Chapter 7

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Ti han detto che sono un bastardo e
Lo faccio di mestiere
Non so nemmeno io perché
Che cosa mi succede
Volevo anche scusarmi si, una di queste sere
Ma ti ho portato solo rose nere.
~Guè Pequeno

Marlene è frustrata, vorrebbe sparire dal mondo. A scuola tutti la evitano e le hanno dato il soprannome di 'ragazza satanica'. Non sente Charlie da giorni, ma avverte comunque il vento e sà che a lui manca, ed anche a lei manca parlare con Charlie. È come se non potesse fare a meno di lui, si sente legata ad un demone ed è anormale.
Il diario lo porta sempre con se, non lo apre ma lo accarezza anche se è mal ridotto per via delle coltellate. Anche l'anima di Charlie lo è quando Marlene non gli rivolge la parola.
Stava seduta su una panchina nel cortile della scuola sola, sotto gli sguardi di tutti. Sente insulti e si allontana nel retro dell'edificio per fumare e distrarsi. Estrae una Chesterfield Blue e la porta alle labbra accendendola. Poco dopo sente dei passi. È Cassie seguita da un gruppo di ragazze e alcuni dei vecchi amici di Marlene che ora non le parlano piú.

-Fai bene a nasconderti, Lucifero- gracchia Cassie.

Marlene impaurita si fa sempre piú piccola ad ogni passo che fa il gruppetto.
Pochi istanti ed è circondata.
In men che non si dica si ritrova accasciata per terra. Chi la insulta e la sputa, chi le tira calci e pugni.
Poi Cassie le sfila la sigaretta dalle dita e la spegne sul braccio candido di Marlene.
Vorrebbe reagire, ma sarebbe inutile. Non ha forze. Ma ha un'arma.

-Charlie- sussurra- ti prego, aiutami.

Cassie si allontana con un balzo e tutti la fissano.

-Sta invocando il demone, è indemoniata!- urla la bionda.

-Charlie, aiutami- sputa del sangue strisciando a terra.

Subito il vento di alzó dal nulla, un vento fortissimo che fece correre via tutti.
Marlene venne fatta alzare da Charlie che le diede forza arrivare a casa.

**
-Ahi- gemette di dolore.

Era seduta sul letto della sua stanza con vari medicinali che la medicavano muovendosi per aria.

-Sono ancora arrabbiata con te.

Il diario si posizionó aperto sulle sue gambe.

-Posso farmi perdonare in qualche modo?

-Non credo tu possa.

-Almeno posso provarci?

-Fai come ti pare- Marlene chiuse il diario e posó i medicinali mettendosi poi a letto.

**

Il mattino seguente, Marlene si ritrovo sul comodino un mazzo di rose nere che emanavano un profumo incantevole. Non potè fare a meno di aprire subito il diario.

-Tu sei un pazzo.

-Buongiorno piccola.

-Sono splendide- stava sorridendo.

-Sono molto il mio stile, non so come si usa tra essere umani.

Scese di sotto a predere un vaso e lo riempí d'acqua, poi ci posizionó le rose. Era insolito ricevere delle rose nere, ma per lei erano perfette.

Quel giorno di sentí meglio rispetto a quelli precedenti. Mentre si preparava per la scuola, le venne in mente come coprire il suo occhio contornato da un livido violaceo.

-Charls, non seguirmi ho una sorpresa.

Si chiuse in bagno e vagó tra i suoi trucchi. Prese varie matite di colore nero e ombretti dello stesso colore. Si truccó marcando molto e mettendo in risalto i suoi grandi occhi verdi. Per completare l'opera mise del mascara. Poi sciolse i capelli corvini e uscí dal bagno, tornando in stanza.

-Come sto?

Un vento delicato si alzó per accarezzarle i capelli.

-Sei mozzafiato, il nero ti dona- Marlene arrossí leggendo.

Arrivata a scuola, tutti la derisero per i suoi occhi. Ormai era ufficialmente la ragazza satanica per tutti.
Dopo 4 interminabili ore di lezione, Marlene si diresse in mensa. Ma arrivata davanti alla porta, vide un mucchio di persone e tutti si girarono a guardarla.

-È stata lei, è Satana!-una ragazza urló correndo.

Marlene si avvicinó lentamente e rimase immobile alla scena.
Cassie penzolava dal soffitto con una corda attaccata al collo. Sulla bocca e sugli occhi aveva delle X di scoatch; le braccia erano contornate da sigarette che bruciavano sulla pelle. Era ricoperta di sangue che gocciolava sul pavimento formando un nome fin troppo famigliare: Charlie.

SPAZIO AUTRICE
Ho la mente contorta, lo so.

Charlie Charlie ChallengeWhere stories live. Discover now