Louid sembrò leggere ciò che provavano nei loro sguardi, perché chinò il capo e si schiarì la gola forse con un certo imbarazzo.

«Ma certo, bene allora, venite» disse voltandosi e andando nell'altra stanza.

«Piacere di conoscerla, io sono Wayll, Aaris mi ha detto che è lei ad averle spiegato tutto» si presentò il ragazzo.

«Piacere» bofonchiò il vecchio, «io sono Louid». Aaris notò che sembrava un po' a disagio, forse era strano per Louid vedere in loro quelle emozioni che a lui erano state strappate via con tanta violenza. Presto però avrebbero liberato Zen dal controllo dell'arcontessa e anche loro avrebbero potuto finalmente essere felici.

«Qual è il piano quindi?» intervenne lei. Dovevano porre fine a quella faccenda al più presto.

L'uomo annuì mentre i suoi occhi iniziavano a brillare, fieri di ciò che il loro proprietario era riuscito a scoprire. Era strano come la semplice soddisfazione potesse essere tanto bella, era un'emozione che lei non aveva mai provato per davvero malgrado tutti i risultati che era riuscita a ottenere sia negli studi che nella danza. Pensandoci, erano cose che per lei non avevano mai avuto un vero significato, eppure ci si impegnava moltissimo perché era quello che ci si aspettava che facesse.

Louid amava veramente inventare e scoprire, sembrava la sua energia, la sua forza, il motore che lo faceva andare avanti. Per lei, si rese conto, il motore era vedere negli altri quelle bellissime emozioni, sentiva come di essere uno specchio che rifletteva lo stato d'animo di chi aveva di fronte. Il fatto che nessuno attorno a lei provasse qualcosa, aveva fatto sì che rimanesse vuota, uno specchio abbandonato, senza anima viva a riflettervisi. Presto, però, il mondo sarebbe stato libero e i suoi occhi avrebbero brillato di quella luce, la luce della felicità delle persone.

«Fino a questo momento non sono mai riuscito a trovare il modo per togliere le tute alle persone, perché avevo progettato come loro unica debolezza la volontà. Nauìya, sapendo questo, ha imprigionato la volontà delle persone nei meandri più profondi delle loro anime sotto strati e strati di emozioni represse in modo che nessuno potesse riuscire a togliere la tuta solo volendolo. Quello che è accaduto a te però, mi ha fatto venire un'idea» disse. Sembrava veramente eccitato della rivelazione che aveva avuto.

«Quando le emozioni sono tanto forti riescono in qualche modo a liberarsi dalla tuta perché la volontà spinge nel tentativo di allontanare la barriera che le tiene rinchiuse. Bisogna quindi riuscire a far provare a tutta Aretem una forte emozione» spiegò.

«E come facciamo? Non tutti hanno dei legami difettosi come li aveva la mia tuta, è quasi impossibile far provare qualcosa a quelle persone!» ribatté lei.

«Lo so, per farlo è necessario che vedano la verità con i loro occhi, quella è abbastanza scioccante da sconvolgerli anche attraverso l'esagonite».

«Non capisco, dobbiamo andare da ognuno e dirgli la verità? Non finiremmo più, inoltre in molti potrebbero non crederci!» disse lei, credeva che Louid avesse creato uno strano meccanismo per distruggere tutte le maschere, quello che stava dicendo invece era assurdo.

«No, nulla di tutto questo, bisogna distruggere la cupola geodetica, deve essere visibile in modo che tutti si rendano conto di non aver mai visto realmente il cielo, inoltre devono vedere ciò che c'è oltre, la verità che gli è stata celata per tanto tempo» spiegò.

Quella era, in effetti, un'idea già più sensata, ma continuavano a mancarle comunque dei pezzi.

«A me però non è bastato provare emozioni, ho proprio voluto togliermi la maschera, non credo che in molti avranno questo pensiero vedendo il cielo che c'è oltre la cupola!» ribatté, «Inoltre io ci sono riuscita perché la mia tuta era difettosa!»

MOÌRIAS-L'ombra della luce-Where stories live. Discover now