-Ed è solo quando provano a togliertela, che capisci che per te era ormai diventata una dipendenza, e solo il pensiero di vivere senza di lei e l'effetto che fa su di te, ti scaturisce un senso di nausea soffocante.-

parlò in modo lento e nostalgico, le sue sopracciglia folte erano incrinate e gli occhi spenti.
sentii la bramosia farsi strana dentro il mio ventre quando si scagliò sulle mie labbra
come una preda invaghita.

la sua lingua afferrò la mia e le sue mani mi percorsero le curve.
con la presa sulla mia gola capovolse la situazione schiacciandomi contro la macchina.

mi acciuffò i capelli e li accartocciò sotto il suo palmo, tirandoli in modo da obbligarmi
ad inclinare il collo e a farmi sempre più piccola sotto alla sua altezza.

la collisione ardente tra i nostri corpi mi fece dimenticare di tutto. creammo una bolla attorno a noi. Sarebbe bastato poco per romperla, ma rimanemmo li,
affamati l'uno dell'altra, a scambiarci l'unico modo che conoscevamo per esprimere i nostri sentimenti, che a fatica sapevamo riconoscere.

-Ah, è proprio così, quindi.-

la bolla scoppiò bruscamente.

una voce femminile risuonò nel parcheggio.
Blake si staccò da me, voltandosi verso
Sophie.
Era davanti a noi da chissà quanto tempo, che guardava con gli occhi affilati.

-I due futuri fratellini innamorati. Complimenti, potrebbe essere il titolo di un giornale.-
mimò un applauso avvicinandosi.

-Andiamo via Sher.-
mi ordinò lui aprendomi lo sportello.
riservai uno sguardo d'odio alla bionda prima di mettere un piede in auto.

-Sherly cara, mamma non sarà tanto contenta di sapere che sei diventata la cagnolina del cattivo ragazzo...-
finse un espressione dispiaciuta e io pensai di dover mettere in atto il piano B.
purtroppo ai suoi capelli lunghi e lucenti non sarebbe piaciuto, questo piano.

-Io non sono la cagnolina di nessuno,
a differenza di qualcun' altra-

-E invece papà che cosa ne penserebbe...?-

rimasi immobile con gli occhi sgranati, stentavo a credere alla cattiveria con cui aveva detto quella frase. Se mi fossi mossa anche solo di un centimetro sarei scoppiata.

-Sherly non ascoltarla, andiamo.-
Blake fece per chiudere lo sportello ma lei lo fermò.

la vidi aprire la bocca per dire qualcos'altro ma mi tappai le orecchie disperatamente.
non sentii cosa disse. non volevo farlo.
Riuscii solo a vedere il lampo di confusione che passò nel viso del ragazzo.
sgranò gli occhi colpito da qualcosa che aveva appena detto Sophie.

mi richiusi in auto perché non volevo più sentire niente.
caddi nel sonno poco dopo aver sentito il mezzo partire.


sollevai le palpebre di scatto infastidita da della luce artificiale.
avevo la schiena scivolata in avanti e sentivo i muscoli intorpiditi.

guardai fuori dal finestrino. mi strofinai gli occhi con i palmi delle mani per assicurarmi di aver visto bene.
Non c'erano più montagne.

voltai lo sguardo, il display sul parabrezza segnava la mezzanotte passata.
rimasi poi paralizzata dalla bellezza dell'uomo che guidava.

Blake aveva gli occhi chiari fissi sulla strada, il naso dritto e la mascella squadrata.
indossava una camicia bianca leggermente stretta che gli risaltava i pettorali.
le maniche tirate fino alla piega del gomito mettevano in mostra le vene che sparivano oltre il polso.

un braccio lo teneva appoggiato svogliatamente alle ginocchia leggermente divaricate e l'altro era sul volante.

si girò lentamente verso di me.
-Ciao.- il suo tono era freddo.

-Dove siamo?-

-Stiamo tornando a casa.-
lo disse cautamente, guardandomi, quasi avesse paura della mia reazione.

-Ma allora perché non ci sono le montagne?-
chiesi un po' ingenuamente.

-Sherly, stiamo tornando in città.-

il pensiero volò subito a mia madre.
sarà preoccupata? o ancora peggio, incazzata?
-Cosa?!- esclamai lanciandogli un occhiata fulminante.

-Non manca molto.-

presi il telefono dalla borsa e sullo schermo apparirono le notifiche di almeno dieci chiamate perse da Emily.
sbuffai e pensai che ormai sarebbe stato inutile chiamarla, il danno era fatto.
aprii Whatsapp e trovai anche tre messaggi da parte sua.

Ma si può sapere perché non sei più al ristorante!?

poi un'altro, un'ora dopo.

sei così incazzata con tua madre, solo perché amo un'altro uomo?

ma fu l'ultimo a colpirmi. Leggerlo fu una doccia fredda.

Tuo padre è morto.
Adesso sono innamorata di Parker.
almeno abbiamo qualcosa in comune, no?

-Perché quella faccia?-  mi sentii domandare.

-Blake... Cosa ha detto Sophie quando mi sono chiusa in macchina?-

-Niente di importante.- mi freddò in modo acido.

quella risposta mi angosciò. L'atteggiamento che aveva improvvisamente adottato nei miei confronti non mi piaceva affatto.
fuori dal finestrino cominciavo a riconoscere le vie della città.
ritornai con lo sguardo su Blake e provai a parlargli più dolcemente.
-Beh, se me lo dicessi potrei capire...-

-Ho detto. Niente di importante.-

tu menti ma ti si legge negli occhi che qualcosa non va.

solamente poche ore prima mi aveva parlato con quelle frasi sulla dipendenza.
la maniera in cui l'aveva detto... Mi ero sentita la persona più speciale per lui.
E dopo, l'urgenza con cui mi aveva baciata mi era rimasta impressa, stampata sul cuore.

ma allora perché lui deve essere sempre così imprevedibile?
perché il nostro rapporto non può avere periodi felici che durino più di ventiquattro ore?

e mi sentivo una stupida a pensare che potesse accadere. Blake e i suoi sbalzi d'umore erano fatti per tutto tranne che per le relazioni stabili.
un giorno mi avrebbero fatto impazzire.

e se Sophie avesse avuto ragione?
e se stessi diventato la sua cagnolina?
prima mi facevo scopare da lui, dopo arrivava la sua fase dove era sdolcinato, e poi si comportava come se per lui valessi poco e niente.
e il ciclo si ripeteva.
sempre.

-Siamo arrivati.-
la sua voce graffiata mi provocò un brivido.
davanti a noi c'era casa mia.
controllai di avere le chiavi nella borsa e poi scesi dalla macchina.

mi chinai per guardarlo.
Lui non scese.
-Blake, perché ti comporti...-

-Buonanotte, Sherly.-

richiuse la portiera del passeggero allungandosi, poi mise in moto l'auto.
con gli occhi sul punto di lacrimare lo guardai sparire nel buio poco lontano da me.

dovevo scoprire cosa aveva detto Sophie, per averlo fatto reagire così.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Where stories live. Discover now