- RACCOLTA COMPLETA! NUOVE ISCRIZIONI NEL VOLUME 3.0 -
In questa servizio potete trovare una raccolta di storie wattpadiane suddivise per macro-generi, e, ovviamente, potete proporre gratuitamente le vostre.
Noel Sanford ha avuto paura di se stesso. Noel Sanford ha avuto paura del mondo. Noel Sanford ha avuto paura di suo padre, di suo fratello, di sua sorella, dei suoi amici e della Heaven, la prestigiosa università che ha frequentato fino al giorno della sua morte. Fino a quando, Noel Sanford, smise di avere paura.
Un click, un blog, un articolo, furono in grado di spezzare un'anima. Ma fu davvero un pettegolezzo a ucciderlo? A uccidere Noel furono le sue paure, i silenzi, a uccidere Noel furono i suoi stessi limiti, furono gli occhi ciechi di chi gli stava accanto senza capire. E se ne andò lasciandosi dietro ogni angoscia, ogni preoccupazione. Lasciandosi dietro l'inadeguatezza. Lasciandosi dietro un gruppo di ragazzi che si trovò improvvisamente a fronteggiare la realtà. Un gruppo di ragazzi rimasto di fronte a un bivio. Un gruppo di ragazzi rimasto di fronte ai sensi di colpa, all'emozione. Un gruppo di ragazzi rimasto di fronte a un muro di propri errori. Rimasto di fronte alla propria anima nuda, la cui coperta fu portata via proprio dalla morte di Noel. Un gruppo di ragazzi pronto a redimersi, a migliorare. Un gruppo di ragazzi in cerca di 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜.
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Allora, veniva da chiedersi, quale difetto avrebbe mai potuto imperversare su di un posto del genere? Cosa provocava così tanto scetticismo nella testa già di per sé colma di dubbi di Charity? Gli stessi studenti, rispondeva lei. Studenti che di problemi ne avevano fin troppi, studenti con alle spalle storie pesanti da sopportare da soli, studenti spinti dalle famiglie a eccellere per riuscire a entrare in una così prestigiosa università, a superare gli altri, a creare malsane competizioni con i propri amici, studenti che odiavano il loro indirizzo, studenti non sapevano fare null'altro nella vita se non l'arte che gli era stata insegnata. Studenti, pensava guardando i loro volti stanchi quando non c'era nessun altro a osservarli, che non facevano altro che fingere.