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24 dicembre 2007

Nottingham, UK

"Non pensi che dovremmo parlare di.. nomi?" chiese Alex, rotolandosi su un fianco per guardarmi negli occhi. Eravamo nella sua camera da un paio d'ore ormai: le vacanze invernali erano appena cominciate e ne avevamo approfittato per passare più tempo possibile insieme, prima della sua partenza per il tour il mese successivo.

"Forse..." ammisi. Ero incinta di circa dieci settimane, ma con i Sunset Parade in giro per il mondo non sapevamo quando avremmo potuto avere una conversazione del genere di nuovo. Alzai lo sguardo verso il soffitto, in pensiero.

"Conosco quello sguardo - mi osservò nella speranza di leggermi - cos'hai in mente?"

"Be', sai che sono fan della teologia..." gli ricordai.

"Ti prego, non dirmi che vuoi chiamare nostro figlio Gesù..."

"Non quella teologia! Intendo i testi apocrifi! In ogni caso, hai mai sentito parlare della storia di Lilith?"

"Avrei dovuto? Non importa... - sorrise, sapendo di non avere altra scelta - raccontamela".

Sorrisi: "Lilith fu la prima donna creata da Dio, prima della nascita di Eva: fu plasmata insieme ad Adamo a partire da due cumuli di terra identici, rendendoli di fatto due esseri con pari opportunità. Vennero messi nell'Eden e gli venne ordinato di procreare. Tuttavia, Lilith non accettò di stare al di sotto di Adamo, così scappò dal giardino e divenne un demone. Rifugiatosi nel luogo che ora definiremmo Inferno, si accoppiò con dei demoni ed ora è definita una specie di regina dell'Inferno. Per questo viene ricordata come la madre del male e associata a tutte le caratteristiche negative della femminilità: adulterio, stregoneria, lussuria..."

"Ancora meglio! Vuoi che nostra figlia abbia il nome di un demone!" sottolineò, mettendosi seduto velocemente.

"Ma mi stai ascoltando? Non è solo questo! La sua figura nacque in Mesopotamia, dove era associata alla notte e alle civette, ma furono gli ebrei misogini dell'ottavo secolo dopo Cristo a trasformarla in demone divoratore di uomini. Non solo fu la prima persona capace di ribellarsi al volere divino, ma nel tempo è diventata simbolo di femminilità schiacciata dal sistema patriarcale maschilista e poi tornata padrona di sè stessa".

"Certo... e se è un maschio?"

Feci finta di pensarci un secondo: "Non lo so... Michael?" entrambi iniziammo a ridere, sapendo perfettamente come la situazione sarebbe andata a finire.

O almeno, così credevo.

"Forse dovrei andare, devo cambiarmi per la grande cena" annunciai mettendo enfasi sulle ultime due parole, mentre mi alzavo dal letto in cerca delle scarpe che avevo abbandonato in un angolo della stanza al mio arrivo.

Era il terzo anno consecutivo che ci trovavamo a casa Thorburn per festeggiare la vigilia di Natale. La tradizione iniziò con la formazione della band, e andò avanti quando io e Alex iniziammo a uscire insieme.

Mi presentai in anticipo rispetto al resto della mia famiglia, poiché non sopportavo l'idea di stare lontana da Alex per troppo tempo. Avevamo festeggiato da un paio di settimane il primo anniversario della nostra relazione, ma sembravamo ancora intrappolati nella 'fase luna di miele'.

"Glielo diremo oggi, quindi? È deciso?"

"Non lo so, vuoi aspettare che partorisca? Il tempo stringe!" scherzai io. A diciannove anni ero ancora così ingenua da non aver minimamente preso in considerazione l'idea che i miei potessero disapprovare la nostra scelta, o addirittura cercare di farci cambiare idea.

A Certain RomanceWhere stories live. Discover now