what was that

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ZENITSU

Lentamente apro gli occhi, bianco.

Mi trovo in una stanza bianca.

Uso il mio braccio per strofinarmi gli occhi.

"Buongiorno, principessa," apro gli occhi e vedo di nuovo quel ragazzo con i bizzarri capelli rossi, sembra stranamente preoccupato mentre mi accarezza lentamente i capelli.

"AHHH, SEI UN MANIACO!! Che ci faccio qui? Cosa è successo?" Mi alzo di scatto tirando uno schiaffo alla mano del più grande.

"Coglione, ieri sei svenuto. Stavi morendo di freddo. Ti saresti dovuta vedere, sembravi un cane bastonato," ride leggermente per poi tornare serio.

Ma chi è questo ragazzo? L'avrò visto una volta in tutta la mia vita ed ha deciso di portarmi in ospedale, eppure lo ricordo poco e nulla.

Finalmente però posso osservarlo meglio. Indossa un cappotto verde come quello della scorsa sera e una camicia nera risalta da sotto, per poi continuare con dei jeans dello stesso colore. Ha gli occhi color vino, non li ho mai visti di quel colore, sono veramente strani e stupendi. Dal suo orecchio riesco ad intravedere un orecchino e dei tatuaggi che in quel momento non riesco a decifrare.

Guardo attentamente le mie mani, sono rosse fuoco. Ieri faceva veramente freddo.

"C-come ti...come ti chiami?"

"Kamado."

"Agatsuma Zenitsu."

"Non ricordo di avertelo chiesto," risponde con tono arrogante il ragazzo più alto.

Cambia umore così facilmente? Ieri stava per ... oddio che stava per farmi ieri.

Mi alzo lentamente, per poi notare che il ragazzo è sparito.

Guardo attentamente la stanza, per poi passarmi una mano tra i capelli. Improvvisamente entra un'infermiera.

"Tutto bene? Se vuoi chiamo i tuoi genitori."

"Ah, sì, tranquilla. Per i miei genitori non si preoccupi, tanto non li ho."

Silenzio.

L'infermiera mi chiede scusa e delicatamente mi tocca la fronte, per poi sfiorarmi i capelli con le dita.

Mi sento strano, eppure quel ragazzo si è preoccupato per me senza nemmeno conoscermi. È da tanto che non sento qualcuno parlarmi o anche solo voltarmi le spalle.

Sfioro le labbra delicatamente con tre dita. Eppure lui mi ha baciato, ma perché? Si sarebbe spinto oltre?...

Perché?

Devo trovarlo.

TANJIRO

Avevo lasciato quel ragazzo da solo. Come aveva detto che si chiamava?

Zenitsu.

Era un tipo strano eppure suscitava dentro di me un senso di tranquillità, nonostante la sua faccia dimostrasse il contrario: disprezzo e malinconia. Eccole le parole giuste per descrivere quello che sembrava.

Ma perché mi sono spinto oltre con lui? Forse ero solo ubriaco, dico passandomi una mano sui capelli ormai scompigliati.

"Ma perché mi preoccupo così tanto per questo bambino?" Sbuffo per poi cercare di uscire dall'ospedale con passo svelto finché non mi sento tirare.

"D-dove vai?" Chiede il più basso. Cazzo, ha proprio degli occhi particolari, sembrano supplicare con lo sguardo. Poi riprendo a guardare le sue mani; ha una presa salda sulla mia manica, la tira a ritmo lentamente, le sue mani sono per lo più rovinate.

"Via."

"P-perché mi hai... mi hai aiutato?" Dice Zenitsu tutto d'un fiato mentre cerca di nascondersi chinando il volto verso il basso.

Però in quella domanda c'è del sensato, perché l'ho aiutato?

"Io devo andare," dico per poi dimenarmi dalla sua presa. Non ho nulla a che fare con quel bambino.

Eppure sono rimasto lì con lui.
L'ho portato in ospedale.

Ma stavo anche per ....

Ahh, non riesco a capirmi, non ce la faccio. Io non... capisco più nulla. Dopo quel incidente volevo solo scomparire, non meritavo nemmeno di poter mettere ancora piede su questa terra, i miei genitori avevano ragione.

"Kamado." Sento di nuovo quella vocina che sembra suonarmi come note musicali nelle orecchie.

"Oh, ancora qui sei?" Dico con fare arrogante per poi vedere Zenitsu nascondere la testa tra il mio petto e abbracciarmi.

"Grazie."

Lo stacco di forza per poi scaraventarlo sulla porta dell'ospedale facendolo sbattere con la testa contro il muro

"Ti ho detto di lasciarmi stare. Se ti ho aiutato è stato per puro caso e sai cosa... me ne pento! Vai all'inferno." Queste sono le mie ultime parole per poi vedere il biondo accarezzarsi la testa sul punto dove probabilmente ha sbattuto, per poi con l'altro braccio nascondere la faccia dove sta singhiozzando.

Decido di allontanarmi con passo svelto senza nemmeno voltarmi una seconda volta per poi riprendere a visionare la mano con cui ho compiuto l'atto.

"Cazzo, sono una merda," dico fra me e me. Beh, sì, lo sono in tutto e per tutto. Quel ragazzo merita di meglio di ringraziare uno come me.

Tanto se avesse conosciuto la mia vita si sarebbe allontanato lo stesso,
Come si dice?

Meglio ferire che essere ferito.

ZENISTU

"Aia..."

Gemo mentre l'infermiera cerca di aiutarmi ad alzarmi.

Ma che ha quel ragazzo che tanto fa il misterioso?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11 ⏰

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