La cena fu calma e tranquilla. Si strinsero attorno al tavolo in cucina, che era abbastanza lungo per tutti e cinque, e Eric si strizzò felicemente accanto a Will; a causa della gamba del tavolo non aveva altra scelta che premere la coscia contro la sua.
«Mamma, non ti stai dimenticando niente?» chiese Paul, indicandole il grembiule.
«Oh. Mi scordo sempre. Scusate.» Sua madre si tolse il grembiule e lo appallottolò lanciandolo alle proprie spalle, sui fornelli.
Da mangiare c'era un'abbondante casseruola d'agnello con purè di patate, verdure e pane croccante. Era tutto sistemato sul tavolo e tutti si servivano da soli, oppure passavano i piatti in giro chiedendo le cose che non riuscivano a raggiungere. Tutti quanti stavano pasteggiando a vino a parte Paul. Eric era più silenzioso del solito; replicava quando gli parlavano, ma non apriva molto bocca spontaneamente. Era bello avere Will seduto accanto.
Alla fine della prima portata le facce attorno al tavolo erano arrossate e sorridenti.
Eric disse esitante «Mamma, papà...ho qualcosa da dirvi». Il suo cuore prese ad accelerare e stava iniziando a tremare.
Will gli strinse il ginocchio sotto al tavolo, per incoraggiarlo.
I suoi genitori guardavano Eric con lo sguardo interrogativo.
«Will...è...il mio ragazzo. Sono bi»
Emily sbattè gli occhi guardando Will ed Eric e viceversa «Oh, ma è fantastico, tesoro»
«Sono d'accordo» aggiunse Frank, sorridendo. Si alzarono entrambi e andarono ad abbracciare sia il figlio che Will.
«Vi vogliamo bene» disse Emily accarezzando la guancia a Will.
Paul si limitò a sorridere, compiaciuto.

Tutti quanti diedero una mano a
impilare i piatti e liberare il tavolo.
«Paul, puoi prendere il trifle?» chiese Emily. «È nel frigorifero del ripostiglio. Tuo padre lo ha preparato ieri.»
Paul ritornò con una terrina enorme. Il trifle di Frank era leggendario, soprattutto perché gli ingredienti contenevano una quantità assurda di sherry. «Mamma, lo sai che di là c'è
appoggiato un mazzo di vischio? Non dovrebbe essere appeso
da qualche parte?»
«Oh, ma certo! L'ho comprato solo stamattina e mi sono completamente dimenticata. Frank, puoi appenderlo adesso? All'arco, come al solito.»
«Naturalmente, cara.» Frank andò e tornò indietro con il vischio e con dei laccetti. La zona cottura della cucina era separata da quella in cui stavano mangiando da un'arcata che qualcuno -Paul probabilmente - aveva già decorato con lucine e tralci d'edera;
ma la parte centrale era ancora spoglia, e fu lì che Frank appese
il vischio, al posto d'onore. Aveva un nastro rosso legato attorno ed era splendido, tutto foglie verde chiaro e bacche bianche lucenti.
«Forza, vieni!» Frank aspettò con le mani sui fianchi e gli occhi chiusi, sporgendo le labbra.
Emily rise e si affrettò a raggiungerlo, poi prese il suo viso fra le mani e gli piantò un bacio sulle labbra. Quando cercò di tirarsi indietro, Frank la afferrò e le diede un bacio più serio.
«Buon Natale, tesoro,» le disse.
Eric cacciò un fischio da lupo, e Paul esclamò: «Trovatevi una stanza!»
Emily scoppiò a ridere. «Ce l'abbiamo, ma è un po' presto per andare a letto.» Poi, rivolta a Frank: «Adesso puoi lasciarmi andare.» Si districò da lui e tornò al tavolo.
Tutti quanti passarono in giro le ciotole in modo che Frank potesse servire il trifle. La presentazione mancava di eleganza, ma le porzioni compensavano.
«Spero che il trifle ti piaccia.» Eric porse a Will la sua ciotola con un sorriso.
«Lo adoro,» lo rassicurò lui. «Non ne ho mai mangiato di fatto in casa, però. Solo la versione da supermercato.»
Emily boccheggiò. «Oh! Non è affatto la stessa cosa. Per cominciare usano la gelatina invece dei lamponi veri.»
«Ma il trifle non dovrebbe essere con la gelatina?» chiese Will.
Attorno al tavolo scoppiò un coro di gemiti e risate.
«Non farli cominciare!» esclamò Eric. «La mia famiglia è capace di discutere per ore sulla ricetta perfetta per il trifle. Tu limitati a prendere nota che in questa famiglia decisamente il trifle non contiene gelatina. E adesso dacci dentro.»
Will ne prese una cucchiaiata. Il verso di apprezzamento che gli sfuggì spinse Eric a contorcersi sulla sedia. «Wow! Gelatina o non gelatina, è fantastico.» Era la prima volta che
diceva qualcosa con una tale sicurezza a quella tavolata.
«Beh, grazie.» Frank alzò il bicchiere verso di lui con un caldo sorriso.
«Dico solo la verità.» Will ne prese un'altra cucchiaiata.
Eric non poté fare a meno di guardare la sua gola che faceva su e giù mentre deglutiva. Distolse lo sguardo a fatica
e vide Paul che gli sorrideva con aria saputa. Arrossendo, riportò l'attenzione sul proprio dessert.
Quando la cucina fu pulita e mentre Will e Paul passavano sotto l'arcata per raggiungere il soggiorno, Paul li prese per mano. «Dagli un bacio, Eric.
Altrimenti porta sfortuna.»
Eric si gelò. Guardò prima il vischio e poi suo fratello, che teneva le mani sui fianchi. «Non baciarsi sotto il vischio non porta sfortuna. Te lo stai inventando.»
«Non cambia niente. È tradizione. Non fare il guastafeste.»
«Sì, forza, Eric,» commentò Will in tono leggero. «Penseranno che non mi vuoi baciare.»
Eric guardò quegli occhi azzurri e deglutì. Desiderava tantissimo baciarlo, ma avrebbe preferito farlo senza tutti lì a guardarlo. Però adesso non c'era modo di rifiutare. Si avvicinò di un passo e si chinò, progettando di dargli un bacetto veloce. Ma quando le loro labbra si incontrarono Will sollevò le braccia e gliele mise al collo. Il bacio fu comunque casto, ma era anche morbido e dolce. Will lo tenne stretto per alcuni infiniti secondi, mentre il cuore di Eric batteva contro la gabbia toracica come un uccello in preda al panico.
Quando Will lo lasciò andare, Eric era sicuro di avere le guance scarlatte come il nastro attorno al vischio.
«Ohhh,» esclamò Emily, e Frank fischiò.
«Siete adorabili,» commentò Paul. «Adesso smettetela di baciarvi e andiamo a giocare.»
«Giocare?» chiese Will mentre andavano tutti verso il soggiorno.
«Sì, è una tradizione di famiglia per la vigilia di Natale. Eric non ti ha avvertito?» chiese Emily.
«No, non lo ha fatto.» Will si accigliò.
«Spiacente.» Eric si scusò con un sorriso.
«Tranquillo,» spiegò Paul. «Niente di troppo tremendo.»

Un fidanzato sotto l'alberoWhere stories live. Discover now