Everett Clopton?

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14 settembre 1892

Caro diario,

come presagivo, questo ultimo anno è carico di aspettative e pressioni accademiche. Appena iniziate le lezioni, i professori non hanno perso tempo a presentarci i M.A.G.O.

Magie Avanzate Grado Ottimale.

Sono gli esami finali, molto più difficili dei G.U.F.O.

I corsi che servono a conseguire i vari M.A.G.O. non sono obbligatori e possono essere seguiti solo da coloro che hanno superato con un certo voto il corrispondente G.U.F.O.

Io, così come molti dei miei amici, abbiamo tutte le carte in regola per venir vessati dai professori per spronarci a dare il meglio, avendo superato gli esami G.U.F.O. in molte materie.

La professoressa Hecat, giorni fa, al termine di una sua lezione si rivolse a me con fare secco e deciso: «Tu, vieni un momento, ho qualcosa di importante da dirti.»

Mi avvicinai, il cuore in gola, chiedendomi cosa avessi fatto per meritare un tale invito. Gli altri studenti, curiosi, lanciavano occhiate furtive mentre uscivano dall'aula.

Una volta che la porta si chiuse alle nostre spalle, lasciandoci in una quiete carica di aspettative, la professoressa Hecat appoggiò le mani sulle mie spalle e mi osservò intensamente: «Diventare un Auror... richiede più che semplice talento o interesse per le arti oscure. Richiede determinazione, coraggio, e soprattutto, eccellenza. Gli aspiranti Auror devono superare cinque M.A.G.O. con il giudizio 'Oltre Ogni Immaginazione'. È un traguardo arduo, ma non impossibile.»

I suoi occhi brillarono con una sfida tacita, mentre le parole echeggiavano nella stanza, cariche di un peso che non avevo mai considerato pienamente fino a quel momento. La possibilità di diventare un Auror aveva sempre fluttuato ai margini dei miei sogni.

«Perché me lo dice?» La domanda scivolò fuori prima che potessi trattenere le parole, sospinte dalla curiosità e da un timido barlume di speranza.

Per la prima volta, vidi un sorriso accennarsi sul volto severo della professoressa Hecat. «Perché vedo in te il potenziale per raggiungere quel traguardo. Ma non fraintendermi,» aggiunse rapidamente, il suo tono tornato serio, «il cammino è lungo e disseminato di ostacoli. Sarai tu a dover decidere se percorrerlo o meno.»

Il silenzio che seguì fu colmo di riflessioni. La sfida era stata lanciata, e ora spettava a me raccoglierla.

«La ringrazio, professoressa.» dissi infine, con una determinazione che, però, si faceva carico di aspettative.

La Hecat annuì, soddisfatta: «Bene. Adesso vai, e ricorda: il futuro è nelle tue mani. Fai in modo che valga la pena lottare per esso.»

Difesa contro le arti oscure era una lezione che avevo in comune con Sebastian, eppure, non riuscivo mai a incontrarlo, se non di sfuggita, sfiorando sempre l'occasione - quando andava bene - di poter parlare.

In cuor mio, una fiammella di speranza bruciava ancora, malgrado la ragione mi sussurrasse di lasciar perdere.

Si dice spesso che conoscere veramente un'altra persona sia un'impresa titanica, e che persino dopo anni di confidenza si possa rimanere amaramente delusi. Ma nel profondo, sentivo di conoscere Sebastian abbastanza bene da intuire che c'era qualcosa fuori posto, un tassello mancante nel puzzle della sua esistenza.

Una voce interiore mi rammentava che non era la prima volta; rifugiarsi nella solitudine era il suo modo di lenire le ferite dell'anima. Non cercavo una riconciliazione, nessun ritorno alle vecchie abitudini. Tutto ciò che desideravo era una spiegazione, un chiarimento che sentivo di meritare.

Hogwarts Legacy | Diario del 7° anno 1892 - 1893Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin