il meno possibile

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terza persona

Il rientro a casa, quella notte, per Joseph era stato abbastanza traumatico: ad aspettarlo, nel suo appartamento, c'era la sua ragazza Giulia pronta a fargli l'interrogatorio.
"Chi era quella?"
"Dove sei stato?"
"Lo so che mi tradisci, l'ho sempre saputo"
"Non mi tratti più come mi trattavi due mesi fa"
Quelle domande cessarono nel momento in cui le loro labbra si toccarono e le mani di lei si intrufolarono nei pantaloni di lui.
Ma, raggiunto il culmine del piacere, Joseph sbagliò nome.
"Chi cazzo è Emma?"
La faccia del cantante cadde per terra quando elaborò la figura di merda appena compiuta, portandolo a scusarsi mille volte con la rossa.
"È la tua ex, vero?"
Lui si limitò ad annuire, non riuscendo a guardarla negli occhi.
"Come fai a pensare ancora a quella tiktoker che ti ha tradito?"
Jo ci rimase di stucco, non aspettandosi che menzionasse proprio la sua ultima ex.
Non era lei che si chiamava Emma.
"Non lo so"
Rispose solamente, girandosi dall'altra parte.
"Ora sono troppo stanca per pensarci, ne parliamo domani, buonanotte"
Il mattino seguente, Emma si svegliò con un mal di testa allucinante e le ossa rotte.
Joseph, invece, non aveva chiuso occhio nemmeno per un secondo, pensando costantemente a lei.
Ultimamente lo faceva spesso.
Quando Emma voltò il busto verso il comodino, la prima cosa che vide fu un bicchiere d'acqua ed un'aspirina, e tutti i ricordi della sera prima le ritornarono in mente.
Sorrise e basta, perché risentirlo così vicino, la faceva stare bene e con il cuore più leggero.
Anche Joseph si sentiva meglio, e si, forse il termine più adatto era leggero,senza più ansia di averla persa per sempre: lei c'era.
Gli dava senso di speranza.
La sorpresa di quella domenica mattina fu la scenata,con seguente litigata,da parte della sua attuale fidanzata, Giulia.
"Emma, non si chiamava Emma la tua ex. Chi cazzo è Emma? Con chi mi tradisci?"
Non gli rimase scelta se non di svuotare il sacco. Ed è proprio quello che fece.
Le disse tutta la verità, dei quattro anni più belli della sua vita e di come le mancava tremendamente.
Giulia non smise di guardarlo negli occhi, sentendo inumidirsi i suoi.
Nonostante non fosse la persona più simpatica e dolce del mondo, Joseph ci si era affezionato e vederla in quello stato lo fece stare male.
Lui le stava provocando quel dolore.
"Scusami, veramente"
Cercò di avvicinarsi, ma lei lo respinse con la mano, prendendo le sue cose ed uscendo dall'appartamento, lasciandolo solo.

[...]

Il giorno seguente, Emma ascoltò in loop le canzoni del suo Jo, compresa quella nuova. Come per manifestazione, non si sa, verso le sette di sera le suonarono al campanello.
Joseph.
"Che ci fai qui?"
"Volevo parlare"
"Non credo sia il caso, Jo"
"Per favore"
Lo guardò negli occhi, erano rossi e gonfi.
Si rassegnò, lasciandogli spazio per entrare, poi chiuse la porta.
"Che mi devi dire? Ci siamo già detti tutto ormai"
Lui fece di no con il capo, andandosi a sedere sul divano.
Fai come se fossi a casa tua, fa pure.
"Non ce la faccio più, Em"
Lei mostrò una faccia interrogativa.
"Ti giuro, le ho provate tutte. Ho provato qualsiasi cosa, ma non sono riuscito a dimenticarti.
Non sono riuscito a lasciarti andare totalmente"
Lei rimase impalata davanti a lui, con gli occhi fissi nei suoi.
Il suo stomaco stava facendo ottomila capriole.
"Tu?"
"Cosa io?"
"Tu, come stai?"
Emma scoppiò in una risata nervosa, come in un film.
"Io? come sto? Di merda! Di merda, Jo"
Lui si rattristì, e lei pensò se dirgli o meno tutto quello che le era capitato in quei due anni in sua assenza.
Non è il momento, forse dopo.
"Non dormo da due anni, che sembra assurdo, lo so. Ma io non riesco a fare sonni tranquilli da quando te ne sei andato"
Come un colpo al cuore. Questo era ciò che provava Joseph in quel momento, un colpo al cuore.
"Che facciamo?"
"Nulla, Jo. Non possiamo fare nulla. In più, non penso che la tua ragazza sia contenta del fatto che tu sia qui con me"
Lui abbassò lo sguardo.
"Mi ha lasciato"
Lei nascose un sorrisetto, giusto per non farle fare la figura di quella gelosa e che ci sperava tanto in quella notizia.
"Perché?"
"Ieri sera, mentre lo stavamo facendo, alla fine ho detto il nome tuo"
A quel punto, lei non riuscì proprio a trattenersi, mostrò un sorriso compiaciuto.
"Che cazzo te ridi?"
Pure lui sorrise.
"Sei incredibile"
Entrambi si sorrisero, e lei si sedette accanto a lui.
"Jo, non hai idea di quanto tu mi sia mancato"
Appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Anche tu emmi' "
Appena pronunciò il nome con cui era solito chiamarla, l'abbreviazione di emmina, un brivido le percorse la schiena, e lui se ne accorse, tanto che sorrise ampiamente.
"Quante te ne sei fatte in mia assenza?"
"Me stai dando del puttaniere?"
"No, così."
"Solo due, Emma"
"Solo? Io nessuno! Non sono riuscita a farmi piacere un'altra persona"
Lui si girò verso di lei, lasciandole un bacio sulla testa.
"So' le otto, hai fame?"
Lui annuì.
"Ho della salsa, mangiamo la pasta al pomodoro? Ne hai voglia?"
"Si, grazie emmi" "
Lei avvicinò piano la bocca alla sua guancia, lasciandoci un bacio.
Dopo cena, tornarono in salotto.
"Me mancava il modo tuo de cucina', me piace tutto quello che prepari"
Si sorrisero.
"Senti Jo, io non ce la faccio più a tenermi questa cosa dentro"
"Sei fidanzata e non me lo hai detto?"
"No, vieni con me"
Lui, preoccupato, la seguì fino alla camera da letto, sedendosi su di esso.
Emma aprì il secondo cassetto del
comodino, dove si potevano intravedere tutte le foto stampate di lei e Jo, e i petali di rose secche insieme alle lettere che lui le regalava.
"Il nostro cassetto?"
Lei annuì, prendendo una scatolina e gliela mise in mano.
"Aprila tu, io non ce la faccio"
Joseph la aprì, e appena ne vide il contenuto, sbiancò.

Sfoglio le tue foto con le mani,
se mi vieni in mente un po' rimani qui

Non uccidetemi, scusate:(
È iniziata la settimana santa di Sanremo, non riesco ad aggiornare come primaaaaaaaaaa
capitemi, perdonatemi 😭💛

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