni del passaggio di qualcuno, c'erano una decina di larghe feritoie che in un'epoca passata probabilmente permettevano di sorvegliare la zona sottostante. Sembrava un luogo fuori dal tempo dimenticato da tutti e da tutto. Era così ben mimetizzata da rendere impossibile accorgersi della sua esistenza da basso per un occhio inesperto.

L'uomo tirò sù la scala a pioli e chiuse la botola.

È una vecchia torretta di avvistamento, il Regno ne è pieno. Qui saremo al sicuro stanotte.

Iris si guardò attorno, non c'era nulla, a parte una sedia sgangherata, una panca, dei vecchi stracci e alcune lanterne. L'aria era polverosa.

Non è molto ospitale. Questa serata non era prevista.

«Andrà benissimo» disse lei sincera.

I due si diedero da fare per ripulire almeno il pavimento della torretta, poi dopo essersi sistemati per terra a gambe incrociate mangiarono in silenzio, alla luce di una delle vecchie lanterne arrugginite. I soldati li avevano riforniti di pane, formaggio e carne secca, quanto bastava per rifocillarsi. Si scambiarono sguardi complici durante il pasto, ma la ragazza era distratta, aveva tanti pensieri per la testa, che non riusciva a tradurre a parole e continuava a guardarsi attorno non appena udiva un rumore sospetto. A Hektrien non sfuggì la sua espressione tesa e il tremore delle sue mani.

Voleva sapere tutto di suo fratello, ma non osava chiedere. Fu l'uomo a introdurre l'argomento, vedendola a disagio.

Vuoi che ti parli di lui?

La ragazza annuì.

Ho mantenuto il segreto per tutti questi anni, perché volevo onorare una promessa. Non volevo mentirti. Volevo proteggerlo dagli altri e da sé stesso. Vuoi parlargli? Vuoi che torniamo indietro?

«No» disse scuotendo il capo. «E' troppo presto, io non so cosa provo, non saprei cosa dirgli. È tutto così complicato».

Qualunque cosa tu decida di fare, sarò qui per sostenerti.

Iris sorrise. Era un sorriso triste, ma grato.

È un bravo ragazzo, ma è debole, non sa resistere alla pressione. Metterebbe a rischio la stabilità dei Regni. Come potrebbe reclamare il Trono qualcuno che ha servito nelle fila nemiche e che si è finto morto per quindici anni? Il popolo vuole te, è affezionato alla tua storia. Sei un simbolo, sei speranza, sei la sola che possa guidarci tutti fuori dalla tenebre.

«E se io non volessi?».

Io credo che sarà la tua moralità a vincolarti. Mi fido della tua bontà, farai ciò che è giusto, per il bene comune, perché è nelle tue possibilità.

La ragazza era tutt'altro che convinta. L'uomo si avvicinò e l'abbracciò.

Devi riposare.

«Che succederà domani?».

Cercheremo Nemiah. Ora dormi.

Le poggiò il suo mantello sulle spalle e lei si adagiò sulle assi di legno del pavimento, mentre lui si allontanava per montare la guardia. Lo osservava in silenzio e nonostante la paura, non poteva fare altro che sentirsi grata di essere con lui. Quella serata, nonostante la particolarità della situazione, ai suoi occhi di ragazza inesperta in fatto di amore, sembrava tanto un primo appuntamento. Era felice, ma nervosa. Non sapeva cosa aspettarsi, ma voleva di più.

The night drowns in dawnOnde histórias criam vida. Descubra agora