La morte.

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Com'è che si dice? Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

America
Esmeralda, 12 anni

Sono ormai due settimane, due lunghe settimane in cui sono in America.
Mia mamma, da solo un mese, ha lasciato mio padre si è trovata un altro uomo, ma come si potrebbe trovare un altro uomo se prima ne amavi follemente un altro? Se prima avevi vissuto tantissimi anni a Madrid con un altro uomo? Chiudo il libro sospirando e lasciandolo sulla mia piccola scrivania, preferisco sempre stare nella mia stanza qui mi sento al sicuro, in un luogo solo mio.
Volevo stare con mio padre, ma era troppo impegnato con il calcio e dio, quando spero un giorno di rivederlo e fiondarmi tra le sue braccia.
Alzo lo sguardo sull'orologio che segna le 13 precise, spero vivamente che mia mamma stia cucinando dato che oggi ho molta fame e in America il cibo non è mai stato il massimo.
Non mi trovo bene mi sento troppo diversa in mezzo a tutti gli altri.. I miei compagni di classe alla ricreazione parlano tutti un inglese complicato da capire e per fare amicizia è davvero molto difficile. Mi mancano le mie amiche in Italia anche se ora mi hanno comprato il telefono e almeno posso scriverli, mi sento troppo lontana da loro.

Si dice che il mondo è "piccolo" ma quando devi viverle queste cose capisci che non è vero.

Metto i libri nello zaino in modo ordinato, ho già finito i compiti così avrò tutto il pomeriggio libero e domani, che rinizia la settimana, sarò pronta a qualsiasi materia.
Apro la porta e metto un piede scalzo sullo scalino anche se poco dopo sento delle urla, urla di disperazione. Sgambetto giù per le scale di fretta e furia ma mi bloccai vedendo sangue, un coltello e mia mamma.
Corro da lei sanguinante, nella speranza di fare qualcosa mentre le lacrime scendevano sulle mie guance senza fermarsi oscurando la mia vista.
?: Emerald.. non c'è più niente da fare..
Alzai lo sguardo e lo vidi, era lui con una mano insanguinata e mamma che strinse per l'ultima volta la mia mano, lei voleva vedermi combattere fino all'ultimo respiro per continuare la mia vita, la vita di una povera ragazza innocente di 12 anni, che non si sarebbe mai meritata tutto ciò e mai se lo meriterà.
E: sapevo di non dovermi fidare!
Strillavo più forte che potevo, la mia voce rimbombava in tutta la casa che era in un silenzio assordante.
?:  vieni, andiamo via
Disse provando ad allungarmi la mano ma io indietreggiai guardandolo con un aria disgustata, ha appena ucciso mia mamma e le sue urla mi rimbombano nella testa.
?: vieni qua!
Era lui, questa volta ad urlarmi contro facendomi sussultare di paura. Strinsi la mano in un pugno, sfogando tutta la mia rabbia

"resisti per papà, presto ci rivedremo e ti farò conoscere la squadra"

Rimbombano continuamente queste parole dette da papà che allenava il Milan, sono sempre stata orgogliosa di lui dopo che ha vinto anche la Champions con coraggio.

E: vattene! Non toccarmi!
Continuavo ad urlare, urlare e urlare, l'unica maniera che avevo per difendermi era quella.
Si avvicinò a me prendendomi con forza il braccio e stringendolo fra le sue mani in modo irruento mentre io lanciai un ultimo sguardo al corpo di mamma a terra.
Le lacrime continuavano a scendere e io provavo a dimenarmi in tutte le maniere ma come poteva una ragazza di 12 sovrastare un uomo di più di 40 anni?
E: mollami!
Continuavo a strillare fino a quando sentii la porta aprirsi di colpo con una botta secca, un angelo è venuto a salvarmi?
P: polizia! Lascia la ragazza subito!
Più poliziotti si presentarono nella casa e io avevo uno sguardo terrorizzato continuando a sentire la mano di """mio padre""" sul mio corpo, sul corpo di una povera ragazza innocente che non ha fatto nulla per cui meritarsi questo.
Mi mollò e io corsi da un poliziotto che mi fece uscire mentre gli altri presero l'uomo ammanettandolo.
X: "non c'è niente da fare per la signora"
Mi girò verso il medico con le lacrime agli occhi, se magari avessi chiamato subito i soccorsi? Se avessi provato ad aiutare mamma? È tutta colpa mia?

M: tesoro!
È la vicina, che mi chiama da dietro le volanti della polizia con le luci accese.
Vado da lei accompagnata dallo stesso poliziotto e mi abbraccia subito scoppiando a piangere. Sono da poco qui ma lei mi sta aiutando così tanto.. Accanto a lei vedo suo figlio che mi guarda preoccupato. Ha un anno in più di me e non parla molto, anzi. Ma ha degli occhi così belli..
M: hai contatti? Dobbiamo aiutarti
E: si, papà è l'unico.

ed eccomi quaaaa, come vi sembra come inizio?? Fatemi sapere con un commento e domani metterò già la seconda parte!
Ho voluto basarmi su quello che sta succedendo nel mondo reale, chi non merita spesso finisce in delle situazioni che neanche un animale meriterebbe.

Siamo tutti uguali ma nel poco che abbiamo di diverso, non veniamo accettati.

Mi scuso per eventuali errori!
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Gli occhi della salvezza|| Jude BellinghamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora