era possibile che con lui ogni tristezza spariva nel nulla?

-Mi dai un indizio?- 
ridacchiai e lui si voltò verso di me dopo essere uscito di casa.
mi sondò il viso per qualche secondo.

-I tuoi occhi.- Affermò lasciandomi di pietra, con le guance rosse come un'adolescente innamorata.

Quella frase accese la mia curiosità, ma prima che potessi ribattere accese la moto, il cui suono rimbombò nel quartiere deserto.

-Sali-  disse, e io ubbidii subito sorridendo da sotto la visiera.

passò una mezz'ora di viaggio e dovetti lottare duro per non addormentarmi accoccolata alla sua schiena, a cui mi stringevo saldamente.
era irrealizzabile per me riuscire a resistere al magnetismo del suo corpo.

Blake si fermò proprio davanti ad un cancello di legno, molto distante dalla città, nel bel mezzo di un isolato chiuso da una fitta foresta e poco illuminato.

Scesi con un saltello e mi infilati il casco sotto il braccio.
-Ma mi hai portato a casa della famiglia Addams?- ridacchiai.

lui mi rivolse un'occhiata divertita e si portò una mano al petto, da bravissimo attore qual'era.
-Oh, Sherly, così mi offendi.-

superando la cancellata ci incamminammo in una viottola in salita.
Il terreno era ghiaioso e seguiva una rotta dritta, proprio nel centro di un bosco, i cui pini altissimi bloccavano ogni visuale.

-Sai Aki, quando sei con me non sento niente.-
mormorai dopo minuti di silenzio.
Tutto ciò che si sentiva erano solo melodie indistinte di gufi e cicale.

dopo aver pronunciato quelle parole, nonostante l'aria fredda mi sentii bollire, come se avessi detto qualcosa di sbagliato a cui dover rimediare.

-Cioè?- domando lui.

-Non lo so, è come se il mio corpo percepisse la tua presenza e sopprimesse tutto il dolore-

quando pensai che stesse per ribattere, uscimmo su un altopiano interamente aperto e a quel punto entrambi ammutolimmo per la maestosa bellezza del cielo notturno interamente pieno stelle.
si potevano riconoscere le costellazioni, la luna era piena e grande e sfumature violacee lo attraversavano.

-Ma è bellissimo.-  Esclamai con il naso rivolto verso l'alto.

-Ne ero sicuro che ti sarebbe piaciuto .- accennò un sorriso.

-Ma... i miei occhi...?-  domandai con cipiglio confuso, ricordando le sue parole di prima.

-Già. Questo cielo mi ricorda i tuoi occhi.-  Ammise sorridendo.

mi stesi sul prato morbido incantata da quella visione quasi magica e le farfalle agitatemi dentro.
sentii che Blake si posizionò al mio fianco.

-Hai freddo?- mi chiese sporgendosi verso di me.
Forse esagerò di proposito, tanto da sovrastarmi interamente.

sorrisi.
-Cosa c'è? vuoi riscaldarmi con il tuo corpo?-

sussultai quando sembrò pensarci davvero; le iridi cristalline vennero attraversate da una scarica di adrenalina.
-Carpe diem.- Disse.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora