Carni vermiglie

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Le carni vermiglie giacevano al suolo, vestite da stracci, bagnate dal sangue ancora caldo, mentre nel petto un foro capace di vedersi oltre.
Fin poco prima la luce della vita si affievoliva gradualmente nei suoi occhi, come un astro che si spegne lentamente nel cosmo infinito. Le forze lo abbandonavano, ma la sua indomabile volontà non vacillava. Con l'ultimo respiro, riversò il suo spirito intraprendente e il suo sapere immenso nel mondo circostante.
Ma ora era l'uomo dai lunghi capelli neri a mirare con l'unico occhio vispo, fisso sul Rosso. Il suo secondo era macchiato da una fredda cicatrice.
La spada al suo fianco era ciò che della vita aveva privato Atsushi e che non gliela avrebbe più potuto restituire.
Un urlo si faceva strada tra le poche fila dietro di lui.
Ayase, la sua donna si disperava, lei oramai rimasta sola.
Al cospetto del cadavere vi erano altre tre figure ad affrontare la minaccia incombente.
Questi, compagni di una vita intera non potevano nulla contro ciò che era accaduto poco prima. Non potevano agire ora, bloccati da qualcosa più grande di loro, ne avrebbero mai potuto schierarsi contro di lui senza dare la vita.
I suoi eterni rivali e compagni più cari, ora lui abbandonava così.
Salutandoli con la speranza che questi non lo rivedano più. Anche se sapeva bene che avrebbero ben volentieri accettato senza problema 'lcuno la discesa infernale con ancor più che goliardia.
Ora la figura si posizionò al fianco de spada oramai senza nome, qual neanche la peggior peripezia era riuscita a fronteggiar la lama, lui la spezzettò come rami.
Fatto ciò diede una ultima occhiata all'indietro, saggiando di sguardo ciò che aveva compiuto, per poi svanire per sempre da quel luogo.
Ora, i dei tre amiconi, sapevano ciascuno in cuor proprio che di muover braccia non valeva sforzo.
Invece, rinnegando il proprio credo si accantonarono sui ginocci e inserite le spade nel terreno in fronte a loro, con le mani giunte, chiedendo ad una Causa Maggiore, se esiste, di accompagnare il loro compare lontano da loro, in un cielo, privo di ogni bricconeria, in quanto nessuno di loro, per noia, si augurava di raggiungere.

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