Capitolo Quinto

5 0 0
                                    

"Per avere labbra attraenti, pronuncia parole di gentilezza. Per avere occhi adorabili, cerca il buono nelle persone. Per avere una figura snella, condividi il tuo cibo con gli affamati. Per avere capelli belli, lascia che un bambino passi le sue dita tra di essi una volta al giorno. Per avere equilibrio, cammina con la consapevolezza che non camminerai mai da sola"

(Sam Levenson, umorista e scrittore statunitense)

Scansò una cameriera, stranamente umana e sin troppo bella per quel tipo di locale, senza degnarla di uno sguardo. Stava per raggiungere il bancone quando intravide un tavolo apparentemente libero, in un angolo buio in fondo al locale, accanto alla vetrata che dava sulla strada, nascosto dietro un séparé. Tirò un sospiro di sollievo e vi si diresse con passo deciso. Era anche un buon posto per discutere con i colleghi sull'operazione che li attendeva di lì a poco. Riservato e tranquillo.

Girò dietro al séparé e senza guardare fece per sedersi. Ma si bloccò immediatamente e per poco non perdette l'equilibrio: il posto era occupato.

«Oops!» esclamò «mi scusi...»

L'occupante, una bioide di tipo driade, si voltò e con sguardo assente le sorrise.

Le driadi sono una particolare variante degli yokai creata unendo caratteri genetici umani con quelli di piante e fiori. Gli esseri artificiali risultanti, pur mantenendo alcune fattezze umanoidi, erano organicamente notevolmente diversi dagli esseri umani tanto da poter sopravvivere anche all'esterno delle cupole degli habitat, in assenza di ossigeno e soggetti alla bassissima pressione atmosferica del pianeta. Come tutti i bioidi anche le driadi venivano considerate prodotti artificiali dalla legislazione marziana.

Benché fossero stati sviluppati inizialmente per compiti agricoli alcuni modelli particolarmente piacevoli esteticamente vennero in seguito impiegati anche nel campo dell'intrattenimento. La richiesta fu tale che alcuni stilisti e designer famosi decisero di progettarne dei modelli per collezionisti. Gli yokai griffati ebbero un successo strepitoso e divennero estremamente ricercati tra l'alta borghesia delle colonie.

La driade che le stava di fronte avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere una di quelle: aveva una struttura corporea armoniosa, dall'aspetto delicato e sensuale d'età indecifrabile, come tutte le driadi, anche se doveva essere un esemplare abbastanza giovane a giudicare dalla candida pelle color acquamarina. Aveva anche i lunghi capelli verde smeraldo che contraddistinguevano gli esemplari più giovani. Con l'età sarebbero diventati via via più scuri fino a divenire castani.

«Scusarti per cosa?» chiese candidamente la creatura. La sua voce era quasi un mormorio, simile al fruscio delle foglie mosse dal vento.

«Stavo per sedermi qui ma vedo che è occupato...» rispose Monique sorridendo a sua volta.

«...e non ci siano molti tavoli liberi, con questa pioggia, giusto?»

«Neanche a pagarli a peso d'oro».

«Sei fortunata, te ne offro uno gratis. Io stavo giusto per andarmene».

«Grazie» rispose. Artificiale ma gentile. Fortune simili capitano raramente a negli avamposti. Una nota positiva in una giornata che avrebbe preferito dimenticare. Eppure non poté fare a meno di pensare che doveva essere un comportamento programmato artificialmente nella sua natura sintetica. Le driadi sono progettate per ubbidire e per dare piacere agli esseri umani, dopotutto.

Si sedette o, più precisamente, si lasciò cadere sulla panca. L'altra seguì i suoi movimenti con lo sguardo, sempre sorridendo.

«La ringrazio molto. È tutto il giorno che corro da una parte all'altra e devo ammettere di essere piuttosto stanca».

Le storie del Neuraverso: Dimmi cosa vediWhere stories live. Discover now