Capitolo 13 - La Fiera

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Mi circondarono all'improvviso, ognuno di loro, prima che potessero tempestarmi di domande, buttai io la mina iniziale.

"Qualcuno di voi... E' venuto a farmi visita?"

"Eh?" Riconoscevo Olivia confusa. "No no, ti abbiamo aspettato qua. Non sapevamo se fosse sicuro, sai... Con tutta la questione durante la partita ieri. Quindi abbiamo semplicemente deciso di chiedertelo indirettamente per messaggio, o saremmo venuti, certamente."

"Nessuno di voi? Davvero?" Insistevo, ma non sembrava dare risultati, sentivo solo dei leggeri no che volavano per l'aria.

Dom pareva il più confuso di tutti, si grattava la testa.

"Hey, è... Tutto ok? Mi pari pallidino, e poi fai tante domande. Che è successo? Come mai ti hanno preso?" e così, Dom aveva acceso il fuoco, e la capanna bruciava. Tutti cominciarono a farmi le domande a cui tanto non volevo rispondere, e io che ero già confuso, rimasi ancora più inabile nel rispondere.

Io decisi semplicemente di non rispondere, e di dire che non era successo niente. Mi guardarono tutti, altrettanto confusi, ma quando compresero che non avrei detto niente, finalmente rinunciarono, e ne ero leggermente grato.

"Non importa, ci dirà quello che vorremmo sapere dopo, giusto?"

In realtà non avevo intenzione di dire assolutamente niente a nessuno, ma non potevo negare che se non avessi detto qualcosa di affermativo non sarei uscito da lì vivo, e quindi li soddisfai tutti.

"Perfetto!"

Presi quel momento per cambiare improvvisamente direzione nel discorso. Mi pareva che in quella specifica giornata non fossero tutti troppo svegli.

"Di che parla questa fiera?"

"Non te l'ho già detto?" Intervenne Olivia, io comunque ci tenevo a premere sulla cosa, anche perchè era l'unica cosa a cui potevo pensare al momento.

"Si ma, non mi hai detto molto... Pensavo che detto faccia a faccia avrei capito meglio, e poi non ricordo esattamente che cosa tu mi abbia detto via messaggio."

"Beh, come ti ho detto, è la festa del paese. Ogni paese ne ha una alla fine, no? Dovrebbe essere una festa agricola per sai... Festeggiare l'agricoltura? Abbiamo un grande successo in quel campo!"

Non pareva convintissima nel dirmelo, anzi, sembrava che neanche lei avesse la minima idea di che cosa stesse dicendo, ma decisi di non premere troppo sulla cosa e di lasciare stare, in ogni caso le informazioni base me le aveva date.

Però c'era ancora un punto a cui tenevo. Qualcosa che volevo capire.

"Come mai dovremmo andarci esattamente?"

A quel punto si infilò dentro Dom, con la sua solita aggressività.

"Lì c'è tutto, già dal nome si capisce no? E' una fiera, dopotutto!" A quel punto, come nel desiderio di specificare un pochino, cominciò a parlare anche Elia, con un tono fortunatamente molto più moderato.

"Non solo il cibo è in sconto, ma ci sono diversi eventi. Con tutta la gente che si ammassa, ognuno prende la propria occasione per fare soldi, non credi?"

In effetti suonava ragionevole. Dom fulminò per un secondo Elia, per il modo in cui lo aveva interrotto, con quel suo tono da intellettuale, che un po' tutti noi odiamo.

Lo guardai leggermente divertito, era totalmente diverso dal Dom che avevo incontrato prima. Doveva trattarsi del finto Dom, oppure era genuinamente furioso, non lo sapremo mai, ma mi piace avere una decente immagine riguardo a lui.

"Quindi, andiamo?"

"Certo, sono stanca di aspettare!" Esclamò Michelle, ma non prima di ficcare il naso in affaracci non propri. "Ma Rosa? Non l'aspettiamo?"

No, non l'aspettiamo.

Fu quello che desideravo esclamare, ma non avrei potuto, né avrei potuto davvero spiegare il perché avessi detto una cosa simile, e il perché sapessi di una cosa simile. Vennero però a soccorrermi. Dom, col suo solito tono infastidito, le diede una leggera botta sulla testa.

