➸𝑪apitolo uno

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Bablo, bablo!

"Pablito amore di nonno"

Mio padre probabilmente è l'uomo più felice del mondo da quando tra le braccia tiene il suo adorato nipotino.

Xavier Hernández i Creus ha saputo sciogliere il suo cuore di ghiaccio davanti agli occhioni castani del piccolo bambino.

Se solo il piccolo Pablito sapesse la reazione di suo nonno alla notizia della mia gravidanza, probabilmente sarebbe per sempre offeso.

Sapere che tua figlia di diciassette anni è rimasta incinta con quello che sarebbe dovuto essere il suo migliore amico ha probabilmente bruciato l'ultimo briciolo di calma che gli rimaneva in corpo.

"Venite con me, vero? Devo far vedere a tutti quanti com'è bello il mio Pablito"

Siamo ormai a Barcellona da qualche settimana e, a causa del trasloco e della stanchezza, abbiamo rimandato la visita al campo di calcio ormai da troppo tempo.

"Puoi chiedere pure a Isabella se si vuole aggiungere, così non ti sentirai in imbarazzo"

Io e Isabelle siamo migliori amiche dai tempi dell'asilo. Non ci siamo divise fino a quando non mi sono fatta convincere da Federico a raggiungerlo nella capitale piemontese.

All'epoca mi sembrò l'idea più geniale del mondo, stare distante da casa e provare a responsabilizzarmi erano l'obbiettivo del mio anno fuori.

Alla fine mi sono responsabilizzata, ma non come tutti ci saremmo aspettati.

Dopo una breve chiacchierata con la mia amica, ho iniziato a vestire Pablo rigorosamente con la maglietta del Barcellona offerta gentilmente da mio padre.

Probabilmente ha atteso questo momento da tutta la vita, visto che la vita gli ha regalato solo una figlia femmina che secondo lui è più interessata ai calciatori che al gioco.

Da poco, infatti, abbiamo chiarito le nostre tensioni ma rimane aperta la ferita delle litigate di questi ultimi due anni.

Ora a quasi diciannove anni posso dire di avere il sostegno da parte di mio padre e della sua compagna.

Davanti all'enorme struttura noto la figura bionda di Isabelle. Io e lei siamo sempre state l'opposto: lei bionda con dei stupendi occhi azzurri, mentre io la tipica mediterranea con occhi verdi smeraldo e capelli scuri quasi tendenti al nero.

Anche caratterialmente ci opponiamo dato che lei risulta la ragazza un po' timida ma stravagante ed io quella più incline alla pazzie e più solare.

"Amore mio"

Il suo accento catalano così marcato conferma il fatto che sia lei. Ovviamente non mi aspetto che sia riferito a me, dato che chiunque veda pablo impazzisce.

"Il mio niño preferito"

Quando lo prende in braccio, gli fa fare un giro su se stesso e subito il suo sguardo si illumina di una punta di divertimento.

"Xavi hai unito le tue due persone preferite a quanto vedo"

Lui ride e io rimango confusa. Quando finalmente siamo sugli spalti, mi faccio spiegare quello scambio di battute che non ho capito.

"C'è un ragazzo in squadro che si chiama Pablo, è probabilmente uno dei più promettenti del palcoscenico calcistico e tuo padre ne va pazzo. Pablito indossa la sua maglia"

Il numero 30 e il cognome Gavi ora hanno una motivazione più valida ai miei occhi.

"Ma vedi un po' come ti combina il nonno"

"Mama"

Tremendamente adorabile il suo spagnolo, mi fa venire un sorriso spontaneo.

Con Federico abbiamo deciso che il bimbo sarebbe stato bi-lingue in modo da sentirsi parte sia della sua che della mia famiglia. Poi di per se essere bilingue ti porta ad avere molti vantaggi.

"Mandiamo una foto al papi?"

Al bambino luccicano gli occhi a sentir nominare il papà e proprio quegli occhi vengono ritratti nella foto che mando al giovane calciatore della Juve.

"Due settimane a Barcellona e ha già capito cosa tifare"

Questo scrivo nella descrizione della foto ricevendo un audio in risposta.

In risposta ottengo la stessa foto, ma in bianco in nero così che le strisce blugrana diventino juventine.

"Così va meglio"

Sorrido decidendo definitivamente di posare il telefono in borsa e contendere uno sguardo al campo d'allenamento.

"Dai scendiamo giù a salutare i ragazzi"

Mi trascina Isa. Certe volte mi scordo che lei passa molto del suo tempo qui.

"Oh vi stavi cercando, venite"

Mio padre mi costringe a conoscere tutti i suoi calciatori, esaltando in continuazione la bellezza di Pablito.

"Estoy encantado con este pequeño, soy Pablo."

Ormai detenevo lo sguardo basso mentre stringevo le mani dei ragazzi, ma l'incontro con il famoso Gavi mi aveva risvegliato da quella situazione d'imbarazzo.

"Bablo"

Mio figlio impazzisce a sentire il suo nome pronunciato dal numero trenta. Non penso abbia capito che sia anche il suo nome, ma vederlo così felice mi impedisce di correggerlo.

Allunga perfino le braccia verso il ragazzo ed io vorrei solo sotterrarmi per l'imbarazzo. Nel frattempo vedo tutti concentrati su questa scena.

"El niño che tiene in mano el niño"

Pedro, così si dovrebbe chiamare, fa scoppiare tutti in una fragorosa risata.

"Almeno così sta con qualcuno della sua età"

Sfotte Marc(?) spero si chiami così, ho difficoltà con i nomi.

"Non sarò volgare solo perché Pablito potrebbe sentire. E poi Marc tu sei duemila sei quindi al massimo è tuo coetaneo"

"Che carino, ora parla di se in terza persona"

Continuano a prenderlo in giro, mentre io rimango estasiata dalla visione dei due Pablo. Il mio, dei due, sta tenendo una manina attaccata al pollice del più grande mentre lascia dei bacini sulla sua guancia.

Non è mai così affettuoso, se non con me e con Federico.

Anche con i miei parenti e con quelli del padre è sempre molto restio essendo di per sé un bambino molto timido.

"Ora dovete tornare ad allenarvi, che la partita non si vince da sola"

Li richiama mio padre, ma quando faccio per riprendere il mio bimbo in braccio noto che quest'ultimo non ne ha nessuna intenzione.

"Dai Pablito non fare il monello"

Monello è una parola che spesso una Federico per rimproverare il figlio e, io capito solo da poco quanto influenzi i capricci del bambino.

È come quando si nomina l'uomo nero, una vera e propria minaccia che spaventata il bambino dal fare la cosa sbaglia.

"Mami io quedarse Bablo"

Noto il giocatore essere confuso dal modo di parlare del piccolo e subito mi appresto a spiegare che parla poco ma lo fa in due lingue quindi spesso crea confusione.

Alla fine, con la promessa che 'Bablo' lo venisse a salutare più tardi, riesco a riportare il bimbo sugli spalti.

➸ Baby daddy || Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora