Capitolo 9: Dubbi e conferme

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Per tutti gli studenti del primo anno i primi mesi ad Aeternam rappresentavano non solo una nuova sfida, ma un misto di sensazioni stupefacenti e mai provate prima che li facevano studiare con passione e ascoltare con devozione le lezioni, aspettando trepidanti i Saturnalia.

Fra le materie più criptiche e più apprezzate dai giovanissimi Incantatori di Ecate c'era ovviamente Cartomanzia. Il professor Nostradami era gentile e paziente e sapeva spiegare in modo interessante, affascinante, ammantando di mistero le sue lezioni e svelando i significati degli arcani con sapienza e minuziosa dedizione.

Inoltre, era uno di quegli insegnanti che amava far praticare gli studenti, allenandoli alla lettura di diverse stesure e facendoli entrare in contatto con il loro occhio interiore.

«Continuate a guardare oltre, ciò che vi si para davanti è solo un riflesso di ciò che deve avvenire, sono segni che vi permettono di interpretare il futuro, cercate di raggiungerlo»

Ad uno dei banchi della fila centrale erano seduti Carlotta Torre e Leno Ponente, entrambi impegnatissimi a decifrare la loro stesa di tarocchi.

«Io non riesco a capire cosa possa significare la regina di spade in questo contesto» disse piano Leno.

Carlotta guardò la sua stesa di carte: «Devi considerare le carte vicine suppongo»

«Diamine è tutto più difficile da quando abbiamo aggiunto gli Arcani Minori»

Carlotta sorrise: «Dobbiamo impegnarci, perché dopo le vacanze invernali si comincerà con le Sibille e lì sì che sarà difficile!»

Leno annuì e riprese a concentrarsi sulla sua stesa di carte.

Il professor Nostradami passava fra i banchi, rispondendo alle domande degli studenti e aiutandoli nella comprensione delle carte.

Si chinò sul banco di due ragazzine che domandavano se ci fosse un significato particolare nell'Appeso rovesciato accanto al Papa, Nostradami rispose in tono gentile, diede una spiegazione e poi si tirò di nuovo su.

Quando alzò la testa ebbe come la sensazione di avere una vertigine, pensò che fosse solo colpa del movimento, ma poi sentì qualcosa, una voce, sottile, ma nota.

Si voltò di colpo e la classe era sparita, al posto dell'aula c'era la sponda di un fiume e sulla riva di esso sorgeva un enorme noce dal tronco secolare.

Davanti all'albero, pallida e smunta, c'era Astarte.

I capelli lunghissimi, gli occhi stanchi, il viso più cereo del solito. Era immobile, vestita di nero, con vesti semplici e anonime.

«Astarte» chiamò il professore: «Astarte stai bene?»

Nostradami allungò una mano e si accorse che non riusciva a raggiungerla, c'era come un velo fra loro, il velo che aveva creato lui stesso, separando le loro energie.

«Astarte io voglio aiutarti» ripeté il professore.

La ragazza si avvicinò e allungò anche lei una mano, quando arrivò a pochi centimetri dal palmo del professore, Nostradami si concentrò con tutte le sue forze ed evocò le grandi energie che aveva raccolto nei rituali di riallacciamento, antichi e complicati, che praticava da mesi. Quello era il suo segno, quella visione doveva essere il risultato positivo di tutti quei faticosi riti.

«Vieni Astarte, avvicinati, tenta»

«Posso entrare?» chiese Astarte con occhi tristi.

«Entra» disse il professore.

I loro palmi si toccarono e l'energia magica fluì forte fra di loro. Nostradami sorrise, poi l'espressione di contentezza sparì veloce dal suo volto.

Astarte alzò una mano, facendo levitare il professore, i suoi occhi divennero completamente bianchi e lei accennò un sorriso, o più che un sorriso, un ghigno.

Aeternam: Un  Nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora