Capitolo 161 - Scommessa -

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Roverbella

- Comandante! Comandante! - gridò una staffetta, piombata terrorizzata nel quartier generale di Bonaparte. Alcune guardie gli stavano sbarrando la strada, per via della furia con il quale l'uomo era entrato nella Villa Gobio, che Napoleone aveva occupato momentaneamente, che era stato il quartier generale austriaco fino a qualche tempo prima - Vi prego... fatemi passare... ho delle informazioni urgenti... per il comandante! - riferiva con un tono molto alto e affannato.

- Fatelo passare! - sentirono dalla stanza del comandante e le guardie lo fecero avanzare, perplesse e preoccupate. Doveva essere accaduto qualcosa di estremamente grave - Allora? Cos'avete da riferirmi, cittadino? - domandò il corso, cercando di non mostrare alcun segno di timore; doveva mostrare autocontrollo, qualsiasi fosse la notizia che gli avrebbe riferito. Quando la staffetta prese parola, gli occhi di Bonaparte si erano spalancati sempre di più: gli austriaci avevano attaccato la guarnigione ubicata a Brescia, assieme agli ospedali - E non è tutto purtroppo, comandante! - aggiunse ingoiando la saliva - Anche vostra moglie ha rischiato la cattura - disse tutto d'un fiato.

- Che cosa? - sobbalzò Napoleone, trovandosi in piedi, tremando - Dov'è ora? Come sta? - gli domandò a raffica; doveva sapere, seppur la colpa lo attanagliasse nel profondo. Era stato lui a dirle di allontanarsi da Milano per andare a Brescia e aspettarlo, seppur lui stesso avesse mancato i giorni che aveva stabilito, stava cercando di organizzarsi per poterla finalmente incontrare. Le aveva garantito la sicurezza della città, forse si era autoconvinto egli stesso di non dover temere attacchi, ingenuamente. E invece non era nemmeno accanto a lei, nel momento del bisogno...

- Vostra moglie ora è al sicuro, comandante, probabilmente starà ritornando a Milano - lo rassicurò dicendo anche - E a parte lo spavento, sta bene, non dovete preoccuparvi, così come pure gli uomini attaccati all'ospedale, per fortuna non ci sono state vittime gravi

Si fermò quando vide un'ombra scendere sul viso del comandante - Wurmser la pagherà per quelle lacrime! - sentenziò infine, tra i denti, dimostrando una rabbia che non possedeva. "Ma come? La mia paura è giustificata, il nemico ha davvero intenzione di accerchiarci, procedendo verso sud, dopo aver occupato temporaneamente i territori presenti ad ovest e a nord, rispetto a noi". Per la prima volta Bonaparte si sentì spiazzato, quel Wurmser lo stava mettendo seriamente alle strette, aveva molte idee da poter tramutare in piani strategici "Però questa volta, non posso completamente agire da solo...ho bisogno di consultarmi, Joséphine, fatti forza, al momento non posso proprio abbandonare le mie armate".

L'ombra si dissipò e con voce calma, guardando fissò l'uomo che si trovava di fronte, disse - Diramate a tutti i generali di divisione la notizia di un consiglio di guerra che si svolgerà nel pomeriggio! - puntò il dito in direzione della porta - Agli ordini - e la staffetta si allontanò al pari di un fulmine, dopo essersi messa in posizione. Rimasto solo, Napoleone poté emettere un lungo sospiro e crollare sulla sedia. "È l'unica soluzione che posso adottare, una volta conosciuta l'intenzione delle mie armate e controllate le carte, agirò di conseguenza" si coprì il volto con le mani, liberando l'inquietudine che lo opprimeva, avrebbe voluto soltanto urlare "Non devo cedere all'istinto, ora più che mai devo mantenere il controllo".

Augereau fu tra i primi ad arrivare al quartier generale, anche perché era stato il comandante stesso, qualche giorno prima, a riferirgli di fermarsi proprio a Roverbella: 'Ogni minuto è prezioso' aveva iniziato il dispaccio 'il nemico ha sfondato la nostra linea in tre punti: è padrone di due punti importanti, la Corona e Rivoli' era stato breve e coinciso come li stava abituando 'Vedrete che le nostre comunicazioni con Milano e Verona sono state tagliate. Aspettate nuovi ordini a Roverbella; verrò di persona'. Probabilmente Bonaparte stava pensando a questa riunione già da un paio di giorni, ma aveva voluto attendere ancora, prima di convincersi totalmente, pensava, nel mentre camminava lungo il corridoio.

L'Uomo Fatale [In revisione]Where stories live. Discover now