Nubi nere

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<<le fiamme sono attimi puri, vividi, ed è per questo che fanno male quando le tocchi, ma senti freddo quando non ci sono più>>

Una voce femminile attirò di colpo l'attenzione di Cratos e Nate i quali presero a guardarsi intorno; il primo sorrise da vincitore facendo sparire la falce mentre il secondo continuò a sentirsi disorientato <<Cratos sei un vero combina guai lo sai?>> disse quella voce ancora sconosciuta che, improvvisamente, si manifestò dietro Will come se nulla fosse <<attenta come sempre eh, Iside?>> la donna sorrise leggermente mentre Nate rimase stregato da quella apparizione funesta la quale placò, con una semplice parola, il principe che crollò sulle proprie ginocchia fermando finalmente la fuori uscita di potere.
I suoi occhi, la sua aura, tutto era tornato normale, se non fosse che ora ad essere svenuti erano in due.
Will crollato per terra dormiente con fra le braccia Rey sporco di sangue e il corpo tremante per il dolore, dietro di loro una donna maestosa dai folti capelli rosa antico contornato da alcune ciocche oro le quali mettevano in risalto il blu cobalto dei suoi occhi splendenti su quella carnagione caramello <<Cratos hai combinato un casino...>> si lamentò la donna pulendosi le mani ornate da numerosi bracciali argentati <<farmi usare una magia pesante come Yanam solo per placare un capriccio insignificante>> il dio scoppiò a ridere di gusto avvicinandosi alla donna in procinto di aiutare Rey <<le magie dormienti dell'anima sono sempre complicate, non è colpa mia>> <<questo è vero ma di chi è la colpa se questo damerino ha dato di matto?>> <<dovevo riprendermi il frammento, ma più che altro come mai qui? Non eri occupata?>> la donna, con un espressione arrabbiata, prese a legarsi i lunghi capelli raccolti ora in una coda che le arrivava fino alle cosce poi, caricando per bene il pugno, lo tirò sulla testa di Cratos che però non subì il minimo danno <<RINGRAZIA MINERVA SE SONO QUI! SE NON FOSSE STATO PER ME AVRESTE SCATENATO UNA GUERRA!>> <<Oh andiamo Isy, stavo solo giocando, mi stavo divertendo>> la dea con furia tirò di colpo un sonoro schiaffo sul volto di Cratos rimasto sorpreso da quel gesto così sincero; Nate invece rimase spaventato da quelle gesta e per un attimo pensò al modo migliore di correre ai ripari <<Non chiamarmi Isy, sono fottutamente seria. Mi sono dovuta scomodare per salvare il tuo lurido culo e ripeto ringrazia tua sorella Minerva se sono qui! Rey deve essere protetto da noi! Non deve essere il tuo giocattolino>> il rosso toccandosi con una mano la guancia incriminata incendiò con lo sguardo la donna che, in confronto a lui, altro non era che una nanetta dalla doppia faccia <<bella e pericolosa come sempre>> la dea gli concesse un sorriso ammaliatore mentre, rimboccandosi le maniche di quel vestito bianco adornato da gigli neri, evocò dei piccoli famigli che ricordavano delle nuvole rosa di zucchero filato; questi ultimi circondarono il corpo di Rey ora coperto da un velo brillante che lo inglobò, come se fosse in una capsula. A quel punto la dea si rivolse a Nate ora sull'attenti <<TU! AIUTALI A PORTARLI ALL'OLIMPO!>> <<EH?! INTENDE IO DA SOLO!?>> <<Certo che no!>> Nate non fece in tempo a tirare un respiro di sollievo che la frase che la dea gli riversò lo distrusse <<ti aiuteranno i miei famigli! Io ora ho da fare>> sgranando gli occhi il ragazzo fissò preoccupato quei moscerini che, disperatamente, stavano cercando di alzare il corpo di Rey senza successo.
Erano troppo piccoli e deboli.
<<per sicurezza ho avvolto il frammento in una membrana protettiva, così non dovremmo preoccuparci in caso di urti! Dirò alla divinità mediche di prepararsi al tuo arrivo quindi...BUON LAVORO!>> e prima che si potesse aggiungere altro sparì assieme a Cratos il quale non salutò neanche.
Erano spariti entrambi lasciandogli il lavoro sporco <<STIAMO SCHERZANDO!?>>


