CAPITOLO 32 - VERSO IL PORTALE

Start from the beginning
                                    

Iris...

«So della maledizione» disse di colpo.

Fu più forte di lei. Mai e poi mai avrebbe potuto tenere quel pensiero tutto per lei, ma dirlo ad alta voce rendeva tutto più reale e inaccettabile.

Va tutto bene.

«No» sbottò lei alzandosi in piedi.

Abbiamo una speranza di sconfiggerlo.

«A costo della vita, la tua vita» ribatté, guardandolo dall'alto in basso.

Sono un soldato.

Pronunciò quelle parole illudendosi che sarebbero bastate come giustificazione, senza immaginarsi del profondo segno che aveva già lasciato nell'anima di quella ragazza che non conosceva il significato di dovere. Lei era tutto cuore.

Hektrien serrò le labbra, era così strano avere la certezza che qualcuno si preoccupava per la sua sorte. Nel corso degli anni trascorsi sui campi di battaglia, era riuscito a liberarsi della paura, o meglio ignorarla il più possibile, ma l'ombra della morte era una presenza costante, sempre in agguato, pronta a porgere la sua mano anche al più valoroso degli uomini e di abili guerrieri ne aveva visti cadere molti. Questa condizione precaria gli aveva insegnato il valore della vita, ogni momento era un dono prezioso, soprattutto ora che sembrava avere qualcuno da cui tornare.

L'esperienza gli aveva insegnato che non avrebbe mai potuto salvare tutti, ma che ci avrebbe comunque provato, perché ogni vita sottratta alle grinfie della morte era una vittoria. La guerra era una strada senza ritorno e lui era sempre stato arma e scudo, rischiava la vita ogni singolo giorno, nulla era cambiato da quel punto di vista, ma ora c'era lei ed era tutto più complicato.

Iris, anima gentile e altruista, bagliore nel buio. Era forte, ma anche così fragile e ogni suo gesto avrebbe potuto ferirla o peggio spezzarla. Voleva tenerla con sé, ma sarebbe stato egoista da parte sua, perché anche lei aveva il suo destino da compiere. Sua madre in quei giorni di prigionia gli aveva parlato della sua particolare visione delle cose, di un messaggero e di un portale, una speranza per i popoli, un discorso affascinante, che lui aveva ascoltato rapito, ma più ci ripensava più gli pareva che quell'idea sminuisse le cose, c'era così tanto di più nello sguardo di quella ragazza. C'era conforto, sogno e una scintilla di qualcosa a cui non riusciva a dare un nome, qualcosa di profondo, ma sfuggente. Tante cose passarono per la sua testa, ma qualunque cosa avesse dentro decise di tenerla per sé.

La guardò e si perse in quel silenzio.

Iris gli sfilò a fianco e andò direttamente alla finestra, si concentrò sul giardino sotto di lei. C'erano Radek e Bronis, intenti a sghignazzare tra loro.

Bel modo di preparasi alla battaglia.

Nemiah non si era più visto, ma aveva imposto quel nuovo binomio sotto la sua finestra, perché non considerava più i tre fratelli all'altezza di occuparsi della sua sorveglianza. Aveva fiutato la debolezza di Gabor e l'ostilità degli altri due, che non sembravano così devoti alla causa. L'alfa sembrava aver pensato a tutto questa volta, nulla doveva andare storto.

Nemiah, se fosse lui la vittima sacrificale sarebbe altrettanto ingiusto.

Euniria uscì in giardino proprio in quel momento con un vassoio in mano, si avvicinò ai due licantropi e gli offrì qualcosa di caldo da bere per riscaldarsi. La serata era gelida, il cielo era coperto e non si vedeva nessuna stella. Iris pensò alle parole del diario di zia Emma e al cielo della notte dell'attacco al Castello. Inspirò profondamente.

Hektrien arrivò alle sue spalle, tirò la tenda e le mise le mani sulle spalle.

Sono qui, adesso.

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now