«Non puoi» disse Harry, girandosi e iniziando a camminare avanti e indietro. «Sei venuto qui. Mi hai fottuto il cervello ed ora mi ignori?» urlò alzando le mani in aria.

Harry era frustato da quella situazione. Negli ultimi anni non era mai corso dietro a nessuno, erano le persone ad andargli dietro. A lui bastava semplicemente sorridere per ricevere attenzioni dalle persone. Ma Louis era diverso. Louis lo ignorava. Louis non era ammaliato dal suo sorriso o dalle sue adorabili fossette. E questo non faceva altro che intestardire Harry.

«Sai una cosa?» chiese girandosi verso il castano.

Louis scosse la testa. Vedere Harry così furioso era una novità per lui. In quel mese che aveva passato lì,il riccio era sempre stato tranquillo e allegro, e vederlo in quelle condizioni ora lo spaventava. E non poco.

«E da un mese che non scopo» disse, storcendo la bocca. Louis inarcò un sopracciglio, non capendo perché glielo stesse dicendo. «E lo sai perché?» chiese ancora. Louis scosse di nuovo la testa. «Perché un nano cazzuto con due occhi fottutamente belli...mi...mi ha fottuto la mente. Non riesco a non pensare a lui» finì sussurrando e avvicinandosi al più piccolo,che ora lo guardava con gli occhi sgranati. «Lui è bellissimo...ma è anche uno stronzo» disse ancora avvicinandosi e facendo unire le loro labbra.

Fu un bacio casto. Un bacio asciutto, fatto solo di labbra che si accarezzano. Harry voleva di più gli era mancato Louis. Voleva approfondire quel bacio, ma Louis mise le mani sul petto di Harry,facendo cadere i libri che aveva nelle mani. Lo spinse lontano da lui, rompendo il contatto tra le loro bocche. Il riccio lo guardava, lo implorava con gli occhi di non farlo.

«Ti prego» sussurrò. «Non allontanarmi».

Louis chiuse gli occhi e sospirò. Quando li riaprì Harry lo stava ancora guardando, con un labbro tra i denti e una mano ancora vicino al muro. Raccolse i libri, guardò di nuovo il ragazzo e andò via. Non poteva farlo. Non poteva davvero, anche se una parte di lui voleva conoscere quel ragazzo tutto ricci e fossette.

«Bene,Louis. Vattene, fai benissimo» gli urlò dietro Harry.

Perché gli andava ancora dietro? Cosa aveva Louis che gli altri non avevano?
Non sapeva se era più incazzato con se stesso perché perdeva tempo dietro quel ragazzino o arrabbiato con lui perché fuggiva. Stava impazzendo e ne doveva parlare con qualcuno. Qualcuno che gli desse una strigliata e lo mettesse sulle retta via. Di nuovo. La sua era solo attrazione. Louis è un bel ragazzo, impossibile non essere attratti da lui,pensò. Prese il telefono e scrisse un messaggio a Liam dicendogli che aveva urgenza di vederlo. Il castano rispose subito che lo avrebbe raggiunto.

Harry lo stava aspettando nel Union Student, dove non c'era mai nessuno, quando lo vide arrivare con due bicchieroni di caffè. Liam si avvicinò a lui sorridendo, ma quando vide la sua faccia, la sua espressione cambiò e accelerò il passo.

«Dio. Har che successo? Hai una faccia da schifo» disse raggiungendolo e passandogli il suo caffè.

Harry mormorò un grazie e iniziò a bere quel liquido caldo e scuro. Si passò le mani nei capelli,cercando un modo per iniziare la conversazione. Liam lo guardava attentamente,aspettando pazientemente che iniziasse da solo. Harry rilasciò un sospiro e iniziò a parlare.

«Io e Louis ci siamo baciati» sputò fuori.

A Liam andò il caffè di traverso, iniziò a tossire. Ed Harry fu così gentile da dargli anche qualche pacca dietro la schiena. Il castano afferro il polso di Harry e lo guardò male.

«Tu cosa?» chiese.

«Tu mi avevi detto di provarci» sussurrò liberando il polso dalla sua presa.

«Si ma non in quel senso» disse Liam. «Har, non giocare con lui».

«Tranquillo» disse afflitto. «Louis non mi vuole. Mi evita da quando è successo» fece una smorfia. «Mi sento...non lo so come mi sento»

«Ferito?» chiese Liam prendendo un sorso di caffè.

Harry annuì. «Io non lo so Louis cos'ha. Ma so che mi piace» mormorò.
Aveva l'amaro in bocca al pensiero che Louis lo evitasse così. Si sentiva sconfitto. In verità sentiva delle emozioni che non aveva mai provato, o se l'aveva fatto non erano così forti. Louis aveva capovolto il suo mondo, il suo modo di fare e poi se ne era lavato le mani.

«Mi dispiace» disse Liam. «Ti ho spinto io a...» venne interrotto da Harry.

«Lì, no. Sono stato io. Mi sono lasciato prendere da tutta la situazione, da i suoi occhi, dal suo bel visino. Ho fantastico troppo, mi sono spinto oltre i miei limiti» disse abbozzando un sorriso.

Liam battè le mani e si alzò. «Sai cosa ti ci vuole Harry». Il ragazzo scosse la testa. «Una bella festa» disse sorridendo.

«Hai ragione, da quanto non ne facciamo una?» chiese.

«Da quando è arrivato Louis» rispose Liam. «Dobbiamo recuperare. Su andiamo»

Louis. Da quando era arrivato, sembrava che tutto il mondo girasse intorno a lui. Ma forse Liam aveva ragione. Una festa era quello che ci voleva. Doveva ritornare alla sua solita routine. Sesso. Alcool. E niente emozioni. Sapeva che l'emozioni facessero male, ma per quel ragazzino era pronto a rimetterle in gioco. Ma Louis lo aveva rifiutato, quindi perché star lì a piangere sul latte versato?

Doveva decisamente ritrovare se stesso. Quindi, si, una festa era quello che gli serviva. Avrebbe trovato qualcuno con cui spassarsela e passare la serata tra le cose che amava di più.

E fanculo tutto. Fanculo alle emozioni, al buon senso. Fanculo a Louis e il suo viso perfetto.

Destroyed Angels || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now