La casa dei ragazzi distava solo 10 minuti dal campus. Così decise di camminare più lentamente possibile, in modo da calmarsi e ritrovare la sua stabilità. Sperò che Liam non fosse in camera. Se il castano era lì, avrebbe riempito Louis di domande, ed ora lui non era in vena di domande. Adorava Liam, ma spesso diventava assillante, si preoccupava troppo di tutti.

Mentre camminava si guardò in giro. Il campus a quell'ora era pieno di ragazzi, ragazzi della sua età, ragazzi più grandi, ragazzi spensierati. Louis non ricordava più quand'era stata l'ultima volta che era stato così spensierato e felice come quei ragazzi. Forse, chi lo sa, la metà di loro finge di essere felice, e sono più incasinati di lui. Non ricordava neanche quand'è che la sua vita fosse diventata questo gran casino. In quattro anni aveva fatto tante cose, per la maggior parte brutte.

Si guardò ancora in giro, ora molto più calmo di quando aveva lasciato la casa, e le parole di Zayn ritornarono. 'Non uscire non ho voglia di rincorrerti e tanto meno di sentire Niall infuriarsi'. Questa era la conferma che la bionda non aveva mentito, e che davvero lui era un peso per i ragazzi e suo cugino. Eppure non era stato lui a chiedergli di diventare loro amico, ad accoglierlo in quella casa e nella loro vita. Louis corrugò la fronte. Perché lui non era stupido, ma in quel momento si sentiva così. Avevano fatto tutto da soli. Ed ora dicevano che lui era un peso.

Quando entrò nella stanza, quella ,era vuota e sospirò di sollievo. Prese il suo cellulare e apri un nuovo messaggio.

A: Papà
Grazie per avermi scaricato a tuo nipote.
Sappi solo,che il mio odio per te cresce a dismisura ora più che mai. Me la pagherai.

Mandò quel messaggio, forse era un po' infantile farlo, ma doveva. Suo padre doveva sapere che lui lo stava odiando per averlo spedito lì. L'odiava per quello che gli aveva fatto. L'odiava perché lui gli aveva mentito. L'odiava perché non c'era mai per lui. L'odiava perché l'aveva spedito come si fa con una lettera un pacco dal altra parte, si era liberato di lui. A detta sua 'Non so più che fare con te, Louis' ma non capiva che Louis voleva solo attenzioni e un po' d'amore. Gli era rimasto solo lui. E lui l'aveva mandato via.

Niall ed Harry, dopo le lezioni andarono a svolgere una faccenda, ed ora si avviavano verso casa. Quando il telefono di Niall iniziò a suonare. Il biondo,che era alla guida, accettò la chiamata e mettendola in vivavoce, senza neanche vedere chi fosse.

«Niall».

Riconobbe subito quella voce, era quella di sua madre. Erano giorni che la donna lo chiamava e lui non l'aveva mai degnata di una risposta,perché sapeva già cosa volesse e lui non aveva voglia di ascoltarla blaterare stronzate.

«Mamma» rispose sbuffando.

«Ti sei degnato a rispondere» disse la donna. Inconsapevole che il ragazzo avesse risposto solo perché non aveva visto il suo nome. «Tuo cugino come sta?» chiese, ma non era realmente interessata.

«Tranquillo» rispose Niall,senza aggiungere altro.

«Mi raccomando non farti trascinare nei casini che fa,mi hai capita?»

L'avversione che sua madre avesse per Louis non era una novità per lui. La donna aveva sempre espresso la sua opinione su suo nipote. Diceva che Louis era selvaggio, incivile, un teppista senza speranze. Ma se per lui l'avversione di sua madre nei confronti di Louis non fosse una novità, per Harry che era seduto al suo fianco lo era. Il riccio lo guardò confuso. E Niall sapeva che questa chiamata avrebbe solamente portato altre domande da parte di Harry e dei ragazzi. Forse la situazione gli stava, leggermente, sfuggendo di mano.

«Mamma sei in vivavoce, ed io non sono solo. Sto guidando», disse Niall agitandosi sul sedile.

«Stai guidando?» chiese sua madre dall'altro lato,alzando la voce.

Destroyed Angels || Larry Stylinson.Where stories live. Discover now