Capitolo 2 - Prima impressione

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<Allora è un piacere di conoscerti, solo Kia. Penso proprio che lavoreremo benissimo insieme.>

<Non ho proprio alcun dubbio> rispose la donna con tono sarcastico.

Satoru sorrise di gusto, quella donna gli avrebbe dato del filo da torcere sicuramente.
Si accorse poco dopo dell'amico stregone che si trovava lì e prese a salutarlo con molto entusiasmo (che non fu ricambiato) il quale dopo li salutò e si allontanò, per Gojo quella fu l'occasione perfetta per iniziare a conoscere la donna.

<Allora Kia-chan, prima di tutto posso chiamarti Kia-chan giusto?>

<Beh in verit->

<Perfetto lo prendo per un si, allora un paio di cose, iniziamo dalla più semplice, perché non usi il tuo cognome?> con la sua solita delicatezza l'uomo iniziò con la prima delle tante domande, non conosceva praticamente nulla di quella donna, a stento gliene avevano parlato probabilmente una o due volte, ed era curioso da morire di conoscere la storia che si celava dietro quella donna apparentemente fredda e distaccata.

D'altro canto Kia odiava da morire quando le si rivolgeva quella domanda, ma doveva rispondergli, ne valeva la sua promozione.

<Semplicemente perché non c'è l'ho un cognome.> prima che l'uomo riprendesse con le domande la donna continuò, tanto glielo avrebbe chiesto lo stesso tanto vale essere sincera fin da subito e mettere le cose in chiaro.
<Dopo la morte di mia madre, mio padre mi ha ripudiata e abbandonata, non so il perché. Sono cresciuta solo con mia nonna ma ha avuto il divieto da parte del clan di mio padre di usare quel cognome o quello di mia madre, quindi sono cresciuta senza averne uno. È un problema?>

<Beh no, posso dire che tuo padre è stato un vero stronzo?>

<Non mi offendo mica, non lo conosco e non so chi sia o quale sia effettivamente il suo cognome. So solo che ha abbandonato a sé stessa sua figlia e basta, anche se io non mi considero neanche più sua figlia. Per questo sono solo Kia, e basta>

<Bene, allora passiamo alla seconda domanda. Chi ti ha maledetto?>

<C-cosa? Ma che dici?>

<Andiamo Kia-chan, credevi davvero che io, lo stregone più potente in vita, non mi sarei accorto dell'aura aggiuntiva grande quanto una casa che ti porti dietro? O del fatto che non hai ancora mai sciolto la tua tecnica?>

Se c'era una cosa che la donna odiava oltre alla domanda sul suo cognome era sicuramente parlare della sua maledizione. Sapeva che non glielo avrebbe potuto tenere nascosto, si era rassegnata già da tempo al fatto che prima o poi gliene avrebbe dovuto parlare ma non pensava di doverlo fare così presto, si erano conosciuti da soli dieci minuti e già doveva dirgli del suo più grande problema.
Vedendo che la donna non rispose, Satoru continuò, questa volta con tono più gentile:
<Non sciogli la tecnica per via della maledizione? La usi per proteggerti da essa?>

<No, non è così. È il contrario, la mia tecnica è la maledizione>

<In che senso? Spiegati meglio>

<Forse è meglio se te lo mostro>
La donna aveva percepito che in quel momento lo stregone non si stesse proteggendo con il Minimo Infinito, così penso che farglielo vedere sarebbe stato meglio.

<In questo momento non stai usando il Minimo Infinito, riesco a percepirlo. Quindi se provassi a toccarti ci riuscirei giusto?>

<Si esatto.>

<Bene, allora prova a sfiorare la mia mano>

L'uomo fece come aveva detto la donna, si avvicinò piano a quella che era l'aura della maledizione e provò ad attraversarla per toccare la mano di Kia. Non ebbe neanche il tempo di cercare di stabilire un contatto ravvicinato con lei che una forza esterna lo respinse via fuori da quel cerchio invisibile in modo così forte che fu costretto ad arretrare di un paio di passi.

INFINITY - Gojo SatoruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora