Le sue parole hanno una nota di malinconia, faccio finta che non abbiano alcun effetto su di me

Mi volto verso di lui con un tono più leggero

"Il passato è passato"

Lui mi guarda esitante come volesse dire altro, ma non risponde

"Vado a fare una corsa ti va di venire con me?"

"Ben ti ricordi con chi stai parlando vero? Preferisco sedermi sul divano con una ciambella al cioccolato in mano"

"Giusto" risponde diverito

"Ci vediamo dopo?"

"Certo" rispondo sorridendogli finché non esce dalla porta

Un rumore in fondo le scale cattura la mia attenzione, prendo un mestolo che mi ritrovo davanti, camminando piano verso quello scricchiolio

"Che diamine fai?"

Il mestolo mi cade a terra per lo spavento

"Che diamine faccio io? Che diamine fai tu qui? Da dove arrivi?"

"Dalla tua stanza"

"Ah, e lo dici così tranquillamente?"

"Tu inizia a chiudere bene la finestra e magari questi incidenti non succederanno"

Mi volto dirigendomi in salotto

"Ma che ci fai..ah lasciamo perdere"

So che non mi risponderà comunque

"Sola?" Mi chiede guardandosi attorno

"Come mi vedi"

Rispondo poggiandomi al divano

"Tu che fai qui di sabato mattina?"

"Ho portato la moto dal meccanico perché mi dava dei problemi"

"Ah, beh mi spice"

"È una moto, sopravviverà" risponde girandosi attorno

Assottiglio gli occhi senza staccarli da
lui

"E perché sei qui?"

"Vuoi che me ne vada?"

No

"Non lo so ancora"

Lui sorride lievemente, mantenendo una certa distanza

"E il tuo amico?"

"Ben dici? È andato a correre, ma qualcosa mi dice lo sai già"

"Che ragazza di poca fede"

"No, ho solo imparato a conoscerti"

"Non credo, a stento mi conosco io"

"Che vuoi dire?" La mia domanda resta un insieme di parole senza risposta perché lui svia il discorso

Never without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora