"E così ha confessato..." disse Anna.

"Ha ammesso tutto, dopo lo show di Lupo..." rispose il maresciallo. "Dovevi vederlo, come si è immedesimato nella parte: sembrava Poirot!..."

"È giovane, lasciagli l'entusiasmo dei suoi anni."

"E chi glielo leva? Solo il tempo glielo potrà togliere. Per ora, lasciamoglielo godere..."

"Ma Bartoli ha chiarito i dettagli del delitto?"

"È andato a fargli visita, quel maledetto pomeriggio. Voleva chiedergli scusa per il litigio in sala docenti. Questo gli ha detto al citofono. Pasquini gli ha aperto il cancello e il portone di ingresso, lo ha accompagnato nello studio al primo piano, facendo strada. Quando sono arrivati alla cassapanca con il candelabro, Bartoli lo ha agguantato e gli ha sferrato un primo colpo alla testa. Pasquini si è voltato verso di lui, incredulo e stordito. Ha iniziato a indietreggiare nello studio barcollando, con le braccia alzate davanti al viso, per parare i colpi. Bartoli si è scatenato come un pazzo, colpendolo più volte alle braccia. Un colpo violentissimo lo ha preso in pieno volto: è caduto all'indietro, battendo la nuca sulla scrivania."

"Povero Paolo!... È morto per questo?"

"Sì. Il medico legale non ha dubbi."

"E l'acronimo sull'agenda?"

"L'assassino ha indossato dei guanti di lattice, per non lasciare tracce, ha aperto l'agenda alla data di quel giorno e ce lo ha scritto. Voleva sviare le indagini..."

Erano a tavola. Anna, presa dalle incombenze burocratiche di un progetto didattico inclusivo nel quale si era incautamente avventurata, non aveva avuto il tempo di preparare la cena. Così, avevano deciso di ordinare una pizza: per lei, una classica Margherita; Lino ne aveva scelta una con bresaola, rucola e scaglie di grana. Come bibite, due bionde chiare. Desideravano trovarsi pronti per il nuovo show del tenente, che sarebbe andato in onda, questa volta, in televisione. Lo studio televisivo era stato allestito nel suo ufficio. Aveva convocato i giornalisti, per una conferenza stampa sulla chiusura del caso.

"Com'è la pizza?" domandò Anna.

"Un po' bruciacchiata, ma può andare... Passami l'olio, per favore." Anna gli porse la bottiglietta, lui lasciò cadere qualche goccia sulle fettine di bresaola.

"Poverino, il ragazzo: si è scusato per aver fatto qualche minuto di ritardo..."

"Gli hai lasciato la mancia?"

"Gli ho detto di tenere il resto, se lo meritava. Avrà l'età dei miei studenti..."

"È un ragazzo a posto..."

"Ma guarda che i bravi ragazzi sono la maggioranza. Fra i miei alunni, ce ne sono tanti che la sera fanno i pony-pizza o i camerieri nei pub o nei ristoranti... Non sono tutti dei bulletti viziati come li dipingono."

"O degli sbarbatelli che vogliono cambiare il mondo..."

"Sai, sto pensando al piano di Bartoli: era diabolico..."

"Già! Voleva eliminare Pasquini e incastrare i ragazzi dell'NGRPE. In un colpo solo. Così, avrebbe dato sfogo sia al pregiudizio omofobo che lo ossessionava nei confronti del collega, sia all'odio che nutriva verso i due giovani, per le loro posizioni fanatiche progressiste."

"Sì, ma lui come aveva scoperto l'NGRPE? I media ne hanno parlato, per la prima volta, dopo il delitto..."

"Questo era il punto debole della nostra ricostruzione. Ce lo ha chiarito lui: lo ha scoperto per caso, un giorno in cui dei suoi alunni ne parlavano, durante l'intervallo. Aveva saputo dell'incontro con la Gran Maestra, così decise di andarci: si presentò en travesti, per non farsi riconoscere..."

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