<<COSA AVETE FATTO AL MIO FIGLIOCCIO!?>> improvvisamente in quella stanza ornata solo da un letto a due piazze illuminata dal sole olimpico entrarono fiammate azzurre ad avvolgere tutto ciò che bloccava il suo cammino. Le persone all'interno trattennero il fiato e un piccolo demonietto verde accorse lì dentro urlando spaventanto <<ADE È ARRABBIATO>> e prima ancora che qualcuno potesse dire qualcosa quel dio dai capelli lunghi e argentei entrò con furia nella stanza lasciandosi avvolgere dalle fiammate blu le quali gli accarezzarono il corpo dolcemente.
Una volta dentro, fulminò con i suoi occhi perlacei con venature d'argento miste al violetto tutti i presenti, con uno schiocco di dita del colore della ceramica più pura richiamò l'attenzione del demonietto spaventato il quale si prostò ai suoi piedi.
La figura di quel dio era un qualcosa di trascendentale.
I capelli scompigliati ma allo stesso tempo perfetti, i lineamenti marcati che si intravedevano da quella canotta aderente nera coperta da una giacca bianca la quale era solamente appoggiate alle spalle, tenuta insieme dai semplici bottoni dorati del colletto che gli incatenavano quel collo ornato da una cravatta bianca, il cui nodo allentato lasciava intravedere un tatuaggio di spine che avvolgeva quella pelle perfetta come un filo sottile color pece.
Quella serie di orecchini semplici decoravano il dorso del suo orecchio destro da cui pendeva, dal lobo, un gioiello più grande che con una catena sottile e luminosa gli toccava le spalle, i pantaloni bianchi a palazzo con ornature dorate nascondevano nelle tasche quelle mani possenti con svariati anelli di varie grandezze. Quell'atteggiamento, quel portamento possente emanò tutta l'aura di rabbia che quel dio si portava dentro <<m-maestà...>> provò a dire il demone ma fu interrotto dalle urla del suo re <<WILL. PRINCIPE DEI MIEI STIVALI VIENI SUBITO QUI. QUALCUNO MI SPIEGHI PERCHÈ IL MIO FIGLIOCCIO È RIDOTTO COSÌ!>> la stanza parve smuoversi dal terreno <<ALLORA!? QUALCUNO MI SPIEGHI COSA È SUCCESSO>> tuonò e quando qualcuna delle divinità mediche provò ad aprire bocca fu fermata dallo sguardo omicida che il sovrano posò su di loro <<VOI NULLITÀ COSA STATE FACENDO?! SBRIGATEVI A PARLARE!>> le fiamme azzurre avvolsero pericolosamente quei tre completamente terrorizzati da quella presenza minacciosa e proprio quando quello sguardo folle si imputò su di loro cogliendo il cuore della loro anima pronta per essere bruciata dalle fiamme infernali, una flebile voce richiamò alla realtà quel dio in preda alla follia omicida <<pa...pà...>> scuotendo la testa velocemente e richiamando le fiamme, il dio si precipitò verso quel letto dove il ragazzo dai capelli ricci biondo cenere tentò di richiamare la sua attenzione ancora troppo confuso e rassicurato allo stesso tempo da quella voce familiare <<REY! DIMMI CHI HA OSATO RIDURTI COSÌ E DANNERÒ LA SUA ANIMA IN ETERNO>> <<papà tranquillo...sto bene...>> ripetè il ragazzo sentendo le fredde mani del padre prendergli il volto per controllarlo <<quei bastardi mi avevano promesso di tenerti al sicuro. AVEVAMO UN PATTO.>> Urlò il dio contro quei tre ancora terrorizzati e pietrificati al punto tale da non riuscire ad emettere una singola parola <<papà...>> tentò di calmarlo <<Rey, andrò a parlare con quel figlio di puttana di Zeus e->> il ragazzo gli prese debolmente la manica e con quegli occhi cristallini velati dalla stanchezza e uno sguardo supplichevole fissò Ade, nella speranza di convincerlo <<papà...lascia perdere...>> <<MA->> <<rimani qui, per favore...non andare via...non voglio stare da solo, fa tanto male...>> L'uomo si calmò e con un sospiro arrendevole cominciò a spostare le coperte dal lato libero del letto <<SID!>> esclamò di colpo non degnandolo neanche di attenzione, troppo occupato a sistemare le coperte in modo che non lasciassero scoperto neanche un millimetro di pelle su suo figlio, ora con gli occhi chiusi e un respiro affannoso pervaso dai brividi di freddo <<M-MI DICA ALTEZZA>> gemette il demone tremolante non riuscendo ad alzare lo sguardo su quella figura onnipotente a cui si prostrò <<porta via quei tre e cerca di capire quel cazzone di Will che fine ha fatto. Voglio sapere cosa è successo a mio figlio. E chiama Chaos>> concluse con tono solenne mentre con cura rimboccò un'altra coperta, evocata pochi secondi prima, su Rey ancora in preda al freddo <<s-subito!>> e quando tutti furono fuori Ade finalmente si rilassò <<papà sei sempre esagerato...>> <<sisi, poi me lo dirai quando avrai dei figli e per voci di corridoio giù all'inferno scoprirai che sono tornati all'olimpo svenuti, ok? Questi idioti non sanno neanche tenerti al caldo, vuoi un'altra coperta? O del thè caldo? Oppure quella zuppa che ti piace tanto?>> una piccola e debole risata abbandonò le labbra di Rey <<papà, sto bene>> <<smettila di scherzare, hai di nuovo la febbre>> disse stendendosi di fianco il ragazzo togliendosi prima la cravatta, per poi fare lo stesso con la giacca lanciandola da qualche parte sul pavimento.
Rey sentendo quella presenza vicino a sé si rannicchiò in posizione fetale vicino ad essa <<fa tanto male...>> Sussurrò con voce tremante stringendo il cuore di Ade immerso in un silenzio preoccupante; rivide in quella sagoma ormai grande l'immagine di quel bambino che un tempo faceva la stessa cosa quando aveva gli incubi <<lo so Rey, vedrai che un po' di riposo ti farà bene>> e con un semplice e fluido movimento delle dita il dio evocò delle piccole fiaccole rosse che si avvicinarono al corpo di Rey rapito dai propri pensieri; quando quel tepore lo sentì addosso si lasciò cullare da esso abbandonandosi finalmente ad un sonno profondo privo di intemperie.
Ade era solito fare quella magia ogni qual volta Rey stesse male, essa serviva a donargli tranquillità con un tepore che solo quella piccola luce sapeva dare. Era come essere avvolti da una nuvola cullata dal sole.
<<va tutto bene Rey, sono qui>> continuò a ripetere il sovrano in un susseguirsi di sussurri accompagnati da quel tocco delicato su quella massa di capelli ribelli.
Continuò così finché Rey non sprofondò in un sonno profondo.

Amami oltre i confini dell'infernoWhere stories live. Discover now