"Andiamo! Abbiamo aspettato troppo. Figurati se stiamo qua ad attendere una che a malapena parla."

Ero grato di questo suo intervento. Avrei voluto dire qualcosa a riguardo ma compresi che neanche io avevo così tanto a cuore Rosa.

Mi importava di capire il suo destino solo perché non volevo finire come lei. E per quanto egoista un'affermazione del genere potesse parere,

Dopo aver deciso tutti quanti che non saremmo rimasti ad aspettare, ci incamminammo verso la fiera prendendo la solita via per il centro paese.

Ancora coperti dai tetti delle case, che ci fornivano una discreta protezione da quell'aggressivo sole, potevo dire in quel momento di avere la testa altrove da tutte le ansie che mi prendevano, ma non potevo comunque dire di essere totalmente al sicuro. Non lo ero. Era una minuscola pausa.

Avrei compreso di chi si trattava, prima o poi. Dovrei farlo presto, per di più. Perchè in questo momento sono in svantaggio.

Prima che potessi ricadere nel dungeon dei miei pensieri, venni svegliato ancora una volta dalla pianta della discussione, e per l'ennesima volta riguardo ad un argomento stupido, o almeno, stupido per me, non so come loro si sentano a riguardo.

"Il negozio di giocattoli è aperto." Esordì Olivia.

"Siamo grandi, non ci servono." Rispose immediatamente Dom, ero ancora una volta d'accordo con lui. Due punti per Dom.

"No, non in quel senso, dovrebbe esserci un contest."

"Per cosa?" L'interesse pubblico si buttò su quelle parole.

"Lo scoprirete all'arrivo." Dannazione a te Olivia, ci hai buttato nella tua trappola. Il peggior Cliffhanger nella storia, o almeno, un degno candidato.

Il percorso non era così lungo, e ci avevo fatto l'abitudine, quindi arrivammo al centro relativamente in fretta.

Sbucammo proprio alla piazza, e ciò mi diede la perfetta occasione di vedere tutta la fiera nel suo splendore.

Davanti a noi si presentava una singola strada che costituiva la strada principale. Tutti i ristoranti, bar e cafè attorno ad essa erano aperti, e la maggior parte di loro faceva il passo in più nel semplice atto di posizionare le sedie anche fuori.

La gente si incamminava ovunque, tanto che non c'era il solito silenzio, ma bensì un uragano di voci sconosciute.

Oltre a quello nient'altro dava molto carattere, se non la presenza abbondante di macchinari da agricoltura, come trattori, che sfilavano per la stradina o semplicemente sedevano come per vantarsi. La strada era sbarrata da due automobili della polizia, nel senso che non potevano passarci le persone in auto. Poteva suonare stupido ma... La presenza di quelle auto mi dava quel minimo di sicurezza necessario per non ricadere nei miei pensieri.

Facemmo in fretta ad andare nel luogo designato da Olivia però, un... Negozio di giocattoli. Nonostante suonasse estremamente infantile, anche per noi, doveva trattarsi di qualcosa di più. O non ci sarebbe stato tutto quel chiasso nel portarci. Oh, giusto, il contest, ecco che cosa c'era di tanto interessante.

All'improvviso entrammo. Il luogo era pieno, ma si presentava come abbastanza normale.

Diversi scaffali ai lati mostravano la presenza di elementi acquistabili, ma parevano di sfondo al momento. C'era un focus aggiuntivo sul centro del luogo.

Un unico tavolino, posizionato tale da essere il protagonista del negozio.

"Quindi avete osato venire." Una voce misteriosa, ma leggermente familiare passava per le nostre orecchie.

Ci voltammo tutti verso Olivia, che buttò giù un'innocente sorriso.

"Non dirmi che..." Elia fu il primo a comprendere, io non avevo ancora la minima idea di che cosa ci fosse da temere.

"Non lascio mica i conti non saldati!"

Dall'ombra, apparvero i nostri temuti avversari, Lontrago Est. Ovvio che quella voce mi parve familiare, era di Amelia.

Mi puntò il dito, e urlò aggressivamente.

"Credevi che quei poliziotti potessero portarti via da una terribile sconfitta, ma brucerai per causa nostra, morte a voi!"

StomachevoleWhere stories live. Discover now