CAPITOLO 41 - MAI

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Iris era stranita, nonostante la buona volontà la persona che sedeva accanto a lei restava un ragazzino goffo e insicuro, così distante dall'immagine di eroe che la sua mente poteva elaborare.

«Potrebbe essere chiunque vero?» chiese lui con un sorriso triste.

«Anche se fosse una semplice coincidenza, se lo vorrai veramente, tu sarai quel ragazzo. Dipende da te, dalle tue azioni».

«E' un bel modo di vedere le cose. Grazie» disse lui, grato.

Non ci aveva mai pensato, ma poteva essere artefice del suo destino. Per un istante guardando gli occhi verdi di Iris si illuse che il destino potesse avere in serbo per lui grandi cose, se solo fosse stato un po' più coraggioso.

La Principessa si alzò, indossò il suo borsello e il mantello nero con cappuccio della zia, si sporse sulla lanterna e la spense soffiandoci sopra. Rimase ad attendere il ritorno dei fratelli Tuck nel buio, rimettendosi a sedere accanto all'amico.

Eon e Dayan tornarono poco tempo dopo.

«Pronti?» bisbigliò il primo, aprendo appena appena la porta.

«Pronti» rispose lei, alzandosi in piedi.

Iris uscì fuori e si ritrovò davanti il branco al completo. Nessuno dei licantropi disse nulla, ma i loro sguardi parlavano chiaro. Erano dalla sua parte. Si sentì protetta e sussurrò un grazie appena udibile, guardandoli dritti negli occhi.

«Sarai bendata, faremo come se dovessimo scortarti fuori dal labirinto» disse Dayan, mostrandole un lembo di tessuto. «Una volta dentro dovrai cavartela da sola. Non potremo condurti fuori, tantomeno rivelarti il percorso, rischiamo la condanna a morte».

Quella annuì. Per il momento superare il primo ostacolo le sarebbe bastato, al resto ci avrebbe pensato in un secondo momento.

«Ci penso io» disse Gabor nervoso. Bendò la ragazza con delicatezza, poi si sporse verso il suo orecchio per sussurrarle qualcosa, mentre gli altri discutevano tra di loro poco lontano. «Esiste una grotta, con un grande bacino cristallino dove si tuffa una cascata. Entra in acqua, c'è un passaggio subacqueo che porta in superficie, nemmeno Nemiah lo conosce».

«No» disse lei voltandosi verso di lui, poggiandogli una mano sulla bocca.

Ci fu un lungo silenzio, poi il ragazzo abbassò la sua mano.

«Voglio essere quel ragazzo» disse lui fiero. «Quando ho prestato giuramento, nessuno ha mai fatto cenno a percorsi alternativi per raggiungere l'uscita» aggiunse a bassa voce, con una punta di orgoglio per la sua trovata. La Principessa lo abbracciò forte e lui ricambiò quella stretta. «Il tunnel non è lungo, ma fai attenzione, le acque possono essere capricciose».

Era notte fonda quando il gruppo si avviò silenzioso verso il passaggio. Gabor camminava al fianco di Iris, tenendola per mano. Non era chiaro chi infondesse coraggio a chi, erano entrambi nervosi, aggrappati a quella stretta.

«Dobbiamo scortare la Principessa fuori dal campobase» disse Eor al guardiano che gli si parò di fronte.

La sua voce era calma e sicura di sé.

«Perché non ne siamo al corrente?» chiese quello.

Sembrava perplesso. Radek e Bronis scoppiarono a ridere, allentando la tensione.

«Non sarebbe una missione segreta se voi ne foste al corrente» rispose il primo, ancora divertito.

«Per una volta che facciamo le cose per bene» aggiunse il secondo.

Due dei guardiani si scambiarono un'occhiata e poi annuirono. Il branco era un'entità a parte, era possibile che la milizia del campo non fosse al corrente dei loro spostamenti.

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now