estate 2022

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i venerdì passano velocemente e ogni secondo che passo senza di lui, lo passo pensandolo. passa il tempo senza che neanche me ne renda conto. ho ricordi molto vaghi delle giornate, ma ricordo vividamente il modo in cui i suoi occhi marroni brillavano nel momento in cui mi ha vista senza mascherina. mi guardava come se fossi un qualcosa di intoccabile e quasi sovrannaturale. mi guardò come se fossi l'unica che aveva un significato, come se fossi tutto quello che importava. tanto per cambiare, non mi guarda più cosi.  pagherei per farmi guardare così un'ultima volta. quell'innocenza e quell'amore che solo il primo amore fa provare.  eppure dentro l'amore c'è una punta d'odio.
il corso finisce, passiamo insieme quei due giorni che erano il corso di robotica, ma non come speravo perché si presentò anche una mia amica, e non potevo assolutamente dare a vedere cio che provavo.
tutte le mie amiche però mi dicevano sempre che mi guardava e non capivano perché,   visto che non raccontavo niente. mi guardava. lui guardava me. lui, diego, la persona per cui mi sarei presa un proiettile pure se fosse stato lui a tenere la pistola, lui.
lui, il quale tocco sembrava mandarmi fuori di testa. l'unico per la quale avevo provato qualcosa. l'unica persona che sono riuscita ad amare. perché chi si innamora con uno sguardo, è destinato a cercarsi, trovarsi e amarsi. e non finisce con uno schiocco di dita. non può. si è legati come da un filo, che qualunque cosa accada ti riconduce a lui. diego. cazzo quanto lo amavo. scherzava come il mio migliore amico, mi guardava e mi trattava come una fidanzata, e mi riprendeva come mio padre quando facevo qualcosa di sbagliato. era tutto quello di cui avevo bisogno. arrivò l'estate ed era l'ultima settimana che ero a roma prima della vacanza. decisi di andare a salutare mia zia in negozio e incontrai proprio lui. proprio lui. le nostre facce erano indescrivibili e quando entrai lo salutai per ultimo. mia zia ci presentò ma diego le disse che già ci conoscevamo, con un ghigno sulla faccia. parlammo per circa tre ore e conobbi meglio sua madre .quel giorno mi offrì pure il pranzo. parlammo da mezzo giorno fino alle tre di pomeriggio ma dovevo andare. salutai tutti e pochi giorni dopo partì. mi sentivo persa senza ne vederlo ne sentirlo, ma lo pensavo sempre.

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