Magari...

Nella speranza mi arrampicai fino al tetto, rischiando di scivolare sulla melma marcia delle travi di legno. Allungai l'antenna al massimo e ritentai.

«C'è nessuno? Vi prego, rispondete! Sono da solo, non so cosa fare...c'è qualcuno? Chiunque!»

Ma non funzionava.

Vi prego.

Scesi dal tetto e tornai in casa, ancora più scoraggiato di prima.

Poi sentii qualcosa.

«No...colpa tua...vicino...lo sento...cuore»

Andai in salotto, ma non c'era nessuno. Non ci capivo più niente. Quel posto era...malvagio. Si prendeva gioco di me.

E a quel punto mi venne un'idea. Poteva funzionare...forse.

Valeva la pena tentare.

Afferrai il telefono. Alzai la cornetta. Feci il nostro numero di telefono.

Pochi secondi dopo sentii una voce che non pensavo avrei mai più risentito.

Mamma.

«Pronto?»

«Mamma! Mamma sono io! Will! Sono così spaventato, ti prego devi-devi venire a prendermi. Qua è così buio e-»

«Pronto? Lonnie?» La mia speranza fu nuovamente schiacciata. Lei non poteva sentirmi.

«Hopper? Chi è?»

«Mamma ti prego sono io! Sono Will! Ti prego-» mi vennero le lacrime agli occhi. Feci dei respiri profondi per calmarmi.

«Will? Will?!»

«Mamma si, sono io! Ti prego devi aiutarmi-» ma mi dovetti presto ammutolire. La creatura, il mostro, si era presentato nuovamente.

Vidi la sua figura scura aggirarsi fuori dalla casa, facendo quei suoi versi inquietanti.

«Chi è??» Mamma sembrava sull'orlo di piangere.

«Che cosa hai fatto a mio figlio? Dammi indietro mio figlio!»

Aiutami mamma, ti prego.

«Mamma!» Urlai. Non so come come ma un'energia passò attraverso il telefono e...la connessione si ruppe.

«Mamma...?»

Niente da fare. L'unica opportunità di comunicazione si era appena fritta.

E io dovevo nascondermi, perché il mostro mi stava cercando.

Uscii dal retro della casa e corsi nel bosco, nel tentativo di seminarlo, almeno per quel momento.

Vidi una figura. Una ragazzina con i capelli rasati mi apparve come in una visione. Che durò solo pochi secondi.

Fu come un sogno molto breve ad occhi aperti.

«Will!»

«Will Byers!»

«Siamo qui per te caro!»

Delle voci mi colpirono come un uragano.

«Sono qui! Perché non mi vedete! Sono proprio qui! Aiutatemi!»

Mi accasciai contro un albero con le ginocchia al petto.

«Sono proprio qui...»

Le voci provenivano da tutto il bosco. Nel frattempo avevo acceso la torcia. La luce andava e tornava, ma era abbastanza.

Poi li sentii.

I miei amici.

«Will!» Era Mike. 

Mi stavano cercando? 

O era solo un altro sogno?

«Byers!»

«Ho il tuo X-Men 134!»

Erano come degli echi lontani.

Eppure c'erano.

Udii dei rumori e mi affrettai a spegnere la torcia. Le voci erano sparite.

Qualcosa mi passò abbastanza vicino. Mi tappai la bocca, per non fare alcun rumore. Sono sempre stato bravo a nascondermi.

Quel qualcosa passò oltre.

Merda

Il fucile! 

Dove lo avevo lasciato?

A casa mia.

Il quel posto.

Mi affrettai a tornare, sperando che la creatura non fosse lì ad aspettarmi.

Dopo un bel po' di tempo raggiunsi la casa. Il fucile era rimasto in camera mia.

Lo afferrai e feci mente locale.

Era già un giorno (probabilmente?) che mi trovavo là dentro. Avevo una borraccia con dell'acqua, un solo pacco di Reese's Pieces, una barretta ai cereali, una torcia (avevo delle pile? Forse le potevo trovare nel cassetto in camera mia, ma se è tutto marcio dubito funzioneranno) e un fucile.

Quanti erano i proiettili? Li contai.

Erano tredici in tutto.

Me li sarei fatti bastare, nel caso avessi dovuto...

Cosa ci aveva insegnato Mr. Clarke?

Per sopravvivere il corpo ha solo bisogno di acqua. Senza cibo può avere una speranza di sopravvivere, ma senza acqua devi accettare la tua fine.

Quella borraccia era la cosa più preziosa che avevo, insieme ai proiettili.

Le Reese's Pieces fanno venire sete? Si...sono cioccolato al latte e burro d'arachidi.

Per durare il più a lungo possibile avrei dovuto razionare la barretta. Un morso al giorno e...quanto sarebbe durata, tre giorni? Due?

Pensa ad altro. Prova a non pensare alla fame e alla sete. Devi resistere.

Ma erano 24 ore che non mangiavo o bevevo nulla. Ed ero un bambino. Stavo crescendo e non ero più abituato a stare senza cibo. (Devo ammettere che Mike ci viziava un po' alle campagne di D&D.)

«Solo...solo un morso.» Sussurrai.

Aprii la barretta e le diedi un minuscolo morso.

Aprii la borraccia e presi un piccolo sorso.

E basta. Quella era la mia colazione, pranzo, merenda e cena di quel giorno.

Devi riposare Will. O non ce la farai. Il cervello ha bisogno di rigenerarsi.

Non potevo rischiare. Ma ero stanchissimo. Avevo corso tutto il giorno per il bosco.

«Solo per cinque minuti...» mi appoggia al muro dietro al mio letto. Era un bel punto, nascosto.

Controllai che il fucile fosse carico e pronto a sparare. Ripensandoci non era né molto saggio, né molto sicuro, ma lo feci lo stesso. Mi misi il fucile in braccio, senza sicura, e scivolai lentamente tra le braccia di Morfeo.

You'd have to stop the world just to stop the feeling -Byler (ITA)Where stories live. Discover now