2 | Un tatuoso problema

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Diana

"Ricordati di chi c'era quando stavi male, perché saranno quelli che vorrai accanto quando tutto andrà bene."

Questa è la frase che mi ronza per la testa, quando penso a Kim e Lillie. Loro sono questo per me: una luce in fondo al tunnel, un'ancora di salvezza.

Siamo amiche fin dai tempi delle elementari. Sono sempre stata più minuta rispetto alle bambine della mia età, lo zaino era quasi più grande di me. Il primo giorno di scuola lo ricordo come se fosse ieri... Ero terrorizzata dal passaggio dall'asilo alle scuole elementari, in più era la prima volta che mi dividevano dal mio gemello.

Avevo passato tutto il tragitto in macchina, da casa a scuola, a piangere e disperarmi fino ad avere gli occhi gonfi e rossi.
"Piccola Dì, vedrai che sarà bellissimo!" mi aveva detto la mamma, con gli occhi colmi d'amore.

Sulla soglia della mia nuova classe un bambino più vivace degli altri, mi aveva rubato il peluche che tenevo stretto tra le mani. Quel bambino si chiamava Leon, non sapevo ancora che sarebbe diventato una delle persone più importanti per me al liceo.

Kimberly si era subito intromessa, con quell'aria sicura che la contraddistingue tutt'ora. Mi aveva difeso e con una vocina dolce mi aveva detto: "Ciao, io sono Kimberly, ti va di diventare amiche?"

Lillie, invece, se ne stava in disparte, sempre l'ombra di Kim. Era timida, i capelli rossi e mossi le nascondevano spesso il viso. Dietro la sua riservatezza, nascondeva un mondo di dolcezza e empatia che ho imparato a riconoscere in seguito.

«Diana, ci sei?» la voce squillante di Kim mi riporta al presente, allontanando quel ricordo così dolce.
«Secondo me, si è addormentata, come al suo solito..» gli dà corda Lillie.

«Ragazze sono sveglia» tolgo l'altoparlante dal cellulare per incastrarlo tra la spalla e l'orecchio, «e vi sento».
Marco le ultime due parole con voce intensa, provocando uno strano silenzio da parte di entrambe.

«Hai mangiato dello yogurt scaduto, per caso?» Kim squarcia il silenzio e sono costretta ad allontanare il cellulare per non diventare sorda.
«E tu hai mangiato un microfono, per caso?» ribatto subito, facendo ridere Lillie.

«Non iniziate o riattacco.» ci minaccia quest'ultima. La immagino mentre gesticola con l'indice contro il cellulare, per intensificare la sua minaccia.

«Scusa Kim,» mormoro appena, «Sto andando in ufficio di zio Finn per dirgli del tatuaggio che ho fatto in Italia.»
«Ma sei pazza?!» strilla lei, «aspetta a dirglielo!»
«Kim!» la rimprovera con tono deciso Lillie, «più avanti lo scoprirà e peggio sarà per Diana»

La felpa ha la zip aperta, mostrando la canottiera rigorosamente nera che indosso. Stringo con decisione le estremità al mio corpo, nella speranza di calmare l'agitazione che mi provoca la mia decisione.

«Ragazze» dico con voce decisa, «ho preso la mia decisione e devo accettare le conseguenze delle mie azioni.»
«Brava Dì, sono fiera di te!» Lillie è sempre dolce, pronta a tendere la mano nel momento del bisogno e a darti supporto in qualsiasi occasione.

«Dici che ti farà venire alla festa in spiaggia stasera?» l'altra mia amica fa subito sentire la sua vera preoccupazione.
«Cosa c'è di così speciale stasera?» chiedo esasperata, mentre continuo a camminare verso lo studio legale di famiglia.

«Visto che non mi stavi ascoltando prima?!» strilla nuovamente lei, facendomi quasi sussultare.
«Dai, Kim, lo sai che sta vivendo un momento difficile..» sussurra appena l'altra mia amica, come se non potessi sentirle.

«Sai quel ragazzo di cui ti ho parlato mentre stavi a Roma?» mi chiede con più calma, Kimberly.
«Sì, quello con cui hai scopato e che "nessunosaràmaiallasuaaltezza"?»

You fix me - tutte le onde alla fine passanoWhere stories live. Discover now