Cenerentola era lì.
Con solo il costume da bagno, leggeva un libro dalla discreta copertina, immersa all'interno della piscina. Con cautela, mi incamminai verso la sua direzione e le sfilai il libro dalle braccia per farla voltare verso di me.

«Logan, ridammelo!» esclamò lei, mentre saltellava sulle punte dei piedi per tentare di riprendersi ciò che avevo amorevolmente preso in prestito. Tuttavia, ero abbastanza curioso di scoprire cosa ci fosse scritto su quelle pagine che era tanto concentrata a leggere. «I suoi palmi sbatterono sulle mie natiche, provocandomi una fortissima eccitazione. E una travolgente fitta mi attraversò il basso ventre, notando che il ritmo delle sue spinte accelerò. I miei capezzoli diventarono sempre più turgidi, avevo voglia che prendesse in considerazione anche loro. Volevo che mi facesse del male con ogni parte del suo corpo» lessi ad alta voce una piccola parte del contenuto di quelle pagine, adesso capivo perché faceva attenzione ad ogni singola parola. Accennai un leggero sorriso e decisi di provocarle ulteriore imbarazzo. «Sentivo di essere vicina all'orgasmo, il mio corpo rischiava di esplodere per via di quelle magnifiche sensazioni. D'altronde Theodore era così, apparentemente impacciato ma dalle enormi e potenti doti» a quel punto, alzai un sopracciglio.

«Non pensavo ti eccitasse così tanto il pensiero di essere sculacciata, Cenerentola.» La cercai con lo sguardo e la trovai con le mani sul viso mentre cercava di nascondere il rossore delle sue guance. «E comunque, quando vuoi posso prendere le parti di questo 'Theodore', molto volentieri» affermai, ridacchiando. 

«Non sei per niente divertente, Logan» puntualizzò il mio nome a fine frase, spingendomi ad avvicinarmi a lei. La guardai negli occhi e cercai di reprimere la voglia di girarla a novanta per scoparla in ogni modo possibile ed immaginabile. Proprio per questo motivo non potevo più seguirla al livello psicologico, ero totalmente perso di lei. La pensavo ogni singolo instante della giornata, a casa, a lavoro, di notte e persino mentre ci ero assieme. E non me ne vergognavo, perché nessuno mi aveva mai fatto sentire così.

A quel punto, levai la maglietta e mi gettai in piscina. «Logan!» urlò lei mentre si strofinava gli occhi con le dita per tentare di levare il cloro. E a quella visione, non riuscii a trattenere una risata. «Più il tempo passa, più mi rendo conto di quanto tu possa essere coglione e bastardo allo stesso momento» confessò, incrociando le braccia al petto. Sembrava proprio una bimba a cui avevi levato le caramelle.

«Per me è diverso. Più il tempo passa, più mi rendo conto di quanto sia fottutamente bella» affermai, azzerando la distanza presente fra di noi. «Smettila di dire sciocchezze» sussurrò, presa da un momento di insicurezza. «Se solo ti vedessi con i miei stessi occhi, non avresti più neanche un'insicurezza» ammisi, incastrando per l'ultima volta le sue labbra in un dolce bacio.

Ormai era inutile negarlo, lo sapevano anche i muri che ero fottutamente innamorato di lei. Il suo sorriso, il suo sguardo, il suo corpo e tutto ciò che poteva offrirmi erano stati in grado di bruciarmi gli unici due neuroni che mi erano rimasti.

Posizionai la mano destra sulla sua nuca, per tenerla stretta a me. E quell'innocuo bacio si trasformò in qualcosa di più profondo, di passionale e travolgente. Le sue labbra erano un'orribile dipendenza, non riuscivo neanche ad immaginare come avrei potuto vivere senza di loro. A quel punto si staccò, facendo svanire l'incantesimo. 

«Voltati» le sussurrai, notando le reazioni che stava avendo il suo corpo alla mia vicinanza. Eseguì il mio ordine, accompagnata da uno splendido sorriso. Si piegò, dandomi una piena visione dei suoi glutei. Abbassai i pantaloncini e i boxer, rivelando l'erezione che ormai da tempo aspettava di penetrarla.

Spostai di lato le mutandine del suo costume e le feci sentire quanto la desideravo, quell'azione le fece scappare un piccolo e grazioso gemito. Successivamente, le diedi uno schiaffo sulla natica destra facendola sobbalzare in avanti. Riuscivo a percepire tutta la sua eccitazione.

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