Capitolo 6 - A Mangiare

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"Buono. Economico. Affollato." Ottima descrizione, compresi subito di che tipo di luogo si trattava.

"Come mai ci tengono ad andare?"

"Fame?"

"Mangi?"

"No. Non ho molta fame, e poi non ho combinato molto come voi, ma neanche tu mi pari troppo entusiasta."

"Non lo so..."

"Preoccupato per domani? Stai tranquillo."

"Magari fosse così facile come dire "stai tranquillo.""

"Ma lo è."

"Dici?"

"Si. Non hai neanche giocato male, e poi è la prima volta, no?"

"In effetti."

Continuavamo a camminare, e improvvisamente mi sentii la sua mano sulla mia spalla, e mi buttò di nuovo uno dei suoi soliti sorrisi. "Non preoccuparti, in ogni caso, non è una questione così importante come la fanno sembrare. Stiamo giocando, no?"

"Ho solo paura."

"Di cosa?"

Non sapevo esattamente puntare il dito su che cosa, ma direi che era una miscela di cose, più che una cosa. La mia inabilità di giocare, il mio timore per la squadra di domani (principalmente causato dal semplice fatto che non avevo una singola idea di chi fossero) e poi per il semplice fatto che non volevo fare una brutta figura, in effetti mi conoscevano da poco e sarebbe stato terribile se questa fosse stata la prima figura fatta. Non sapevo come sputare tutto ciò, quindi diedi solo un misero sguardo. Lei rispose, prima di volto, dandomi un'espressione di compressione, come avesse compreso le mie difficoltà, e poi ne diede una di voce, rispondendomi. "Hai paura di fallire?"

"Circa. E' quello lo scopo della paura, credo.."

"La paura previene il fallimento?"

"Io... Penso..."

"Ti sbagli." Non le risposi, invece, le dedicai l'ennesimo misero sguardo. Al vederlo, lei continuo ad approfondire quello che iniziò qualche secondo fa.

"La paura non previene il fallimento, ma il successo." Non compresi molto dove voleva arrivare, e credo che lei ebbe compreso che non avevo capito essenzialmente niente, quindi rinuncio a spiegarmelo, e decise semplicemente di andare ad un approccio più diretto. "Se ti fai male, ti sostituisco io, chiaro?"

"Oh... non..."

"Dai, non fare il gentiluomo. Fino a ieri bruciavi dalla rabbia perchè ti ho ingannato a giocare."

"Eh..." Non aveva torto, ero ancora un minimo furioso per la cosa, anche se era più una finta rabbia, la realtà è che davvero non mi dava fastidio il fatto che dovessi giocare al posto suo più del semplice fatto che mi avesse ingannato e del suo semplice sguardo dispettoso. Anche se sinceramente, a pensarci, mi faceva piacere. Più di tutti, in questi due giorni, Olivia mi era sembrata la perfetta amica, ed ero davvero felice di spendere del tempo assieme a lei più di tutti gli altri. (Anche se avevo comunque voglia di starmene con gli altri.

"Non importa, nel caso in cui tu non possa... ti sostituisco io, ok? Non rimanere lì a pensarci per troppo tempo, o finirai per non goderti neanche questa uscita."

"Chiaro!" E' bello avere amici che ti coprono le spalle. E' da un po' che non sento una sensazione simile, e potevo proprio dire che sinceramente mi era mancata davvero tanto. Visto che ero di un umore più chiaro, potevo godermi di nuovo la conversazione senza riempirmi di inutili nuvole grigie.

Proprio nel momento in cui sembravo meno disturbato, ecco che venivo interpellato da i tre ragazzi davanti a me, che non potevano che parlare e parlare senza mai smettere.

StomachevoleTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang