Capitolo 1

62 7 2
                                    

Svolto verso l'aula professori, rovistando all'interno della mia borsa incasinata.

"Buongiorno, lei deve essere la nuova insegnante." Attira la mia attenzione un signore di mezza età, da uno strano papillon giallo e un originale paio di lenti rosse. Sollevo lo sguardo dalla borsa, ricambiando il suo sorriso.

"Ciao piacere, ti prego di darmi del tu. Raquel Reyes." Allungo la mano che prontamente viene stretta.

"Professore di fisica, Charles Fountaine."

"Ti hanno già fatto vedere la scuola?" Mi domanda, controllando l'ora sul vecchio orologio al polso. Le lezioni devono essere già iniziate, dato che la seconda campanella ha suonato un paio di minuti fa. Scuoto la testa.

"No ma non sarà un problema spostarmi. Ho visto che qui fuori c'è una piantina dell'istituto." Dico, indicando il muro al di fuori della stanza.

"Oh non esiste, vieni ti faccio strada." Lo vedo afferrare una fila interminabile di fogli e infilarla alla rinfusa dentro alla piccola ventiquattrore. Trattengo un sorriso di fronte al suo essere così goffo, mi ricorda molto mio padre quando era in ritardo la mattina.

"Dunque cosa insegni?" Mi domanda, addentrandosi all'interno del lungo corridoio.

"Educazione fisica." Rispondo, guardandomi attorno.

"Mh, vedo che non sei una grande chiacchierona." Lo vedo sorridere, mentre mi mostra la mensa ancora vuota a causa dell'orario. Delle signore dietro al bancone mi sorridono, mentre rimbeccano dei vassoi con delle penose sbobbe incolore.

"Sto solo cercando di ambientarmi. È tutto nuovo per me." Alzo le spalle, mentre usciamo dalla porta d'emergenza. Di certo l'ultima cosa che voglio fare è sembrare maleducata, il mio primo giorno.

"Oh non ti preoccupare, ricordo che anche io ero taciturno come te." Mi fa gesto con la mano di non preoccuparmi, camminando nell'area esterna della scuola. Sfrutto il fascio di luce che scalda l'erbetta tagliata su cui camminiamo, per accendere una sigaretta.

"Questo è il tuo regno giusto?" Ridacchia, avvicinandosi alla rete verde che delimita l'enorme campetto.

"Giusto." Sorrido aspirando la sigaretta.

"Oh guarda, c'è l'allenatore della squadra di rugby. Coach Barton." Mi indica l'uomo distante pochi metri da noi; mi esorta ad avvicinarmi.

"Devi sapere che la squadra si sta allenando in previsione degli inizi del campionato." Mi spiega, fermandosi al fianco dell'allenatore.

"Coach, lei è la nuova professoressa di educazione fisica." La figura si volta verso di me. Un uomo alto, ben piazzato, moro, occhi scuri. Leggere borse sotto gli occhi e una tuta addosso.

"Piacere Tom." Una stretta forte e decisa.

" Una stretta forte e decisa

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Piacere Raquel." Sorrido, dopo aver buttato la cicca nel secchio vicino.

"Sei nuova di queste zone?" Mi domanda, portando gli occhi poi di nuovo sul campo che pian piano si riempie degli giovani atleti.

"Vengo da New York." Annuisco, seguendo la direzione dei suoi occhi attenti.

"Uh un grande cambiamento. Dalla grande mela a qui." Sogghigna, facendo saltellare il fischietto appeso al collo.

"Li conosci?" Domanda dopo un paio di minuti di silenzio, indicando davanti a sé, con le braccia conserte.

"Ho visto una loro foto sul giornale questa mattina. Sono un'attrazione abbastanza conosciuta qui." Ridacchio, avvicinandomi di un paio di centimetri alla rete. L'allenatore annuisce semplicemente, ordinando poi ai suoi ragazzi di iniziare la sessione di stretching.

"A che ora hai lezione?"

"Tra un'ora." Rispondo, accertandomene tramite lo schermo del telefono.

"Perfetto vieni." Lo seguo, mentre percorre il campo, giungendo fino ad una panchina, su cui noto un borsone poggiato sopra, da cui pendono un paio di chiavi della macchina. Tom con disinvoltura sposta gli oggetti, facendomi segno di prendere posto.

Lo ringrazio sorridendo. Mi accomodo, avendo una perfetta visuale di ciò che accade nello spazio aperto.

"Sono in ritardo?" Dice una voce profonda alla mia destra, con un po' di fiatone. Giro leggermente la testa.

"Per un minuto ancora no Styles, per tua fortuna." Risponde l'allenatore, guardandolo serio. Quello che deve essere Styles annuisce sbrigativo, facendo scendere la maglietta della divisa sul petto, mostrando per una frazione di secondi il torace decisamente allenato.

"Corri a fare stretching." Ordina Tom. Il ragazzo annuisce, poggiando la borraccia vicino alla panchina. In quel momento i suoi occhi cadono su di me. Occhi verdi, chiari, lucenti. Mi sembra così vicino da poterne vedere anche i dettagli, le piccole sfumature che si incrociano in quel verde, ma è solo una sensazione. Capelli scuri, che in modo disordinato cadono sulla fronte.

"Ciao." Dico, notando che anche lui allo stesso modo mi sta osservando.

"Ciao." Si eleva nella sua altezza, indietreggiando verso il centro del campo.

"Styles ho detto di sbrigarti!"

The Lions [h.s]Where stories live. Discover now