Molti di voi si chiederanno del perché abbia la possibilità di vivere a Monaco. I miei genitori non mi hanno mai fatto avere la pappa pronta, mi hanno aiutato sicuramente in costi che non riuscivo ad arrivare, ma la maggior parte me le sono sempre pagate io; la macchina che possiedo; l'audi RS e-tron GT; è stato un regalo di laurea da mio nonno, il quale è stato aiutato un po' mio padre; lui ha un'azienda che costruisce motori per qualsiasi impianto fino ad arrivare alle auto; l'appartamento me lo sono pagata per metà io e l'altra metà me l'ha pagata mamma, lei fa la graphic designer, un lavoro che mi ha sempre appassionato da piccola, ma sapevo perfettamente che mi avrebbe stancato; io invece per permettermi la parte mancante dell'appartamento per 5 anni feci la modella, mandai curriculum in giro per qualsiasi cosa, ma non per nudo, il quale sottolineai per bene, per poi fare la cameriera durante la sera da un'amico di famiglia.

Salimmo nella mia machina per non usarne due, dato che dormiranno da me stasera; le portai a pranzo al Caffè Milano, di fronte al porto; chiesi se era possibile avere un posto per tre e non appena hanno confermato abbiamo seguito il cameriere al tavolo; Andrea ha preso come antipasto i calamaretti fritti, io e Chiara la tartar di tonno, come primo tutte abbiamo preso i tagliolini aglio, olio e peperoncini con scampi; per finire, abbiamo diviso il pesce del giorno; loro si sono prese una boccia di champagne e io che non bevo vino mi sono presa un gin mare. << sai che potrei abituarmi a questa vita >> espresse Ki sorseggiando il calice di vino, << voi potete venire qui quando volete, i letti non mancano >>, << Emi stasera andiamo a ballare? >> domandò Andre con occhi dolci, sapendo che non sono un'amante, << solo perché siete voi >> risposi ridendo per poi portare il bicchiere alla bocca, << allora dobbiamo andare a fare shopping>> disse Ki bevendo l'ultimo goccio di vino nel calice; dopo due o tre bisticci su chi pagasse vinsi io, non appena ci alzammo dissi alle ragazze di andare fuori e aspettarmi davanti al porto, non appena pagai le raggiunsi.

<< eccomi >>, non appena si girarono le ragazze mi guardarono con due occhi spalancati, mi guardai pensando ci fosse qualcosa che non andava nel mio abbigliamento, ma niente, così guardai intorno e solo dopo pochi secondi vidi scendere da uno yacht un ragazzo con una camicia bianca e dei pantaloncini blu fino al ginocchio e sneakers Dior bianche, << quello è Charles Leclerc Emi >> mi comunicò Chiara; io ero rimasta senza parole,  dal vivo è tutta un'altra cosa; quando notai che stava venendo verso di noi, senza farmi notare cercai di sviare l'argomento, << quindi dove volete andare a prendere i vestiti? >>, << sei seria? abbiamo Charles di fronte e tu ti poni il problema dei vestiti? >> bisbigliò Andrea, << sta venendo qui >> bisbigliai anche io, ma una bambina gli andò incontro e gli chiese una foto, a quel punto feci schioccare le mani davanti agli occhi delle mie amiche << vi ricordo che siete fidanzate >> espressi facendo un sorriso sarcastico; quando le ragazze tornarono in loro dissi che sarei andata a prendere la macchina, ma sembrava come se non avessero capito niente di quello che avessi detto, così mi incamminai all'auto; appena arrivata davanti all'Audi cercai le chiavi nella borsa, ma qualcuno mi venne addosso e persi l'equilibrio, la borsa cascò e poi sentii una mano sulla schiena, quando mi girai la mia faccia era piena di incomprensioni...

-Charles Leclerc mi è venuto addosso? e mi ha messo una mano sulla schiena per non farmi perdere l'equilibrio?-

<< scusa, sto andando di fretta, sono in ritardo per lavo- >> disse staccandosi da me per prendermi la borsa e le chiavi cadute, allungò la mano con la mia roba, ma quando mi vide si fermò, per smorzare quesi secondi di imbarazzo, anche se sono sembrati minuti, presi delicatamente la mia roba e dissi qualcosa << non preoccuparti, può succedere >>, << tu prima eri sul porto con due ragazze vero? >>

-che sta succedendo? mi sta veramente chiedendo questo? oh merda!-

<< oh si, ehm- >>, non sapevo che dire, il pilota di formula 1 di cui ho sentito parlare fino allo sfinimento è qui davanti a me e non so cosa dire, non mi è mai successo, << mi sono appena trasferita e le mie amiche sono venute ad aiutarmi >> perché l'ho detto, che gli interessa a lui di quello che faccio, mi stava porgendo la sua mano e di istino pure io << scusa la maleducazione, io sono Charles- >>, << Charles Leclerc >> dissi in contemporanea, la sua faccia non sembrava sconvolta e nemmeno sorpresa ma ammiccava un sorriso, << scusami, per la mia famiglia sei una leggenda, comunque io sono Noemi >>, << piacere mio Noemi, ci si vede in giro allora >> comunicò facendomi un sorriso per poi proseguire dritto verso la strada.

Paint the town red || Charles LeclercWhere stories live. Discover now