amarsi

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"Mi sono innamorato di te" Simone continuava a sentire l'eco di quelle parole nella sua testa, ancora e ancora. Finalmente gli aveva detto quello che aveva sempre sperato uscisse dalla sua bocca. Ma non riusciva a dire nulla, era come paralizzato. "Mi sono innamorato di te" Manuel aveva appena dichiarato di amarlo, ricambiava i suoi sentimenti. E il cuore di Simone batteva all'impazzata, le sue mani stavano sudando e nella sua testa sentiva solo l'eco delle sue parole.
Non disse nulla, non voleva dire nulla, e se anche avesse voluto non ci sarebbe riuscito. 
Quindi semplicemente avvicinò la sua mano al volto di Manuel, lo accarezzò con dolcezza e lo osservò: era agitato, guardava in basso e i suoi occhi erano lucidi e tremava un po'. Simone non lo aveva mai visto così agitato. 
E poi successe: Simone si avvicinò piano al suo volto e gli diede un dolce bacio sulle labbra. Niente di lontanamente simile al loro primo bacio, che era stato irruento, frettoloso, pieno di desiderio. Quello era un bacio calmo, dolce, senza alcuna fretta. Un bacio pieno di amore, tenerezza. Ma anche pieno di speranza per il futuro e di cose non dette. 
E poi si baciarono ancora e ancora e ancora. Prima piano, quasi timorosi. Poi sempre più desiderosi di avere di più. 

Manuel aveva sognato così tante volte quel momento che quando successe non gli parve vero. Le labbra di Simone era morbide, contro le sue leggermente screpolate. In un primo momento non si mosse, non ricambiò il bacio. Sembrava essersi paralizzato sotto al tocco di Simone. Poi si destò e posò le sue mani sulle braccia di Simone e lo strinse un po' più a sé, desideroso che i loro corpi si avvicinassero di più. E ricambiò il bacio, volendo sempre di più. Presto non gli basto quel semplice sfiorarsi dolce, bramava la bocca di Simone, la lingua di Simone. Voleva sentire la sensazione di essere uniti ancora una volta. 
E rimasero lì, a baciarsi, per un tempo che sembrò infinito. 

Quando tornarono in casa era molto tardi e i loro genitori stavano dormendo già da un po'. Cercarono di fare meno rumore possibile, mentre salivano al piano di sopra, mano nella mano. 
Nel momento in cui varcarono la soglia della loro camera Manuel non si trattenne più e riprese a baciare Simone. Aveva voglia di lui, voglia di recuperare tutto il tempo che aveva perso. E aveva voglia di toccarlo e si farsi toccare. 
Ma senza fretta, senza bruciare le tappe. 
Simone lo trascinò sul suo letto, dove si stesero insieme e ripresero a baciarsi. 
Poi iniziarono a sfiorarsi piano, con dolcezza. E da ogni carezza traspariva tutto l'amore e il desiderio che provavano. 
Fu Manuel il primo a cercare un contatto più diretto con la pelle di Simone, scostandogli leggermente la maglietta sul ventre, per poi toccarlo piano, godendo ogni singolo contatto con la sua pelle calda. E anche Simone inizio ad accarezzare il corpo di Manuel, insinuandosi con una mano sotto la sua maglia. E le loro maglie in poco tempo finirono sul pavimento e rimasero uno di fronte all'altro ad osservare il corpo dell'altro. Avevano già visto l'uno il corpo dell'altro, si erano già baciati, e avevano anche fatto molto altro in quel cantiere un anno e mezzo prima. Ma quel momento era diverso, c'era qualcosa di nuovo e inedito. Ed entrambi avevano paura. Manuel aveva paura di lasciarsi andare, di aprire il suo cuore, di essere finalmente libero. Simone aveva paura di amare di nuovo, e di soffrire di nuovo per amore. Entrambi avevano paura che quello fosse solo un sogno bellissimo da cui presto si sarebbero svegliati, che la realtà gli avrebbe presto dato un pugno in piena faccia per ricordargli che tutto quello non poteva star succedendo davvero.
«Non dobbiamo farlo, se non te la senti» quelle parole Simone le disse piano, quasi in un sussurro.
«Voglio farlo» furono le ultime parole che Manuel disse prima di riprendere il volto di Simone tra le mani e ricominciare a baciarlo. Questa volta con più urgenza.
Aveva voglia di sentire il corpo di Simone contro di sé, aveva voglia di toccare e amare ogni singola parte di lui.
E poco dopo rimasero completamente nudi, stesi sul letto, continuando a baciarsi e toccarsi. 
Poi Manuel toccò Simone, prima piano, lento, poi con sempre maggior vigore, beandosi del piacere che aumentava sul volto dell'altro ragazzo. 
E poi anche Simone toccò Manuel. E si baciarono per non farsi sfuggire nessun rumore, mentre il piacere di entrambi aumentava sempre di più. 
Manuel recuperò il lubrificante e il preservativo e iniziò a preparare Simone, piano, con dolcezza, senza alcuna fretta. Finché non lo sentì rilassato contro le sue dita. Allora si infilò il preservativo e, piano, entrò dentro di lui. 

***

Svegliarsi accanto a Simone sembrava un sogno. Il suo volto sul suo petto, il leggero sorriso sulle labbra, il respiro calmo. Manuel non volle rovinare quel bellissimo momento, nonostante sentisse il braccio formicolare e la vescica piana. Ma non voleva svegliare Simone e porre fine a quella visione bellissima. 
Ma fu la sveglia a risvegliare Simone, poco dopo, per ricordare a entrambi che sarebbero dovuti tornare alla realtà, alzarsi da quel torpore per affrontare una giornata di scuola. 
E, ancora una volta, Manuel sarebbe arrivato a scuola stanco, dopo aver passato la notte in bianco. Ma questa volta per un un bellissimo motivo. 
Simone aprì gli occhi piano, poi alzò lo sguardo su Manuel e gli sorrise.
«Ei» Manuel gli accarezzò i ricci che erano un po' cresciuti e gli ricadevano sul volto «hai dormito bene?» chiese.
«Benissimo, tu?» strofinò leggermente la punta del naso sul petto di Manuel, dove poi posò un leggero bacio.
«Insomma, c'avevo qualcuno addosso che proprio no me faceva dormì» rise Manuel.
Simone rispose con un sonoro schiaffo proprio dove prima aveva posato un dolce bacio e poi rise. 
Si vestirono in fretta e scesero per fare colazione con i loro genitori, entrambi già accomodati intorno al tavolo.
Simone e Manuel avevano due sorrisi enormi che gli illuminavano gli occhi. E, sotto al tavolo, le loro mani si erano trovate e unite.
«Avete dormito bene?» chiese Dante.
«Mai dormito meglio» dopo aver pronunciato quelle parole, Simone si girò verso Manuel e si guardarono negli occhi sorridendosi. 
E quello sguardo non sfuggì ad Anita e Dante, che però decisero di non dire nulla.  

***

«Te va de salta' scuola?» chiese Manuel. Era poggiato sulla sua moto, davanti a scuola, con Simone davanti a lui, le punte delle scarpe che si toccavano. Avrebbero voluto saltarsi addosso, come tante altre coppie facevano ogni mattina prima di entrare a scuola, ma avevano entrambi paura che l'altro non avrebbe particolarmente apprezzato, quindi si limitarono al leggero tocco delle loro scarpe.
«Ma è il mio primo giorno di scuola, mica posso saltare così» ma in realtà voleva anche lui saltare la scuola e andare ovunque Manuel avesse voluto.
«Solo per oggi, dai» Manuel per convincerlo si mise dritto davanti a lui e, senza preoccuparsi troppo di chi avesse intorno, sfiorò leggermente la mano di Simone con la sua. Poi abbassò il tono di voce «A casa non ce sta nessuno».
E non dovette insistere molto prima che Simone si convincesse a salire sulla sua moto. 
Prima di tornare a casa fecero un giro della città, in moto, come era successo prima che Simone partisse. E si bearono della vicinanza dei loro corpi. 
Poi, arrivati a casa, passarono tutta la mattinata in camera, nudi, a fare l'amore, ma anche a dirsi tutto quello che in quei mesi non erano riusciti a dire. 

Non lasciarmi solo - SimuelWhere stories live. Discover now