Capitolo 20

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Finn è stato così gentile a prestarmi casa sua in assenza di Noah

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Finn è stato così gentile a prestarmi casa sua in assenza di Noah. Davvero un ottimo ragazzo.
Negli ultimi giorni, ci siamo sentiti parecchio, normalmente perché io sono stata molto preoccupata per la sua salute.
Proprio in questo momento, sto scendendo da un aereo per proseguire con gli incontri dovuti alla registrazione della quinta stagione di Stranger Things. Pertanto, dobbiamo dirigerci nuovamente in Atlanta e rileggere ancora e ancora i copioni.
Lo sciopero degli sceneggiatori ci ha regalato troppa pausa, difatti, credo di non essere pronta a tutto il lavoro che ci aspetta.
«Millay, amore mio, potrei sapere in che rapporti sei con Finn?» la curiosità di Noah mi devasta.
«Certo, caro. Io e Finn siamo buoni ex che si rispettano e si vogliono un mondo di bene.»
«Quindi siete amici?»
La sua domanda mi turba.
«Sì» replico, senza pensarci due volte.
So bene che la risposta è davvero questa. Ma... Be'... "Amici", non è una parola in grado di descrivere la nostra situazione attuale.
Lui solleva le spalle.

Dopo esser usciti dall'aeroporto, in lontananza, riesco a scorgere Finn e Caleb, così trascino il mio migliore amico per il suo braccio minuto.
«Finn!» urlo.
«Millie!» mi viene in contro e mi abbraccia.
«Amici, eh!» ride Caleb, quando Finn gli dà una gomitata.
Caleb è identico a Noah, sotto questo punto di vista.
«Stai bene?» mi domanda Finn.
«Sì, va tutto bene. E tu?»
Annuisce.
«Da' a me» prende la mia valigia.
«No, non c'è bisogno!» provo a togliergliela di mano, insomma, lui ha già la sua.
«Sì, c'è bisogno. Rilassati.»
Gli sorrido per le buone maniere e insieme ci avviamo sempre più verso l'uscita dell'aeroporto.
«Dobbiamo cercare un hotel. Finn, sei un idiota, avresti potuto prenotare prima! Adesso ci ritroviamo in sei a non avere un posto in cui...»
«Ragazzi,» fermo Caleb, «Io ho una casa qui. Volevo solo ricordarvelo. I miei sono in giro per il mondo, adesso. Quando vengo qui per lavoro, sanno bene che ho bisogno dei miei spazi. Potreste stare da me, si tratta solo di pochi giorni, in fin dei conti.»
«Io sarei stato comunque da te» precisa Noah, ridendo.
«È una buona idea» parla Finn, «Io avviso Gaten, tu avvisa Sadie» continua parlando a Caleb.
I due prendono i loro cellulari e si allontanano per avvisare Gaten e Sadie.
Poco dopo, tornano da me e dal mio migliore amico.
«Tutto perfetto. Chiamiamo un unico Taxi?» domanda Finn.
«Ehm... andate voi. Io devo aspettare Sadie.»
Guardiamo Caleb con un ghigno stampato sul volto: «Romanticone!» gli diciamo in coro io e Noah.
«Va bene. Allora prenoto un Taxi per noi tre» dice Finn, come se non avesse sangue nelle vene.
Sbuffo e aspetto che prenoti, quando, col mio cellulare, scatto delle foto col mio migliore amico, che si mette in posa con facce buffe e, ovviamente, senza la minima serietà.
«Ma insomma, possiamo fare una normale foto?» grido.
Lui nega col capo.
«Caleb, come va con Sadie?» domando, mettendo il ragazzo in imbarazzo.
«Ah? Io? Cosa?» domanda improvvisamente, «Oh, va tutto bene. Non capisco perché ci sia sempre così tanto imbarazzo, tra di noi. Siamo una coppia, ormai.»
«Evidentemente, vorrebbe apparire perfetta ai tuoi occhi.»
«Lo è.»
Gli sorrido graziosamente, quando sento qualcuno toccarmi le spalle e mi volto.
La sua chioma rossa è sempre così perfetta, ed i suoi occhi cristallini mi stroncano.
Sadie.
«Ciao!» grido abbracciandola.
«Mill!»
«Cavoli, quanto mi sei mancata.»
«Ciao, Noah. Ciao, Finn. E... Caleb» dice, per poi correre a baciarlo sulla guancia.
Ma cosa fa? È tonta?
«Quindi alloggiamo da te?» mi chiede.
«In modo totalmente gratuito!»
«Di lusso, eh!»
«Già.»
Sembra così strano, ma comunque bello, parlare con Sadie come se fosse il duemila venti.
Insomma, una volta, eravamo più legate, ci volevamo più bene, è innegabile.
E ora che le parlo, cavoli, mi viene la nostalgia.
«Buongiorno a tutti!» sbuca all'improvviso Gaten, «Ero qui con Sadie, ma lei è riuscita a scappare dall'inferno di fan che ci stavano per tempestare.»
«Io amo i fan che ci tempestano!» dico in coro con Noah, poi battiamo il cinque.
«E... ciao, Gat» lo abbraccio.
«Sei così affettuosa! Stai bene?» mi tocca la fronte.
«Millay, è arrivato il Taxi» mi informa Noah.
«Ah, davvero? Ragazzi, vi invio le coordinate di casa. Prenotate un Tassì, ci vediamo lì.»
Cammino verso il mezzo con Noah e Finn.

Kato // FillieWhere stories live. Discover now