PROLOGO: VENTI MINUTI A MEZZANOTTE

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«MENO VENTI!»
Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene a cento all'ora.
Era come se avessi bevuto litri di caffè in una volta sola, ogni volta sembrava la prima,
essere una "preda" in fondo non era male, ci avevo fatto l'abitudine, il dover sopravvivere giorno dopo giorno mi aveva cambiato, forse non ero mai stata così forte in vita mia. In quel mondo sconosciuto sentivo di essere indistruttibile, un titano pronto a distruggere tutto ciò che passasse sulla sua strada.
Certo, il sentimento era momentaneo, frutto dell'adrenalina e forse della pazzia che lentamente si faceva strada nella mente. Ma finché durava, lo usavo a mio vantaggio.
Mi affrettai a controllare gli ultimi particolari, sopra la porta pendeva in verticale una vecchia ascia arrugginita, chiunque avesse deciso di entrare nella stanza si sarebbe trovato con il cranio a pezzi, tirai la corda per accertarmi che fosse fissata al meglio possibile,
"Bene"mi dissi, confermando che quella trappola avrebbe effettivamente rallentato i cacciatori. Poi mi spostai verso la finestra, dove una lunga liana di lenzuola collegava il cornicione con la portiera del camion che avevo preso in prestito dai Frank, spinsi con tutta la forza possibile verso il basso, "Perfetto", pensai,avrebbe di certo retto il mio peso.
Ora andai verso l'armadio, questo era impregnato dell'odore acre della benzina,in tasca tenevo un fiammifero pronto all'uso.
"Bell'idea", mi congratulai con me stessa,se solo mamma sapesse che in fondo tutti quei fumetti di cui non potevo fare a meno mi erano serviti a qualcosa nella vita...
Guardai l'orologio appeso al muro, fra un poster di Alice Cooper e uno di Axl Rose.
"MENO SETTE".
Per ultima cosa, controllai di avere tutto il necessario per sopravvivere fino all'alba,
aprì la sacca nera: "Una balestra, due coltelli da cucina, un'ascia, il fucile ad aria compressa di Timmy e tre candelotti di dinamite".
"Eccellente, ho tutto".
Presi la sacca avvicinandomi nuovamente alla finestra, chiusi un occhio concentrandomi sul finestrino abbassato del veicolo, feci oscillare la sacca avanti e indietro e, con quella precisione che solitamente non mi apparteneva, riuscii a farla arrivare dentro il camion.
Sospirai sollevata.
Che andassero tutti a farsi fottere. Per quella notte non mi sarei lasciata uccidere per niente al mondo.
"MENO TRE!"
Aspettai al centro della stanza, il cuore in gola, un sorriso beffardo stampato in volto.
"DUE!" "UNO!" "ADESSO!"
"Che le danze abbiano inizio, Zucconi bastardi".

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⏰ Last updated: Oct 30, 2023 ⏰

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