Epilogo

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Louis era certo del fatto che Harry fosse la persona più difficile con cui avesse mai avuto a che fare. Non solo a livello caratteriale tra i suoi sbalzi d'umore, le cose sottintese che Harry non diceva perché Louis avrebbe dovuto capirle da solo, i bronci offesi e i ragionamenti insensati partendo da cose che Louis in realtà non aveva detto - fottuto acquario psicopatico - ma anche per il percorso che Harry stava facendo per affrontare un lutto che non aveva mai accettato davvero e tutto ciò che ne era conseguito.

Non era stato affatto semplice e sapeva che la strada fosse ancora lunga ma non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui, alla fine di un turno di lavoro in centrale, Harry era andato da lui in obitorio. Non avrebbe mai dimenticato il momento in cui una donna, o meglio il cadavere di una donna, aveva spalancato gli occhi ma anziché voltarsi verso di lui si era voltata verso Harry e, in un sussurro, gli aveva chiesto aiuto.

Louis aveva avuto paura e una parte di lui aveva temuto che Harry l'avrebbe ignorata e lasciata morire quando la giornata si era riavvolta ma l'altra parte era certa del fatto che, se era accaduto, allora voleva dire che Harry era pronto a ricominciare o altrimenti non avrebbe riacquistato il suo potere.

Come quella sera di settimane prima in cui avevano parlato, come durante i pianti e la disperazione e la desolazione più totale, di nuovo Louis non aveva fatto altro se non tendergli una mano e, come tutte le altre volte, Harry l'aveva afferrata senza esitazione.

All'inizio non era stato semplice far combaciare le loro vite, tra giornate normali e giornate rivissute in modo alterno da entrambi, e Louis non si era nemmeno reso conto di quello che stava accadendo dentro di sé, troppo concentrato sulla sua missione e su Harry.

La consapevolezza lo aveva colpito all'improvviso, ma aveva trovato Harry insopportabile e allo stesso tempo speciale e diverso per così tanto tempo che non era neanche particolarmente sorpreso dalla realizzazione. A parte per il fatto che lo aveva capito proprio mentre prendeva dei campioni di unghie da un morto, ma comunque.

Solo in quel momento aveva ripensato alle settimane precedenti, alle scuse più stupide che Harry aveva cercato per vederlo, alle pause pranzo condivise e alle cene prima dell'inizio del suo turno di lavoro. Le serate al cinema o a casa di uno dei due, oppure trascorse in macchina in giro per la città con la musica a tutto volume sovrastata dal suono delle loro risate.

"Secondo te gli piaccio?" mormorò Louis con la fronte aggrottata, sbuffando quando capì che tanto il morto non gli avrebbe risposto. "Credo che a me piaccia molto, anche se in realtà non sono mai stato con nessuno, però insomma... Pensi che per lui siano appuntamenti? O forse vuole solo un amico? Oppure forse-"

L'uomo spalancò gli occhi all'improvviso, girando il volto e incrociando i suoi. "Aiutami."


Giorno 50.1

"Stupido morto" borbottò Louis, calciando via le coperte e sospirando mentre fissava intensamente il soffitto.

Si morse il labbro nell'indecisione e poi sbuffò, pensando che tanto ormai si era messo in imbarazzo con Harry così tante volte che una in più non avrebbe fatto molta differenza.

Si vestì frettolosamente e uscì di casa senza rifletterci troppo su, guidando verso quella di Harry e poi salendo le scale due gradini alla volta.

"Lou? Che succede?" mormorò Harry quando aprì la porta, stropicciando gli occhi assonnati con un broncio sulle labbra.

Louis era davvero, davvero fottuto.

"Io ti piaccio?" chiese a bruciapelo, senza girarci troppo intorno.

Harry sgranò gli occhi e aprì la bocca, richiudendola e distogliendo lo sguardo prima di abbozzare un sorriso timido. E... era arrossito?

"Pensavo non te ne saresti mai accorto" mormorò, strofinando una mano dietro il collo, poi incrociò il suo sguardo.

Free me, wake me from this dayWhere stories live. Discover now