1. ingresso

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Non era mai stata brava a gestire l'ansia, quella sensazione alla bocca dello stomaco che le provocava un senso di vomito e faceva sì che si mangiucchiasse le pellicine del labbro inferiore, ormai lacerato, mentre del sapore metallico stuzzicava le sue papille gustative. Quello fu il campanello d'allarme che le fece capire che forse avrebbe dovuto smettere di martoriare la sua povera bocca innocente, eppure non era mai stata agitata come in quel momento.
Si muoveva freneticamente avanti e indietro nello stretto corridoio che la separava da quel palco dove, di lì a poco, si sarebbe esibita e avrebbe mostrato a tutti il suo talento. O almeno lo sperava. Sperava davvero che l'ansia non le giocasse brutti scherzi, che non le facesse sbagliare nemmeno un singolo passo. Quello non era affatto uno scherzo. Amici non era uno scherzo: un solo sbaglio e chiunque fosse stato a chiamarla perché intrigato da lei e dalla sua danza, avrebbe potuto cambiare idea.

Si ritrovò dunque a fare dei sospiri profondi nella speranza di calmarsi, e in parte ci riuscì, soprattutto quando si rese conto di non potersi rovinare da sola. Non in quel momento.

Sapeva che tra poco sarebbe stata invitata ad entrare quando Simone il fonico le aggiustò il microfono e le fece delle raccomandazioni che lei nemmeno comprese, troppo presa a ripassare mentalmente ogni singolo passo della coreografia che aveva portato. Era senza dubbio il suo cavallo di battaglia, quello. Non poteva e non doveva sbagliare. Sarebbe stata una delusione in primis per se stessa, e probabilmente anche per la sua mamma che, da qualche parte, la guardava. Era lì soprattutto per lei.

Di tanto in tanto qualche professionista, chiamato ad esibirsi per dimostrare le coreografie, le passava accanto e le lasciava una carezza lieve sul braccio, riuscendo a comprendere lo stato d'ansia e agitazione in cui la ragazza si trovava in quel momento. Lei ricambiava con un sorriso - anche se pareva essere più una smorfia - ringraziando coloro che aggiungevano frasi come "Sta' tranquilla e semplicemente danza". Ed era quello che avrebbe fatto: danzare.

Si poggiò contro il muro, decidendo di smettere di scervellarsi troppo e di viversi il momento, e quindi prestò attenzione alla puntata che in quel momento stavano registrando. Sorrise quando vide Ayle, un ragazzo di Livorno che come lei era stato chiamato dalla redazione, ottenere un banco dopo aver ricevuto da quattro professori, dunque dalla maggioranza, ed entrare nella squadra della Pettinelli. Fu felice per lui, soprattutto perché si erano scambiati qualche chiacchiera poco prima che venisse chiamato da Maria. Le era sembrato un ragazzo molto simpatico e alla mano, ma che come lei avesse tanta ansia. Anche l'inedito che aveva portato le era piaciuto molto. Sembrava mettere tutto se stesso quando cantava e la professoressa lo aveva capito.
Sperava di avere la sua stessa fortuna.

Poco dopo danzò Nicholas, allievo di Raimondo, che aveva affrontato un compito di Emanuel Lo. Non aveva seguito l'esibizione - troppo presa dai suoi pensieri - dunque non sapeva come effettivamente avesse ballato, ma in ogni caso, nonostante le critiche della Celentano e del mittente del compito, che gli diede un'insufficienza, Raimondo pareva non avere dubbi: il suo allievo, nonostante stesse visibilmente indietro rispetto agli altri, meritava di stare lì e di imparare.

Il ragazzo tornò al suo posto e venne chiamato a scendere Holden, un cantante, che doveva affrontare un compito mandato dalla Pettinelli. Sorrise lievemente nell'udire quel nome d'arte. Holden. Non poteva essere un nome scelto a caso.
La ragazza non aveva seguito molto Amici da quando era iniziato. Ogni tanto le era capitato di vedere qualche foto su Instagram e qualche video su TikTok ma non aveva mai prestato troppa attenzione ai concorrenti e alle loro doti. La domenica non era solita guardare la registrazione, così come durante la settimana succedeva la medesima cosa con i daytime. Era sempre chiusa in sala a ballare e ad allenarsi, spesso da sola e spesso con Claudia, la donna che aveva creduto in lei dalla prima volta che l'aveva vista danzare a soli sette anni, sebbene all'epoca cadesse ad ogni più semplice passo.
Doveva ringraziare molto la sua insegnante e sperava di renderla orgogliosa.

NUVOLA | HoldenWhere stories live. Discover now