Mandato dal cielo

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Consiglio di leggere il capitolo ascoltando il video qui sopra :)

Federica: "Aspetta!"

Gli dissi prima che scomparisse per le scale della torre.

Federica: "Ti voglio parlare!"

Salii di corsa sulle per stare al suo passo,quando notai un iscrizione,una parola scolpita a mano nella pietra:

                         ANAΓKH

Non sapevo cosa significasse,ma non era il momento di soffermarsi.
Riuscii a raggiungere il gobbo sopra la cattedrale.

Federica: "Eccoti qua,temevo di averti perduto".
Gobbo: "Già...bhe io ho delle faccende da sbrigare...e e e è stato bello vederti...oh".

Andò via da me.

Federica: "No aspetta!"

Continuai a rincorrerlo.

Federica: "Sono mortificata per prima,non sapevo tu chi fossi,non devi aver paura, altrimenti non sarei mai venuta...qui".

Eravamo nel campanile, sembrava ci fosse una specie di palco.
Al centro c'era un tavolino e sopra su una trave erano appesi degli acchiappasogni di vetro.

Federica: "Cos'è questo posto?"
Gobbo: "Qui è dove vivo io".
Federica: "E tu...hai fatto tutte queste cose da solo?"

Dissi meravigliata.

Gobbo: "Quasi tutte".
Federica: "Sono bellissime."

Pronuncia quelle parole con la più totale sincerità mentre toccavo le decorazioni di vetro.
Anche io ero una persona creativa,adoravo creare qualsiasi tipo di cosa,ma non avevo mai visto una persona farlo così bene.

Federica: "Eh se ci riuscissi anch'io non starei a stud-"

Mi bloccai,non potevo dirgli di certo il fatto dello studio.

Federica: "Ehm,non starei per strada a ballare per qualche soldo".

Mi corressi giusto in tempo con quello che avrebbe detto Esmeralda, nonostante anche io amassi ballare.

Gobbo: "Ma tu balli meravigliosamente".
Federica: "Bhe il pane in tavola è comunque assicurato... cos'è?"

Sul tavolo c'era un modellino della città in miniatura con i vari abitanti.
C'era un velo che copriva qualcosa su di esso e decisi di toglierlo.

Gobbo: "Oh! No...ti prego! Io non ho ancora finito,devo ancora dipingerli".

Sembrava molto impacciato,ma era troppo tardi avevo già sollevato quel pezzo di stoffa.

Federica: "Il maniscalco! Ah e il fornaio!"

Dissi prendendolo l'ultimo pupazzetto in mano.

Federica: "Sei una persona sorprendente..."
Gobbo: "Andrea".

Com'è possibile che entrambi avevano lo stesso nome?
Sembrava come se l'universo avesse deciso di mandarmelo appositamente dal cielo. Un altro Andrea, sorrisi.

Federica: "Io sono Federica."

Ne approfittai per fargli una domanda.

Federica: "Ah e,so che non è molto pertinente ma...potresti dirmi in che anno siamo?"
Andrea: "Oh,non preoccuparti, è il 31 ottobre del 1482".
Federica: "Ah grazie".

Era confermato,ero tornata indietro nel tempo, proprio nell'anno del film.
Ripresi la frase di prima.

Federica: "Ma sei anche fortunato...tutto questo spazio per te!"

Animae duae, animus unusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora