ma il suo aspetto non mi permetteva di essere arrabbiata con lei. non ci riuscivo. le sue occhiaie erano peggiori delle mie e il suo sorriso era spento.

-lui ti fa stare bene- ammise con tono dolce.
le sorrisi e la abbracciai.

un'altra scampanellata mi fece tornare sulla terra. corsi verso la porta e la aprii.
mi fiondai sul corpo rassicurante di Blake senza nemmeno guardarlo in faccia.

lo stritolai con tutte le forze che avevo. lui fece lo stesso.
si, ero ancora sulla terra grazie ai suoi abbracci. ero ancora lì grazie a lui.

lo guardai, i suoi occhi erano luminosi come sempre, ma più spenti del solito. qualcosa non andava. le sue labbra erano tese e la mascella serrata.

feci finta di niente, mi sforzai comunque di sorridergli al meglio che potevo.
-mi è mancato vederti- dissi.

lui mi sorrise, e dopo aver salutato mia madre mi invitò a rifugiarci nella mia camera.
strinsi la sua mano nella mia e lo trascinai al piano superiore.

-come stai?- mi chiese nel mentre, con fare premuroso.

-quando sono con te, bene, lo sai.- 
gli confidai, mentre mi sedevo sul letto.
il mio sorriso si spense quando notai che dopo quella frase sembrava essersi teso ancora di più.

-qualcosa non va, Blake?-

-quando non sei con me, come stai?-
mi interruppe lui, bruscamente.

sussultai.
-come dovrei stare? mio padre è morto e intanto io mi stavo godendo la vita ridendo e scherzando. come dovrei prenderla?-
balbettai e una lacrima mi scese lungo la guancia.

Blake non si comportava mai così, con me.

congiunsi i miei occhi ai suoi. lui si sedette di fianco a me e mi strinse a lui.

-ti amo così tanto, Sherly...-
la sua voce era tremante. cominciai a preoccuparmi.

-Blake, c'è qualcosa che non va, lo capisco. lo sai che con me puoi parlare-

lui mi guardò, sembrava stesse per scoppiare in un pianto disperato.
-Aki...-  continuai mentre anche i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime.
avevo paura.

-Lo dirò tutto d'un fiato, Sherly.-  mi avvertì.

accennai con la testa, ma ancora non ero pronta a quello che stava per dirmi.
prese le mie mani tra le sue.

lui inspirò.
-Mio padre... Lui mi obbliga ad andare a studiare in un università europea.-
espirò.

lo fissai. ancora e ancora. pregavo, stavo pregando purché fosse uno scherzo.
un terribile scherzo.
un terribile incubo.

lo fissai ancora. i miei occhi non rendevano conto dei pezzettini a cui si stava riducendo il mio cuore.

-S-simpatico, Blake... A-adesso dimmi che è uno scherzo-
provai a sorridere, scoppiai anche in una risata nervosa.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Where stories live. Discover now