Capitolo 10 - La Stanza E' Fredda

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"Il tuo cognome?"

"Colanio." Presi un approccio più diretto, avrebbe dato un vantaggio ad entrambi.

"Sai perchè sei qua?"

"Ho... Fatto qualcosa?"

"Non sei tu a far le domande."

"No, non so perchè sono qua."

"Non hai fatto niente, te lo hanno già detto, no?"

"Si..."

"Non sei un colpevole o un sospetto, piuttosto solo qualcuno con cui ci tenevo a consultarmi." Che significava? Non capivo niente, ero così importante per la polizia? Perchè? Non ho mai fatto niente, e non conosco nessuno affiliato con essa.

"Dimmi... Dove vivi?"

"Lontrago."

"Chiaro, ti piace?" Non sapevo il perchè della domanda, se stava tentando di fare il gentile, ma in ogni caso mi toccava assecondarlo.

"Si, si..." Di solito non ci si lamenta mai delle cose con gli adulti, o ti fanno la ramanzina. E per carità, non avevo sinceramente voglia di sorbirmi tra tutte le cose le ramanzine da degli adulti.

"Da quanto ci vivi?" Le domande erano pienamente personali, ma non la cosa non mi straniva, in fondo era un interrogatorio, che cosa potevo aspettarmi?

"Si..."
"Eh?"

"Oh, uh... Attorno ad un mese, un pochino meno..." In quell'esatto momento non mi cadeva alla memoria quanto tempo fosse effettivamente passato, forse era un risultato dell'improvvisa ansia, non potevo farci niente, suppongo, e anche se desiderassi farci qualcosa, la frase l'avevo già detta ormai.

"Ascolta..." Sto ascoltando. Rimasi a fissare quell'omone, quando si pose una mano sulla fronte, pareva infastidito, ma giuravo di non aver fatto niente di troppo compromettente per causare una simile reazione, o magari si? Non osavo fare nessuna domanda.

Rimanemmo in silenzio per un po', io attendevo che lei potesse dirmi qualcosa, volevo sapere di che si trattava.

"Tu... Sai, di Lontrago?" In che senso?

Percepiva la mia confusione dal mio sguardo, ed era comprensibile, mi rispose immediatamente.

"Sai qualche sfondo su Lontrago? Ne sei a conoscenza? Non sai niente, vero?" Esattamente, ma cosa c'entravo io con Lontrago, esattamente?

Ancora una volta, l'uomo mi pareva stressato.

"Come mai vi siete trasferiti?" Non volevo sputare sull'onore dei miei genitori, gli volevo comunque bene, e sarebbe suonato terribile se avessi detto che cosa avevano fatto e, non conoscendo le leggi italiane, non ero neanche sicuro se fosse un crimine, magari era un furto.

Optai per la figura del ragazzino confuso, non volevo mentire, però sentivo che una questione simile non fosse davvero il centro dell'argomento.

"Non lo so."

"Non lo sai."
"No..."

"Mh." Non pareva convinto, ma che potevo farci? "Hai fatto qualche amico?" Si segnava cose su dei documenti, probabilmente erano le mie risposte, se lo erano... Non aveva così tanto da segnarsi.

"Si..."

"Davvero?" Pareva sorpreso, e non so come la cosa mi facesse sentire.

"Si."

"Mh." Continuava a segnare.

"Esci spesso?"

"No." Mi sentivo di aggiungere un'ultima cosa, "Cioè... Da poco."

StomachevoleWhere stories live. Discover now